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Il report 2023 Istat

Nascite e fecondità: continua il declino demografico in Sicilia, la crisi socio-economica incide sulle coppie

giovedì 31 Ottobre 2024
coppia bambini, adozioni, fertilità, genitori
Nel rapporto annuale sulla natalità e fecondità in Italia dell’Istat, i dati del 2023 rivelano un continuo declino demografico nel paese.

Le nascite sono scese a 379.890, segnando un calo del 3,4% rispetto all’anno precedente. La tendenza al ribasso si conferma anche nel 2024, con 600 nascite in meno rispetto al periodo corrispondente del 2023. Il numero medio di figli per donna è diminuito a 1,20, rispetto al 1,24 del 2022, e la fecondità si attesta a 1,21 nel 2024.

 

neonato

 

La diminuzione delle nascite è attribuibile non solo alla bassa tendenza a procreare, con 1,2 figli per donna nel 2023, ma anche ai cambiamenti strutturali della popolazione femminile in età fertile. Le donne in età feconda, convenzionalmente tra i 15 e i 49 anni, stanno diminuendo di numero, con un impatto diretto sulle nascite.

Particolarmente rilevante è il calo delle nascite da coppie di genitori entrambi italiani, che costituiscono la maggioranza delle nascite totali. Le nascite da genitori italiani sono diminuite a 298.948 nel 2023, rappresentando un decremento sia rispetto al 2022 che al 2008. Le nascite da coppie miste, con almeno un genitore straniero, mostrano una tendenza al ribasso, con 80.942 nati nel 2023.

 

I dati in Sicilia

 

La Sicilia resiste alla crisi di natalità: ma resta il calo delle nascite

 

In un’Italia che invecchia, la Sicilia si distingue con uno dei tassi di fecondità più alti del Paese, anche se il calo delle nascite si fa sentire anche sull’isola. I dati Istat sulla natalità del 2023 mettono in luce una regione che, pur con numeri migliori rispetto ad altre regioni, non riesce a invertire una tendenza nazionale di denatalità che appare ormai consolidata.

Con una media di 1,32 figli per donna, la Sicilia si colloca tra le regioni italiane con la fecondità più elevata, seconda solo alla Provincia autonoma di Bolzano. Questo dato positivo è in netto contrasto con altre regioni del Sud e del Nord, dove il numero medio di figli per donna è inferiore alla media nazionale di 1,20.

Tuttavia, anche per la Sicilia questo tasso resta lontano dai livelli necessari per garantire il ricambio generazionale, fissato a 2,1 figli per donna.

 

Madri Giovani: Un Fenomeno Siciliano

 

Un altro tratto distintivo della Sicilia riguarda l’età delle madri, che sull’isola è la più bassa d’Italia. Le donne siciliane diventano madri a una media di 31,7 anni, contro i 32,5 della media nazionale.

Questo fenomeno riflette una minore propensione a posticipare la maternità rispetto ad altre regioni italiane, come la Sardegna, dove l’età media al parto è di 33,2 anni, o le regioni del Centro-Nord.

Secondo gli esperti, la giovane età delle madri in Sicilia potrebbe contribuire in parte al tasso di fecondità relativamente alto dell’isola.

 

 

Nomi Tradizionali e Cultura Familiare

 

Le scelte dei nomi in Sicilia riflettono un radicamento culturale che contraddistingue la regione. Aurora è il nome preferito per le neonate, mentre Giuseppe è tornato in cima alla classifica tra i maschietti, dopo aver ceduto per qualche anno il primato ad altri nomi.

Permane quindi la persistenza di tradizioni locali anche nelle scelte familiari, che in Sicilia continuano a essere fortemente orientate verso la continuità e la tradizione.

A differenza del Nord Italia, in Sicilia la percentuale di nati da almeno un genitore straniero è più contenuta. Questo riflette una presenza stabile di popolazione straniera meno significativa rispetto a regioni come l’Emilia-Romagna, dove oltre un bambino su cinque nasce da genitori stranieri. Tale differenza regionale evidenzia un Sud meno esposto ai flussi migratori che hanno contribuito a rallentare la crisi di natalità in altre aree.

In un contesto di crisi demografica nazionale, la Sicilia appare dunque come una realtà in cui il calo delle nascite procede a ritmi meno serrati, pur senza arrestarsi del tutto. I dati suggeriscono che, anche sull’isola, i fattori economici e sociali stanno avendo un peso rilevante nel posticipare o scoraggiare la scelta di fare figli.

Nella Sicilia, il problema del declino demografico è particolarmente evidente, un dato che si inserisce in un contesto più ampio in cui le difficoltà nel passaggio dal primo al secondo figlio e le situazioni socio-economiche influenzano la scelta di avere figli.

L’età media delle madri al momento del primo parto si è mantenuta stabile, mentre la percentuale di nascite al di fuori del matrimonio è in costante aumento, toccando il 42,3% nel 2023. Questo scenario evidenzia cambiamenti significativi nei comportamenti familiari e nelle dinamiche sociali in Italia.

Da tempo istituzioni e realtà dedicate alla tematica in Sicilia cercano di avviare politiche e interventi mirati per contrastare il declino demografico e promuovere una crescita sostenibile della popolazione, preservando così il tessuto sociale e culturale unico della regione.

La riflessione sulle dinamiche della natalità e fecondità in Sicilia si colloca in un contesto più ampio di cambiamenti demografici e sociali che richiedono attenzione e azioni concrete per garantire un futuro prospero alla comunità siciliana.

 

I dati nazionali

 

Natalità in Italia 2023: la denatalità continua a scendere

Il quadro demografico italiano mostra segnali sempre più allarmanti sul fronte delle nascite: nel 2023, i nuovi nati in Italia sono stati solo 379.890, segnando un calo del 3,4% rispetto al 2022. Questo dato rappresenta un nuovo record negativo per la natalità, in un trend discendente iniziato ormai oltre un decennio fa. Il numero medio di figli per donna è sceso a 1,20 nel 2023, un dato in costante calo rispetto al 2010, quando la media era di 1,44. La denatalità continua a farsi sentire anche nel 2024, con le prime stime che segnalano un ulteriore calo del 2,1% nei primi sette mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2023.

Distribuzione geografica della natalità

A livello territoriale, la denatalità è diffusa in modo omogeneo su tutto il Paese, ma con alcune differenze. Il Centro registra il tasso di fecondità più basso, con una media di 1,12 figli per donna, seguito dal Nord con 1,21. Nel Mezzogiorno, dove il tasso è leggermente superiore (1,24), si nota una lieve ripresa, anche se insufficiente a contrastare il calo complessivo. La Provincia autonoma di Bolzano si conferma la più fertile con 1,56 figli per donna, mentre la Sardegna registra il tasso più basso con 0,91, evidenziando le differenze culturali e socioeconomiche che influiscono sulle scelte riproduttive.

Età media delle madri in crescita

La scelta di posticipare la maternità si riflette nell’età media delle madri, che nel 2023 ha raggiunto i 32,5 anni, leggermente in aumento rispetto ai 32,4 dell’anno precedente. Le madri italiane in particolare partoriscono mediamente a 33 anni, mentre le madri straniere, generalmente più giovani, registrano un’età media di 29,7 anni. Questa tendenza a rimandare il primo figlio incide sulla natalità: il passaggio al secondo figlio diventa sempre più raro, mentre le difficoltà economiche, le incertezze lavorative e il caro-casa contribuiscono a limitare le dimensioni delle famiglie.

Nascite da coppie straniere e miste

La percentuale di bambini nati da almeno un genitore straniero nel 2023 è stata del 21,3%, pari a circa 80.942 nascite. Sebbene le nascite da coppie interamente straniere siano diminuite del 3,1% rispetto al 2022, queste continuano a rappresentare una quota significativa della natalità italiana. In alcune regioni del Nord, come l’Emilia-Romagna e la Lombardia, un neonato su cinque ha almeno un genitore straniero, mentre nel Mezzogiorno la percentuale scende drasticamente al 9%.

Nascite fuori dal matrimonio in aumento

Un’altra tendenza in crescita è quella delle nascite fuori dal matrimonio, che nel 2023 hanno rappresentato il 42,4% del totale. Questa quota è aumentata di 0,8 punti percentuali rispetto al 2022, confermando una maggiore accettazione sociale delle famiglie non tradizionali. Le nascite fuori dal matrimonio sono più comuni nel Centro Italia (49,4%) e nel Nord (42,7%), mentre al Sud il dato si ferma al 38,5%, pur mostrando un incremento costante.

 

 

I nomi più diffusi in Italia: Leonardo e Sofia ancora i nomi preferiti dai genitori

 

Il nome maschile più scelto dai genitori a livello nazionale è Leonardo, che mantiene il primato conquistato nel 2018; al secondo posto, per la prima volta sul podio, si trova Edoardo, che conquista due posizioni sul 2022. Stabile Tommaso al terzo posto, mentre Francesco esce dal podio perdendo due posizioni e attestandosi al quarto posto

Situazione immutata, rispetto al 2022, nelle prime due posizioni dei nomi femminili: stabili Sofia in prima posizione e Aurora in seconda; in terza posizione Ginevra, che sale dalla quarta, mentre in quarta posizione prende il suo posto Vittoria. Giulia, in uscita dalla terza posizione del podio dell’anno scorso, scivola in quinta.

Leonardo è al primo posto in tutte le regioni del Centro-nord, a eccezione della Provincia autonoma di Bolzano/Bozen dove primeggia il nome Noah. Nel Mezzogiorno, dove nel complesso al primo posto si trova Francesco, Leonardo è il nome preferito, come nel 2022, solo in Abruzzo.

Francesco è stabile al primo posto in tre regioni del Mezzogiorno (Molise, Puglia e Calabria) mentre Antonio primeggia in Campania e Basilicata. Nelle Isole, Edoardo è primo in Sardegna mentre Giuseppe, dopo una breve pausa, torna al primo posto in Sicilia.

Tra le bambine, Sofia primeggia in molte regioni del Centro-nord, a eccezione della Provincia autonoma di Bolzano/Bozen che in testa conferma Emma, della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste con Alice, di Liguria e Lazio dove primeggia Ginevra, dell’Umbria dove si piazza al primo posto Vittoria (prima anche in Campania). Più variegata è la situazione del Mezzogiorno dove Sofia è al primo posto solo in Molise e Calabria; Aurora primeggia in Abruzzo, Basilicata e Sicilia; Giulia mantiene la prima posizione solo in Puglia e Beatrice per la prima volta raggiunge la cima della classifica in Sardegna.

I bambini stranieri nati da genitori residenti nel nostro Paese si chiamano prevalentemente Adam, Ryan (o Rayan), Amir, ma anche Matteo e Leonardo. Tra le bambine straniere, come tra le italiane, il primato spetta a Sofia, seguito da Sara e Amira. Le preferenze dei genitori stranieri si differenziano a seconda della cittadinanza.

 

Fonte Dati:Report Istat Natalità e Fecondità

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