“È indispensabile in questo momento trovare una soluzione proprio perché i pazienti, soprattutto le persone fragili, hanno serie difficoltà”.
Elisa Interlandi, presidente nazionale Anmed, ha espresso forte preoccupazione per gli effetti del nuovo nomenclatore tariffario, durante un incontro tra professionisti della sanità presso la sede dell’Ordine dei Biologi della Sicilia.
“Noi stiamo facendo pressione affinché il Governo nazionale e quello regionale sospendano immediatamente questo tariffario. I codici, cambiati lo scorso 30 dicembre dopo 26 anni, hanno creato il caos nei medici di famiglia, nelle strutture pubbliche e private – spiega -. I nuovi LEA includono molte prestazioni fondamentali, ma tante aziende sanitarie e laboratori si rifiutano di effettuare gli esami perché i problemi amministrativi e tariffari non sono stati risolti”.
I nuovi Lea
L’introduzione del nuovo nomenclatore tariffario avrebbe dovuto rappresentare un cambiamento significativo per il Servizio Sanitario Nazionale, aggiornando oltre 3.000 prestazioni tra specialistica ambulatoriale e assistenza protesica. Di queste, ben 1.113 tariffe sono state riviste o aggiunte, pari al 35% del totale.
Tuttavia, la complessità del nuovo nomenclatore sta creando difficoltà operative. Questo richiede un intervento tempestivo per evitare che i benefici si trasformino in ostacoli. La situazione è particolarmente critica per i pazienti più fragili. Inoltre, si attende la decisione del TAR Lazio prevista per il 28 gennaio.
Il coinvolgimento di medici, biologi e operatori sanitari è essenziale. Solo così si potrà garantire l’applicazione corretta delle nuove tariffe. È necessario assicurare che i cittadini accedano senza difficoltà alle prestazioni previste.
“Questo problema non può essere risolto senza un intervento politico serio L’innovazione non può escludere l’assistenza standard – conclude la presidente -. Tantissimi esami sono stati cancellati, e questo compromette l’accesso alla medicina di base che deve essere garantita a tutti gli esseri umani”.