La Sicilia è la seconda regione italiana dove è stata maggiore la crescita nell’uso dei voucher nel mondo del lavoro. L’incremento nella vendita di voucher è del +39,1%. Il 2016, quindi, è stato un anno boom nell’Isola per i pagamenti al lavoro occasionale di tipo accessorio. Il dato emerge dal terzo Rapporto della “UIL-Servizio Politiche del Lavoro sui voucher”.
Questa modalità di retribuzione è oggetto di molte critiche, soprattutto per la facilità con la quale può essere utilizzata in modo improprio. Introdotta con la riforma Biagi, per venire incontro alle esigenze di alcuni settori produttivi e al fine di arginare il fenomeno del lavoro occasionale in nero, è stata successivamente estesa ad altri settori produttivi dalla legge Fornero. La mancanza di vincoli precisi e di controlli capillari ne ha consentito un abuso a scapito dei lavoratori e delle casse dello Stato.
Secondo i risultati del Rapporto a livello nazionale, il 2016 si chiuderà con oltre 145 milioni di voucher venduti con un aumento del 26,3% rispetto all’anno scorso, due terzi dei quali usati al Nord ed oltre la metà nei nuovi settori di applicazione introdotti dalla riforma Fornero del 2012.
La distribuzione sul territorio vede il 64% dei buoni-lavoro venduti nel Nord (93,2 milioni), e il restante 36% suddiviso quasi equamente tra il Centro (26,3 milioni) ed il Mezzogiorno (25,8 milioni di voucher).
A livello regionale, sulla base delle stime del sindacato, tra le prime 5 regioni per quantitativo più alto di voucher venduti nel 2016 si trovano la Lombardia (27 milioni), il Veneto (18,5 milioni), l’Emilia Romagna (18,2 milioni), il Piemonte (11,9 milioni) e la Toscana (10,6 milioni).L’incremento più alto si registra in Campania (+43,7%), seguita dalla Sicilia (+39,1%) e dalla Toscana (+32,1%).