E’ stata definita dagli investigatori Operazione “Mountain Diesel“, ed è l’eloquente dicitura con la quale è stata ribattezzata l’attività che ha portato all’individuazione di una traffico illecito per tre milioni e mezzo di litri di gasolio scoperto a Cesarò, con provvedimenti emessi nei confronti di nove soggetti denunciati.
I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Messina hanno scoperto, nell’ambito di una complessa attività investigativa avviata nei mesi scorsi, un vorticoso traffico di prodotti petroliferi ceduti illegalmente, individuando un vero e proprio distributore clandestino di carburante ubicato a Cesarò, denunciando all’Autorità Giudiziaria nove persone e sequestrando ventimila litri di gasolio.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, hanno consentito di accertare che il titolare di una ditta individuale esercente il commercio di carburante per uso agricolo, dopo aver acquistato regolarmente il gasolio per il predetto uso, sottoposto a tassazione agevolata, presso un deposito di Augusta, durante il percorso di rientro alla sede della sua azienda, lo scaricava presso luoghi non autorizzati né alla detenzione, né all’utilizzo di tale carburante ad uso specifico.
Tali acquirenti, principalmente ditte di autotrasporto, in virtù di questo meccanismo e approfittando del prezzo vantaggioso si proponevano, a loro volta, sul mercato “nero” a tariffe concorrenziali, ponendo in essere una forma di concorrenza sleale, oltre che del tutto illecita, nei confronti degli operatori regolari del settore, grazie a una consistente riduzione dell’accisa, pari a ben il 78%, ossia circa cinquanta centesimi di euro al litro.
Più precisamente, a fronte di un prezzo di mercato che oscilla mediamente intorno a € 1,35 per litro, il prezzo di vendita effettivo era pari a circa € 0,85 per litro.
Naturalmente il tornaconto non era solo per i clienti: anche il titolare della ditta, a fronte di un prezzo di vendita dichiarato di € 0,65, otteneva una guadagno netto totalmente “in nero”, pari a circa venti centesimi a litro.
Lo stesso, inoltre, al fine di giustificare le illecite compravendite di prodotto, emetteva falsa documentazione contabile, come fatture di vendita e documenti di accompagnamento del prodotto, intestandoli ad ignari soggetti.
Le Fiamme Gialle, grazie all’ausilio di alcune telecamere installate nelle immediate adiacenze dell’azienda, hanno appurato che una parte di prodotto veniva stoccata direttamente presso il deposito della ditta di Cesarò, il quale, in alcune giornate, si trasformava in un vero e proprio distributore stradale abusivo.
Nel corso delle investigazioni i finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno sottoposto a sequestro ventimila litri di gasolio agricolo, cinque serbatoi da novemila litri ciascuno, contenenti il predetto prodotto petrolifero denaturato, e un’autocisterna.
Nel complesso, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria competente nove responsabili, in concorso tra loro: il titolare del deposito commerciale oggetto d’indagine e altre otto persone, tutti per il reato di sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici, che prevede la reclusione fino a cinque anni.
Gli sviluppi investigativi, basati sulla minuziosa analisi della documentazione contabile ed extra-contabile detenuta dal deposito commerciale, hanno consentito di quantificare la vastità del fenomeno evasivo: è stato calcolato che dal 2014 al 2016 il titolare della ditta ha illecitamente ceduto oltre 3.600.000 litri di prodotto con accisa agevolata, con un danno per l’Erario, recuperato così a tassazione, pari a circa due milioni di euro. Infine, è stato stimato in circa ottocentomila euro il valore dell’Iva e dell’Irpef sottratto a tassazione.
La Guardia di Finanza, organo di polizia giudiziaria con competenze specialistiche in campo tributario, opera quotidianamente per contrastare le frodi nel settore delle accise e gli illeciti nel commercio dei prodotti energetici, che generano effetti negativi per l’economia, ostacolano la normale concorrenza fra imprese e danneggiano le risorse economiche dello Stato, accrescendo, da ultimo, il carico fiscale per i cittadini onesti.