“Il personale è ridotto ormai a carne da macello. Ogni giorno spuntano nuovi casi di contagio in tutte le aziende ospedaliere. Bisogna potenziare subito l’organico, altrimenti rischiamo gravissime ripercussioni sui pazienti”. Lo afferma Agata Consoli, segretario provinciale Fials Catania, che lancia l’allarme sugli effetti della circolare regionale e delle nuove regole per il contrasto al Covid negli ospedali. Il sindacato spiega che sono tornati i focolai nei reparti e il personale è allo stremo.
“Dato che l’evenienza di positivi al coronavirus non è eliminabile per l’elevata diffusione del virus e visto che la popolazione è nella stragrande maggioranza protetta dalla vaccinazione – sostiene il sindacato – la Regione ha deciso di riorganizzare gli ospedali, per gestire i positivi asintomatici o paucisintomatici all’interno dei reparti di degenza no Covid competenti per la patologia prevalente, proprio al fine di assicurare la migliore assistenza”.
Per Consoli “queste disposizioni, seppur condivisibili in linea teorica in quanto fanno tornare al centro dell’attenzione sanitaria le diverse patologie che sono state ‘trascurate’ dall’inizio della pandemia ad oggi, nella pratica sono inattuabili sulla base delle linee guida emanate, principalmente per la cronica carenza di personale, circostanza che non consente il turnover nella frequentissima ipotesi di contagio di quello in servizi”.
“Non solo questo personale da tre anni non ha avuto alcun riconoscimento – spiega Consoli – ma adesso si trova a dover affrontare, senza alcun adeguamento occupazionale idoneo, l’ennesima fase critica con regole volute dalla Regione, che mettono a rischio la salute degli operatori sanitari, oltre che dei pazienti, su cui ricadono ovviamente le conseguenze. Si potrebbe infatti giungere alla drammatica situazione che tale organizzazione possa portare alla chiusura di interi reparti a causa del contagio della maggior parte del personale ivi impiegato, generando la paradossale conseguenza che per cercare di curare i pazienti asintomatici o paucisintomatici, alla fine non sarebbe più possibile curare nemmeno i pazienti no-Covid”.