Mentre si avvicina la scadenza del 31 luglio, contenuta nell’ordinanza sui rifiuti del presidente della Regione Musumeci che prevede che ogni sindaco dovrà individuare una ditta per il trasporto e un sito fuori dalla Sicilia per lo smaltimento e dovrà firmare con queste aziende un contratto e notificarlo alla Regione, in caso contrario scatterà il commissariamento, i numeri sulla differenziata in Sicilia crescono, anche se lentamente.
Un caso virtuoso, per esempio, è quello del capoluogo nisseno, per il quale l’ultimo report di aprile 2018 fissa la percentuale della raccolta differenziata al 35,29% per la raccolta urbana, che arriva quasi al 38% se si aggiunge il 2% della certificazione della raccolta della grande distribuzione. Un risultato ottenuto attraverso una forte intermediazione sociale, mettendo insieme i comitati di quartiere, le associazioni, gli ordini professionali, il Operando per aggregazioni si è creata una rete che ha messo alla prova un tessuto cittadino di 63 mila abitanti.
Giovanni Ruvolo, sindaco di Caltanissetta, ha commentato con soddisfazione: “Da due anni abbiamo portato avanti collaborazioni con strutture come l’Opificio di pace, un modello di organizzazione della differenziata nelle parrocchie dove si portava il residuo secco. La ditta lo recuperava e ciò che il Comune risparmiava veniva trasferito alle parrocchie”.
Sono state inoltre ricavate alcune isole ecologiche mobili insieme a un’isola ecologica fissa. I cittadini che conferiscono direttamente in queste strutture hanno una valutazione della parte secca che viene pesata. L’ammontare di questa quantità viene detratta dalla TARI fino a un massimo del 40%. Questa tassa a Caltanissetta è la più bassa tra le città capoluogo in Sicilia.
Ruvolo inoltre mostra di non aver condiviso il diktat del governo regionale contenuto nell’ultima ordinanza: “Credo che sia fondamentale, ma al tempo stesso conta molto il messaggio legato alla convenienza del cittadino a differenziare. Veicolare cioè un aspetto motivazionale che spezzi il circolo vizioso di una mentalità del passato disabituata in tal senso che si porta dietro un’inerzia senza fine”.