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Numeri e segreti del piano industriale di Amat: tram, assunzioni e servizi all’utenza

venerdì 21 Marzo 2025

Il piano industriale di Amat è finalmente realtà. Dopo mesi di rinvii e problemi burocratici, la Giunta Comunale guidata dal sindaco Roberto Lagalla ha varato il nuovo documento di programmazione triennale della società che gestisce il servizio di trasporto pubblico locale. Centodiciannove pagine sottoscritte con la collaborazione della società T-Bridge. L’ok era atteso addirittura nella scorsa primavera, salvo poi propendere per un rinvio dettato da esigenze di bilancio. Le difficoltà nell’approvazione sono raccontate, in parte, nel documento stesso. Il CdA aveva approvato la prima versione del piano industriale lo scorso 24 ottobre, salvo poi ritirarlo per far fronte alle direttive ricevute dal Comune. Da lì è seguita una lunga serie di riunioni, di appunti e di modifiche. Vicissitudini chiuse definitivamente ieri con l’approvazione in Giunta.

Un documento che tiene conto dell’accordo transattivo fra Comune di Palermo e Amat sottoscritto nel 2023. Atto che sostanzialmente chiude la partita tributaria fra il Socio Unico e la sua azienda. Il pilastro su cui ruota il piano è lo stesso per tutte le altre società Partecipate, ovvero il piano di riequilibrio. L’accordo con lo Stato impone diversi paletti alle falangi dell’Amministrazione. Fra questi, il più importante è quello che, di fatto, impedisce aumenti del corrispettivo. In pratica Amat, come tutte le altre aziende del Comune, dovrà trovare entrate proprie. Ed è per questo che, oltre ad un restyling degli assets aziendali e a politiche di marketing settoriali, è stato inserito il ricorso a forme di partenariato pubblico-privato per diversi ambiti.

I punti cardine del piano industriale di Amat

Rivolgendo lo sguardo al futuro, Amat punterà sull’aggiornamento della flotta dei mezzi (con particolare riguardo alle vetture elettriche) e dei sistemi informativi per l’utenza (fermate intelligenti e paline elettroniche), su una generale riorganizzazione del trasporto pubblico gommato e ferrato (in base alle direttive del PUMS), sull’adeguamento delle tariffe della sosta (zone blu), del costo dei biglietti (si passerà da 1,40 e 1,60 euro) e sul rinnovamento del personale (attraverso turnover ed assunzioni). In termini di percorrenza, l’obiettivo che si pone Amat nel triennio è quello di raggiungere 11 milioni di km/anno con il trasporto pubblico su gomma e di circa 900 mila km/anno con il tram. Ciò nel rispetto dell’equilibrio economico-finanziario dei conti.

Servizi in perdita ai privati

Ottica nella quale dovranno essere sfrondati i rami secchi, ovvero i servizi in perdita. Come da rumors degli ultimi mesi, i servizi di car&bike sharing verranno esternalizzati ed affidati ai privati attraverso specifici bandi. Secondo quanto si legge nel piano industriale di Amat, tali ambiti hanno generato una perdita media di oltre 600.000 euro all’anno (come attestato ad esempio dal bilancio 2023). Destino diverso riguarderà il servizio di rimozione auto. Inizialmente, anche quest’area aziendale sarebbe dovuta andare a bando. Ma, almeno in questa prima fase, verrà garantito un interregno gestionale. Fino alla conclusione della procedura d’affidamento, il servizio di rimozione auto verrà accorpato a quello di sosta tariffaria.

Tram futuro cuore pulsante del trasporto pubblico locale

Il cuore pulsante del piano industriale di Amat è però costituito dal sistema tram di Palermo. Fino ad oggi, il treno intercittadino è stato un peso più che una risorsa. Anzi, si può classificare fra i servizi in perdita. Ciò però ha una spiegazione. Al momento, l’opera non è completa. E non lo sarà fino alla chiusura della fase due dei lavori, la quale dovrebbe essere inaugurata a breve con l’apertura del cantiere per realizzare la linea C (Stazione Centrale – Stazione Notarbartolo). La fine degli interventi è prevista entro il 31 dicembre 2027, così come per le altre due linee della fase due. Il cantiere della linea B dovrebbe iniziare entro giugno 2026 e concludersi in 540 giorni. Un termine entro il quale dovrebbe essere completata anche la prima parte della linea A (Notarbartolo-Stadio). Fatto che dovrebbe comportare una generale riorganizzazione del trasporto gommato, con alcuni autobus che saranno destinati alle aree periferiche. Quelle meno servite al momento dai servizi di trasporto pubblico locale.

La manutenzione dei mezzi comunali

Fra le grandi novità della programmazione triennale di Amat c’è il nuovo polo sperimentale di manutenzione. Base operativa del progetto è l’officina dell’azienda posta in via Roccazzo. L’idea è quella di sfruttare la riduzione delle linee del trasporto gommato avvenuta in questi anni, impiegando le risorse umane a disposizione nella riparazione dei mezzi delle altre falangi dell’Amministrazione. Obiettivo con il quale si punta a produrre “utili attraverso la fornitura di servizi alle società terze, attraverso una sostanziale internalizzazione del servizio di manutenzione, strettamente e fortemente connesso con la produzione ed il raggiungimento degli obiettivi di piano“. La messa a regime è prevista per il 2026, con un periodo di prova da condurre entro fine 2025. L’azienda mira a realizzare circa 250 interventi all’anno nell’arco del biennio finale del piano industriale.

La Palermo Tourist Card

Altro aspetto rilevante riguarda le iniziative di marketing. La più interessante fa riferimento alla “Palermo Tourist Card“. Una sorta di biglietto unificato che consentirà ai visitatori in città di utilizzare tutti i mezzi pubblici e di poter visitare al contempo musei e palazzi storici del capoluogo siciliano. Ci sono tre ipotesi al vaglio dell’azienda (12 euro/24 h, 16 euro/48 h, 20 euro/72 h). Secondo le previsioni, potrebbero aderire all’iniziativa circa 200.000 persone all’anno. Ovvero il 10% della platea turistica registrata nel 2024.

Sono previste in futuro una serie di offerte da destinare ai residenti. Fra queste l’introduzione di un abbonamento dal costo di 100 euro per nove mesi dedicato ai palemitani under 27. A questo verrebbe affiancato un nuovo tipo di abbonamento disponibile a tutti, valido per tre mesi e dal costo di 45 euro. Rispetto al passato, chi sottoscriverà il tagliando avrà accesso a tutte le linee di Amat. Agevolazioni che, se scatteranno, potrebbero diventare più di un’alternativa al biglietto singolo. Il titolo infatti passerà da 1,40 euro a 1,60 euro per 90 minuti. Fatto che, secondo le previsioni del piano industriale di Amat, genererà introiti per 2,6 milioni di euro. Profitti che, uniti a quelli di zone blu e parcheggi automatizzati, dovrebbero generare attivi a bilancio per 5,6 milioni di euro.

Piano industriale di Amat, il fascicolo del personale

L’ultimo aspetto da considerare (ma non per importanza) riguarda le politiche del personale. All’interno del documento è previsto intanto un buono pasto da 6 euro da destinare ai lavoratori impiegati in determinate fasce orarie. Una risposta concreta a quelle che sono state le proteste dei dipendenti di Amat condotte nell’ultimo anno e mezzo e riferite ai cosiddetti accordi di secondo livello (pacchetto di diritti dei lavoratori in cui rientrano anche i sopracitati buoni pasto). Costo dell’operazione circa 1,5 milioni di euro.

C’è poi il filone del fabbisogno del personale. Secondo quanto previsto dal documento, per sostenere le attività di Amat saranno necessarie 1594 unità. In pratica, serviranno oltre 300 dipendenti in tre anni. Fatto che sostanzialmente apre la porta a nuovi concorsi. Ciò a maggior ragione considerando un altro elemento chiave della delibera, ovvero il turnover. Al netto dei pensionamenti, saranno necessarie altre 132 unità di persone, principalmente relative alla categoria degli autisti e dei meccanici. Proprio in tal senso, si è recentemente registrata una lettera aperta degli ex lavoratori interinali dell’officina di via Roccazzo, i quali hanno chiesto attenzione al mondo politico e all’azienda.

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