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Mentre la gogna grillina si abbatte sull’ormai ex ministro Lorenzo Fioramonti, reo, a detta dei 5 Stelle, di essersi dimesso per non avere restituito parte dello stipendio parlamentare, scoppia la bufera nel movimento per le accuse mosse su Facebook dal senatore Gianluigi Paragone, che sul tema dei mancati rimborsi pubblica un video nel quale fa nomi e cognomi di parlamentari, ministri e presidenti di commissione, tutti rigorosamente 5 Stelle, che non avrebbero restituito un centesimo o che sarebbero fermi a poche mensilità.
Pare che lo stesso Fioramonti sia fra questi, ma il fenomeno sarebbe molto più esteso.
“Mi sono rotto le scatole della gente che predica bene e razzola male! Ecco tutti i nomi di chi non ha restituito nulla o quasi!!!! E che segnalerò ai probiviri! Io sono uno dei pochi perfettamente in regola!”.
“Io rischio di essere espulso dal gruppo – spiega Paragone – perché ho detto No e visto che ai probiviri piace il rispetto delle regole è giusto che anche io chieda il loro intervento: tra quelli che non sono in regola con i pagamenti ci sono ministri, presidenti di commissione”. Così il senatore M5s nel video postato sulla sua pagina social: “Tutti sanno. C’è gente che dall’inizio dell’anno non ha rendicontato nulla”. Ed ecco che esce una sfilza di nomi di suoi colleghi parlamentari grillini che non sarebbero in regola con le restituzioni: “Acunzo, Aprile, Cappellani, Del Grosso, Dieni, Fioramonti, che lo hanno anche fatto ministro, e poi Frate, Galizia, Grande, Lapia, Romano, Vacca, Vallascas, Anastasi, Di Marzio, Lorefice, Mario Giarrusso: lo sapevano tutti perché su Rendiconto.it c’è tutto e loro non hanno rendicontato nulla, non hanno restituito nulla e allora il capo politico dov’è? Non sapeva o ha fatto finta di non sapere?”.
Un’accusa diretta quella di Paragone nei confronti di Luigi Di Maio, che avrebbe chiuso tutti e due gli occhi su questo andazzo. E poi fa i nomi di alcuni ministri e presidenti di commissione attualmente in carica: “Fabiana Dadone, probiviri, è ferma a cinque mensilità. Ed è ministro. Te ne mancano un bel po’, figlia mia. E fai pure parte del collegio dei probiviri, che mi deve giudicare. Allora io farò un esposto contro di te. Poi fra chi ha restituito poco, c’è Carla Ruocco, ferma a tre mensilità. E poi c’è il ministro Nunzia Catalfo, ferma a due mesi di restituzioni”.
Insomma, un’accusa a tutto campo, che investe il Movimento in uno dei suoi capisaldi, quello del rimborso di parte dello stipendio parlamentare, che deputati e senatori grillini sono chiamati a restituire. Mancate restituzioni che in passato avevano addirittura fatto scattare anche espulsioni dal M5s, ma che adesso sembrano essere pratiche quanto meno tollerate.