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Nella Sicilia che non brilla per raccolta differenziata c’è anche un’isola felice

giovedì 12 Luglio 2018

Mentre si avvicina la scadenza del 31 luglio, contenuta nell’ordinanza sui rifiuti del presidente della Regione Musumeci che prevede che ogni sindaco dovrà individuare una ditta per il trasporto e un sito fuori dalla Sicilia per lo smaltimento e dovrà firmare con queste aziende un contratto e notificarlo alla Regione, in caso contrario scatterà il commissariamento, i numeri sulla differenziata in Sicilia crescono, anche se lentamente.

Un caso virtuoso, per  esempio, è quello del capoluogo nisseno, per il quale l’ultimo report di aprile 2018 fissa la percentuale della raccolta differenziata al 35,29% per la raccolta urbana, che arriva quasi al 38% se si aggiunge il 2% della certificazione della raccolta della grande distribuzione. Un risultato ottenuto attraverso una forte intermediazione sociale,  mettendo insieme i comitati di quartiere, le associazioni, gli ordini professionali, il Operando per aggregazioni si è creata una rete che ha messo alla prova un tessuto cittadino di 63 mila abitanti.

Giovanni Ruvolo, sindaco di Caltanissetta, ha commentato con soddisfazione: “Da due anni abbiamo portato avanti collaborazioni con strutture come l’Opificio di pace, un modello di organizzazione della differenziata nelle parrocchie dove si portava il residuo secco. La ditta lo recuperava e ciò che il Comune risparmiava veniva trasferito alle parrocchie”.

Sono state inoltre ricavate alcune isole ecologiche mobili insieme a un’isola ecologica fissa. I cittadini che conferiscono direttamente in queste strutture hanno una valutazione della parte secca che viene pesata. L’ammontare di questa quantità viene detratta dalla  TARI fino a un massimo del 40%. Questa tassa a Caltanissetta è la più bassa tra le città capoluogo in Sicilia.

Ruvolo inoltre mostra di non aver condiviso il diktat del governo regionale contenuto nell’ultima ordinanza: “Credo che sia fondamentale, ma al tempo stesso conta molto il messaggio legato alla convenienza del cittadino a differenziare. Veicolare cioè un aspetto motivazionale che spezzi il circolo vizioso di una mentalità del passato disabituata in tal senso che si porta dietro un’inerzia senza fine”.

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