Vuol rendere Messina centrale e strategica di un nuovo progetto meridionalista e strada facendo sta trovando alleanze che potrebbero apparire inedite ma guardano tutte allo scontento ed alla delusione dei cittadini nei confronti del sistema.
Nasce quindi in riva allo Stretto “Non solo Sud”, il partito meridionalista che Cateno De Luca vuol costruire forte anche di un sondaggio che a livello nazionale lo darebbe già come punto di partenza, al 3,3%, appena sopra la soglia prevista.
Dopo aver scelto Ismaele La Vardera come portavoce del movimento Sicilia Vera in vista delle regionali che lo vedono candidato alla presidenza, Cateno De Luca alza il tiro e così come si diceva nei giorni precedenti, avvia l’intesa con un’altra ex Iena, Dino Giarrusso.
Nel corso di un comizio piuttosto travagliato per via della pioggia che si è abbattuta su Piazza Duomo, dopo i primi interventi, sale sul palco Giarrusso, catanese, 47 anni, europarlamentare eletto con 120 mila preferenze che nei giorni scorsi ha lasciato il M5S. In realtà i contatti tra l’ex sindaco di Messina e l’ex Iena risalgono allo scorso aprile quando a margine della convention di Sicilia Vera a Catania, Cateno aveva lanciato un appello diretto all’europarlamentare.
Per creare un alone di mistero Cateno De Luca non ha svelato il nome di Giarrusso fino all’ultimo momento, annunciando invece un ipotetico “Jeeg robot”, ma dopo l’addio in diretta tv del big pentastellato al movimento, con tanto di botta e risposta con Giuseppe Conte, ci sono stati pochi dubbi su chi sarebbe salito sul palco di Piazza Duomo.
Entrambi, Cateno De Luca e Dino Giarrusso, vogliono costruire un nuovo partito di respiro nazionale ma con radice fortemente meridionalista. Entrambi parlano ad un mondo deluso e spesso arrabbiato, dal sistema partitico che adesso include a pieno titolo anche il M5S. Entrambi sono personaggi da “palcoscenico” e sanno parlare alla piazza. Occorre vedere se la strada la faranno insieme. Intanto ci stanno provando, perché le regionali d’autunno sono alle porte. Entrambi quindi chiariscono che l’eventuale alleanza è embrionale e che si stanno studiando.
“Messina—spiega subito Dino Giarrusso– merita un unico candidato credibile, che si chiama Federico Basile. Il grande lavoro fatto per migliorare il bilancio e portare soldi e progetti per Messina non può essere interrotto proprio adesso, e la città non può ricadere vittime dell’inconcludenza conclamata dei vecchi partiti. Il mio progetto politico va avanti, e sono felice dell’interessamento di Cateno De Luca, con cui stiamo provando a trovare un’intesa per un percorso comune. Di certo a Messina io aiuterò il suo candidato e le sue liste a vincere, perché lo meritano loro e lo meritano i messinesi”.
In sintesi un passo alla volta, il primo è quello delle elezioni del 12 giugno, gli altri verranno successivamente. Giarrusso ribadisce di non voler rinnegare la sua esperienza con i 5stelle, “è stata un’esperienza meravigliosa, un progetto che ha scardinato la politica nazionale. Ma adesso il movimento si è incartato, e da rivoluzionario è diventato lo scendiletto del Pd e di Draghi”. Insomma non è cambiato Giarrusso, semmai è cambiato il M5S.
Cateno De Luca gongola, perché nel giro di un mese ha portato all’acqua del mulino la Lega con un’intesa per le amministrative e adesso Giarrusso aprendo una falla in un movimento che proprio in Sicilia ha avuto il massimo successo di numeri.
“Segnatevi questa data perché entrerà nella storia della Sicilia e del meridione-dichiara De Luca- Oggi nasce un’alternativa e nasce a Messina.Il progetto di un movimento meridionalista scaturisce da un’esigenza concreta: creare un’alternativa che ci consenta di poter programmare e pensare il Sud Italia in chiave di sviluppo e crescita per l’intero sistema Italia. Non solo Sud parte da una nuova visione, e se troveremo l’accordo con Giarrusso saremo ancora più forti. Messina è oggi lo snodo dei prossimi equilibri politici a livello regionale e nazionale. L’Italia rinasce dal sud o muore di egoismi territoriali. I precedenti movimenti meridionalisti e autonomisti sono falliti perché nati per mascherare vecchiume politico che ha gestito i nostri destini”.
Ieri sul palco anche Giuseppe Fernandez, 25 anni, fresco di addio polemico alla guida dei Giovani di Forza Italia e passato al sostegno di Federico Basile candidato sindaco. “Avevo iniziato quest’esperienza con grande entusiasmo, ma il partito è sparito, non ci ha mai coinvolto. Ci ha cercato solo adesso alla vigilia delle elezioni. Ho detto no e sono andato via”.
E se ieri è stato il momento della piazza, questa mattina “Non solo Sud” affronta le tematiche politiche ed economiche con un convegno a Palazzo Zanca alla presenza di Pino Aprile.