Il Pd che cerca spazio e quello che difende le posizioni. Un gruppo di ex deputati che spinge per una visibilità, all’interno di un partito dove l’implosione rischia di essere ormai un segno tangibile e le soluzioni per ricomporre il quadro languono e una ristretta cerchia di decisori, in un “partito verticale dove le correnti hanno sempre un grande peso”, ribadiscono gli osservatori interessati di questa storia.
Malumori e malesseri che riguarderebbero tutte le aree, non esclusa quella renziana in Sicilia rispetto a criteri che lascerebbero poco spazio alle candidature in alcuni territori e punterebbero a calare dall’alto le soluzioni.
Oggi pomeriggio alle 16 nella sede del partito Democratico in Via Bentivegna si svolge il faccia a faccia portato avanti da Giovanni Panepinto, ex deputato del Pd all’Ars.
Uno dei promotori dell’iniziativa che guarda alla prospettiva imminente delle elezioni politiche rivendicando spazi, ma anche argomentando qualcosa di più di un semplice diritto di tribuna.
Tra i nomi di chi ha annunciato la propria partecipazione ci sono quelli di Pippo Digiacomo, ex presidente della commissione Sanità all’Ars, battuto a Ragusa dal renziano Dipasquale, di Lillo Speziale, Mario Alloro, Tonino Russo e altri. Mancherà Concetta Raia, ma anche Angelo Villari. Condividono nel merito il ragionamento ma temono che l’iniziativa possa essere derubricata a tentativo di nascita di una nuova corrente, proprio a cavallo delle imminenti elezioni politiche: “Non partecipiamo all’incontro di oggi perché non vogliamo creare confusione in un momento questa già regna sovrana. Il tema che viene posto riguarda aspetti reali di una questione che non va sottovalutata: Renzi dovrà pur valorizzare chi ha un peso nei territori, chi sta a contatto con la gente. Le scelte non vanno fatte solo dall’alto. Occorrono soggetti che abbiano un peso specifico e una consistenza, ripeto sul metodo non serve mettere le mani avanti”
Chi invece ci mette la faccia è proprio Panepinto che ribadisce: “Lo schema- non è quello seguito da chi si sente orfano di qualcuno. Abbiamo già subito una dura sconfitta alle regionali dopo non essere stati capaci di entrare nelle corde dei siciliani e nella risoluzione dei problemi, senza che nessuno ha ritenuto di dover fare una riflessione approfondita sull’esperienza di governo di Crocetta, ma oggi non è pensabile che la distribuzione dei collegi avvenga secondo uno schema verticale a una o più corrente”.
E poi c’è il leader defilato, Antonello Cracolici che non parla e non parteciperà. Ieri era la guida rispetto a molti dei nomi che oggi portano avanti l’iniziativa, oggi riflette sulla prospettiva delle cose da fare.
Tra distinzioni spesso sottili che ognuno rivendica, rimane da capire dall’incontro di oggi, che potrebbe culminare con la presentazione di un documento ufficiale, se nella eterogeneità della partecipazione si afferma un principio con delle istanze da portare a Renzi, o se oltre al metodo, i dubbi di alcuni finiranno col prevalere e la sintesi verrà affidata al sacro verbo delle correnti del Pd, costantemente in conflitto dinamico tra loro e sempre portati a una sintesi su nomi, accordi, e in questo caso, collegi.