“Catania inizia a vivere i festeggiamenti in onore di Sant’Agata: un’esperienza unica, dove fede e passione si intrecciano”. Queste le parole del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno in un post su Facebook.
Ieri mattina la tradizionale ‘uscita’ della Carrozza del Senato e la processione per l’Offerta della Cera. “Le candelore, il corteo degli ordini cavallereschi, un rito che si ripete da secoli, accompagnato dal sorriso coinvolgente dei catanesi e dei numerosi turisti, tutti pronti a vivere una tre giorni che il mondo ci invidia, nel segno della nostra Patrona”.
“Vorrei, da questo luogo santo, accanto a Sant’Agata, invitare a organizzare la loro speranza i nostri fratelli e sorelle carcerati. Cari detenuti, voi vivete temporaneamente la privazione della libertà, ma potete cambiare strada”.
Lo ha detto l’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, nell’omelia della messa dell’Aurora celebrata nella Basilica Cattedrale in onore della Patrona della città, Sant’Agata. “È pur vero – aggiunge mons. Renna – che avete messo a repentaglio i beni e la vita degli altri, spesso a servizio della criminalità organizzata, soprattutto avete rovinato voi stessi, ma non per sempre! Cari detenuti e detenute, vi invito a guardare nel vostro cuore e liberarvi da quelle catene che vi hanno tenuti prigionieri prima ancora di andare in carcere: la convinzione che ad esempio, possedere soldi, avere un Rolex d’oro o una tuta di marca facesse la libertà della persona, a prezzo dello spaccio, della ricerca del pizzo, delle rapine e delle truffe. E che dire – osserva l’arcivescovo di Catania – di quanti di voi per avere i soldi per la droga hanno perso il controllo di sé, arrivando a usare violenza ai propri anziani genitori o hanno spacciato stupefacenti con il proprio bambino in braccio?”.
Mons. Renna auspica che in tutta Italia e in tutti i luoghi di detenzione “ci siano condizioni che superino precarietà e sovraffollamento, e ci siano mani pronte a farvi uscire dal tunnel in cui tante esistenze sono entrate” e invita i detenuti “a liberarsi da ogni diffidenza e a coltivare la speranza di uscire non solo dal carcere, ma da ciò che vi ha portati a esso”.