Che cosa sarà del futuro dell’Azienda siciliana trasporti è ancora da capire. Ma è certo che di roseo c’è poco o niente.
La decisione della conferenza dei capigruppo all’Ars di stralciare la norma “salva Ast”, che prevedeva la ricapitalizzazione della partecipata della Regione Siciliana, ha messo in moto una serie di preoccupazioni tanto dei lavoratori quanto del Cda. E non sono mancati i presidi davanti Palazzo dei Normanni. Come se non bastasse, ieri i consiglieri hanno anticipato al presidente della Regione l’intenzione di rassegnare le dimissioni dall’incarico.
Il rischio all’orizzonte non è soltanto quello di vanificare il lavoro di rilancio dell’azienda fin qui portato avanti in commissione Bilancio, ma è a serio repentaglio la perdita di centinaia di posti di lavoro – circa 700 – con conseguenze drammatiche per le famiglie. Senza dimenticare i disagi che ben presto l’utenza dovrà affrontare legati ai disservizi che ci saranno in Sicilia.
Già un anno fa, il governatore siciliano Renato Schifani aveva azzerato il vecchio Consiglio di amministrazione per palese violazione dei termini di legge per l’approvazione del bilancio 2021. La nota giustificava la revoca a causa dell’inerzia dell’azienda: il bilancio infatti deve essere approvato entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio sociale, con una eventuale proroga che comunque non può essere superiore a sei mesi.
Ricapitalizzazione, piano industriale e affidamento in house. Queste erano le linee guida contenute nel ddl definito in commissione Bilancio, ma mai arrivato al vaglio dell’Ars. Infatti, la norma che puntava al risanamento della società è stata stralciata dai capigruppo di opposizione (Pd, M5s, Sud chiama Nord, ma anche il gruppo Misto) in sede di conferenza a Palazzo dei Normanni, il cui veto ha fatto venir meno la maggioranza dei 2/3 dei capigruppo, approvando solo l’odg che riguardava il ddl per gli aiuti al comparto dell’agricoltura. Inoltre, con un emendamento della minoranza 5 milioni di euro previsti nel piano di risanamento dell’Ast e individuati nelle variazioni di bilancio presentate dal governo regionale sono confluiti nel fondo per l’agricoltura poi approvato dall’aula 2 giorni fa, raddoppiando i contributi per le imprese agricole che dai 5 milioni originariamente stanziati sono passati a 10 milioni. Una manovra resa possibile considerato che il ddl sull’Ast per il recupero dell’equilibrio economico delle attività è praticamente rimasto al palo. Al momento per la partecipata regionale ci sono soltanto due milioni di euro e le minoranze di Sala d’Ercole hanno preso una posizione univoca e chiara: il ddl stralciato potrà essere ripresentato e discusso in aula dopo le elezioni di giugno. Un impegno che anche il centrodestra dovrà portare avanti dopo la competizione di Bruxelles.
Sulla questione inerente la garanzia della continuità dell’azienda interviene Dionisio Giordano della Fit Cisl che insieme ad altre organizzazioni sindacali (Uil Trasporti, Cgil Filt, Ugl Autoferro) ha redatto una richiesta di incontro urgente con la presidenza dell’Ars. “L’Azienda Siciliana Trasporti svolge un servizio di trasporto dei cittadini siciliani, studenti e lavoratori, ma anche turisti, da e per i tanti comuni dell’isola. Spesso tratte economicamente irrilevanti che le società private non percorrerebbero mai e che l’Ast svolge all’interno di una mission anche sociale voluta dalla proprietà e realizzata dall’azienda. Irresponsabile quindi, a nostro parere, non avere approvato il DDL ed impensabile immaginare che la deputazione regionale non avesse consapevolezza del rischio enorme creato alla continuità aziendale, non votando la norma salva Ast”.
“Sono i cittadini siciliani a chiedere la messa in sicurezza e la continuità dell’Ast – aggiunge il segretario Generale della Fit Cisl Sicilia -, a partire dagli studenti e dai lavoratori che quotidianamente utilizzano i mezzi della partecipata della regione per esercitare il loro diritto alla mobilità nell’isola. E spesso da e per comuni siciliani che non attraggono l’interesse delle aziende di trasporto privato, essendo tratte economicamente irrilevanti. Irresponsabile lo stralcio del disegno di legge in conferenza dei capigruppo, ancor di più avere la suggestione che le risorse per la ricapitalizzazione della Società previste nel disegno di legge, possano essere state dirottate altrove”.
La proposta di legge prevedeva che per l’espletamento dei servizi di trasporto pubblico locale a carattere extraurbano, l’Azienda Siciliana Trasporti S.p.A. “è trasformata in società in house”. Al fine di consentire il risanamento della società di la spesa da iscrivere in appositi fondi del Dipartimento Bilancio e Tesoro era così ripartita: per l’esercizio finanziario 2024 si stanziavano 6.446.886,00 di euro di cui 2,5 milioni da destinare ad aumento del capitale sociale, e circa 4 milioni di euro per il ripiano di quota parte delle perdite complessive conseguite. Per gli esercizi finanziari 2025 e 2026 nel limite massimo di euro 5,5 milioni di euro per ciascuno degli esercizi da destinare ad investimenti previsti nel piano industriale ancora in fase di elaborazione.