Annata abbondante in vista per gli olivicoltori siciliani. Almeno così pare a vedere la zagara che ricopre gli alberi presenti in tutta la Sicilia. È quanto prospettato dalla Coldiretti regionale.
Dal trapanese al siracusano dal messinese all’agrigentino non c’è zona dell’Isola in cui gli ulivi non presentino una ricca fioritura. Dopo che lo scorso anno la produzione ha fatto segnare il record negativo, la prossima raccolta e molitura delle olive, prevista tra i mesi di ottobre e dicembre, si annuncia molto positiva.
Anche se è ancora troppo presto per cantare vittoria l’Associazione degli agricoltori fa notare come a maggio di quest’anno a differenza dello stesso periodo del 2016, quando gli alberi erano privi di zagara, si evidenzia una buona allegagione, ovvero lo sviluppo iniziale dei frutti immediatamente successivo alla fioritura. Tutto quindi lascia ben sperare. Adesso molto dipenderà dall’andamento del clima. Se le stagioni primaverile ed estiva procederanno secondo la norma, senza calamità e shock termici, è molto probabile che le attese vengano confermate.
Il 2016 è stata un’annata drammatica. La produzione di olio è crollata del 42%, più della media nazionale che ha fatto registrare -38%. Il calo, atteso in ragione del fatto che le coltivazioni non intensive alternano una stagione di ottimi raccolti e una di magra, è stato più accentuato a causa degli sbalzi climatici verificatisi durante la primavera. Inoltre quella del 2015 era stata un’annata molto produttiva.
La Sicilia, comunque, è risultata la terza regione come quantità di raccolto dopo Puglia e Campania.
Oggi la produzione di olive e olio di oliva rappresenta uno dei settori più importanti dell’agricoltura e dell’economia siciliana. Sono 160 mila gli ettari coltivati nell’Isola. La provincia leader è Messina, con oltre 36.000 ettari, seguita da Trapani con 27.000. Al di là dello standard alto dal punto di vista qualitativo di tutta la produzione regionale, qui vengono prodotti alcuni oli di eccellenza che si affermano sul mercato nazionale ed internazionale.
“La qualità della produzione regionale – sottolinea Coldiretti Sicilia – è testimoniata dai premi ricevuti dai nostri olivicoltori in tutto il mondo e dai risultati dalle sei produzioni denominazione di origine protetta e dall’Igp Sicilia (Indicazione di origine protetta) ottenuta un anno fa. Ciò dimostra un patrimonio inestimabile. La varietà delle cultivar, l’altra specializzazione raggiunta dagli olivicoltori, sono una garanzia prima di tutto per i consumatori”.
Per Coldiretti Sicilia “bisogna diffidare da bottiglie d’olio che costano pochi euro perché danneggiano l’economia e minano la salute. Leggere attentamente l’etichetta e la provenienza è determinante per poter scegliere un olio sano e garantito”.