Ha deciso di pentirsi e di collaborare con la giustizia William Alfonso Cerbo, uno dei vertici del clan catanese dei Mazzei, e ha confermato in più verbali delle ultime settimane l’esistenza, ricostruita dalle indagini della Dda di Milano e dei carabinieri del Nucleo investigativo, di “un’alleanza” tra Cosa Nostra, ‘ndrangheta e camorra, che sarebbe stata attiva tra Milano e Varese per fare “affari” e con legami anche col mandamento di Castelvetrano (Trapani), quello di Matteo Messina Denaro.
La novità è emersa nella maxi udienza del procedimento “Hydra” di stamani a carico di 146 persone, davanti al gup Emanuele Mancini, nel corso della quale, come preannunciato, il procuratore Marcello Viola e i pm Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane hanno depositato atti di nuove indagini integrative, tra cui appunto i verbali del nuovo pentito Cerbo e riscontri con intercettazioni.
Le indagini, passate anche per una decisione del gip che bocciò gran parte degli arresti poi però confermati da Riesame e Cassazione, hanno documentato un presunto “sistema mafioso lombardo”, ossia una ipotizzata “alleanza” tra “appartenenti” a Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra, all’ombra di Messina Denaro, morto nel settembre 2023 e che era stato arrestato a gennaio dopo oltre 30 anni di latitanza.
Tra gli imputati del maxi procedimento, infatti, figura Paolo Aurelio Errante Parrino, parente del boss. A Viola e Cerreti, tra l’altro, nei mesi scorsi era anche stata rafforzata la scorta per minacce ricevute legate a queste indagini.
I pm hanno chiesto al giudice di acquisire i verbali di Cerbo, soprannominato “Scarface” e anche vicino al clan della camorra dei Senese, nel maxi procedimento (77 gli imputati in abbreviato, 59 in udienza preliminare e gli altri puntano a patteggiare) e le difese, dati i nuovi depositi della Dda, hanno chiesto termini a difesa, ossia un rinvio dell’udienza per l’inizio della requisitoria della Procura. In sostanza, da quanto si è appreso, nei verbali (non ancora nella disponibilità dei legali) Cerbo ha raccontato agli inquirenti che quella ‘super alleanza’ tra mafie in Lombardia sarebbe stata creata nel 2019 e per gestire gli affari di Messina Denaro, quando era latitante, come già in parte venuto a galla dall’inchiesta passata per arresti bocciati nell’ottobre 2023, ma con l’accusa di associazione mafiosa e le misure cautelari poi riconosciute da Riesame e Cassazione.
Cerbo, imputato nel maxi procedimento, ha spiegato che il suo pentimento è derivato da ragioni familiari e, con l’inizio della collaborazione, è stato subito trasferito in una località protetta. Tra coloro che hanno chiesto il processo abbreviato figurano Giuseppe Fidanzati, figlio del boss di Cosa Nostra Gaetano Fidanzati, e Bernardo, Domenico e Michele Pace, che avrebbero fatto parte del mandamento della provincia di Trapani, con al vertice Paolo Aurelio Errante Parrino, che è in udienza preliminare.
Se il gup disporrà l’acquisizione dei nuovi atti, alle difese potrebbe essere dato un termine per studiarli e semmai cambiare anche scelta processuale, tra procedimento ordinario e abbreviato.
E’ stata aggiornata al prossimo 4 novembre la maxi udienza a carico di 146 persone, davanti al gup di Milano Emanuele Mancini, scaturita dall’inchiesta “Hydra” dei carabinieri del Nucleo investigativo e della Dda milanese su un presunto “sistema mafioso lombardo”, una ipotizzata “alleanza” tra “appartenenti” a Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra e che sarebbe stata attiva tra Milano e Varese per fare “affari”.
Dopo il deposito stamani in udienza di nuovi atti di indagini integrative, in particolare i verbali del pentito William Alfonso Cerbo e altri riscontri con annotazioni e intercettazioni, infatti, il giudice ha concesso “termini a difesa” ai legali per studiare quelle carte e ha rinviato il procedimento.
Nella prossima udienza, da quanto si è saputo, le difese potranno sollevare eccezioni e poi il gup deciderà se acquisire quei nuovi atti.
Dopo il deposito stamani in udienza di nuovi atti di indagini integrative, in particolare i verbali del pentito William Alfonso Cerbo e altri riscontri con annotazioni e intercettazioni, infatti, il giudice ha concesso “termini a difesa” ai legali per studiare quelle carte e ha rinviato il procedimento.
Nella prossima udienza, da quanto si è saputo, le difese potranno sollevare eccezioni e poi il gup deciderà se acquisire quei nuovi atti.





