Il partito Democratico in Sicilia vive giorni di grande travaglio. Dopo settimane passate a rimuovere la sconfitta elettorale e a differire il momento di un confronto siciliano, tra big, base e segretario regionale, era toccato allo stesso Raciti convocare per oggi la direzione regionale.
Da questa premessa occorre partire per comprendere, o comunque provarci, il gioco di reazioni che si è innescato. La partita della vicepresidenza dell’Ars dove, al di là, di ogni plausibile premessa di accordo informale con il centrodestra, al Pd occorrerebbero almeno una decina di voti per superare i 5stelle, senza perdere neanche un voto per strada della dotazione di base (11 dem e 2 di Sicilia Futura) potrebbe rivelarsi alla fine dunque velleitaria e non proprio semplicissima da giocare.
In ogni caso, dopo la convocazione iniziale dell’incontro dei Democrat, e dopo l’ormai nota telefonata tra Renzi e Raciti di venerdì sera, con annesso impegno di Renzi di un blitz nei prossimi giorni siciliano per disinnescare il conflitto, oggi dovrebbe svolgersi una riunione a Palermo una riunione con i parlamentari regionali a Raciti più vicini (Cracolici, Arancio, Lantieri e Cafeo) e i componenti d’area della direzione regionale.
Una risposta operativa ai diversi incontri dei giorni scorsi organizzati da Faraone con Lupo (Area Dem) e finalizzati a mettere sotto accusa il segretario regionale dopo la sconfitta elettorale del 5 novembre.
Il contesto è molto più articolato in realtà. Dall’ingresso dei dem nell’esecutivo Crocetta a cui presero parte anche gli alfaniani, al modello Palermo delle amministrative e quindi alla candidatura di Micari, fortemente sponsorizzata da Leoluca Orlando e Faraone, la dimensione delle scelte ha intrecciato decisioni di carattere nazionale e forti momenti di condivisione nell’Isola, da parte di diversi gruppi.
Se oggi però dovesse nascere un asse privilegiato e robusto tra Giuseppe Lupo e Anthony Barbagallo da un lato e Luca Sammartino dall’altro, il primo riflesso potrebbe essere il tentativo di eleggere di un nuovo segretario regionale, o provare intanto a far nominare un commissario.
Orfini, presidente del Pd ha addirittura parlato di “stalkeraggio”, riferendosi a Davide Faraone, mentre persino l’ex presidente della Regione Crocetta è sceso in campo a difesa di Raciti.
La sensazione è che oggi la posizione di quest’ultimo sia più consolidata. Ma che la tempesta in casa del partito Democratico sia ancora lontana dall’essere passata.
In questo contesto i democratici dovranno andare ad eleggere intanto, a breve, il capogruppo (Baldo Gucciardi ed Anthony Barbagallo, gli outsider), con Luca Sammartino che scalpita per un posto in prima fila.
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