Finanziaria, Province, condono edilizio, stabilizzazione dei precari Asu. Sono questi i temi caldi della stagione politica che nonostante le critiche, da destra a sinistra, dovrebbero trovare la strada del voto a Sala d’Ercole. Rassicurazioni che promanano direttamente da Carmelo Pace, il capogruppo della Dc all’Ars, dato che “nell’arco di questo anno solare abbiamo prodotto e approvato più disegni di legge rispetto al passato. Un plauso va certamente al presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno, il cui sostegno ci consente portare avanti i lavori d’aula”.
Ma non è tutto rose e fiori per la Democrazia cristiana. Prima di entrare nel vivo del colloquio telefonico tra l’ex sindaco di Ribera e ilSicilia.it, una questione va chiarita. E’ passato qualche giorno dalla polemica che si è abbattuta su Nuccia Albano, espressione del partito in seno alla giunta Schifani insieme al collega degli Enti locali Andrea Messina. Una precisazione che lo stesso Pace vuole evidenziare: “La polemica così come è arrivata se ne è andata. Conosco Nuccia Albano, una grande professionista stimata nel suo campo, esponente di un governo regionale serio e onesto. E meglio di me, la conoscono le Procure siciliane che, ancor prima della politica, si sarebbero accorte di eventuali zone d’ombra. È ovvio che si sia trattato di una polemica con finalità politiche”, ma non andate a buon fine perché “La fiducia nei confronti dell’assessore Albano è stata confermata dal presidente Schifani e che ringraziamo come partito”.
Le critiche delle opposizioni rispetto alla fermezza del governatore siciliano di tenere Albano in giunta non sono mancate. “Una macchina infernale messa in moto contro il partito e che probabilmente continuerà” afferma Pace. Il partito cresce e cresce in salute e prende posizione anche nelle dinamiche della maggioranza. “Siamo partiti con il 6 per cento e se oggi ci fosse un sondaggio che simulerebbe un test elettorale, la percentuale sarebbe anche il doppio. Mentre a noi questo dato rende felici, ad altri attori della politica ovviamente no. Ma non voglio fare polemica, ma sottolineare come sia stato ingeneroso riprendere una vicenda di 60 anni fa”.
Si consolida il rapporto di fiducia tra i democristiani e il presidente della Regione Renato Schifani. “Un partito politico leale nei confronti del governo regionale. Siamo fedeli al progetto Schifani e lo siamo all’interno della coalizione di centrodestra, dove condividiamo con tutti le stesse responsabilità. La nostra lealtà è stata dimostrata in aula, perché i cinque deputati della Democrazia cristiana, – e c’è un report che lo testimonia – , sono stati sempre presenti in aula, soprattutto al momento del voto. Un dato politico importante per dimostrare la nostra piena vicinanza al governo regionale”.
La questione scottante rimane, comunque e ancora, quella della nomina dei manager della sanità siciliana. Ma Pace puntualizza che non c’è stata nessuna discussione ufficiale.
“Rinviare di qualche mese la nomina dei direttori amministrativi non cambia nulla. Siamo certi che il governo della Regione sceglierà i migliori rispetto ai quali noi non vogliamo entrare nel merito. Deve essere una scelta autonoma del governo. La commissione tecnica esterna aveva il compito di preparare gli elenchi che di fatto sono due. Non è importante fare in fretta, è importante fare bene. Nessuno si scandalizzi. L’opposizione vorrebbe fare emergere che il lasciar trascorrere questi giorni celi chissà quali accordi. Sono invenzioni delle stesse opposizioni”.
Congetture di Palazzo, dunque, secondo le quali “il centrodestra starebbe perdendo tempo perché non riusciamo a trovare una quadra. Ma si tratta semplicemente di proroghe tecniche che nulla hanno a che vedere con la dialettica interna al tavolo di centrodestra”. E a chi dice che non ci sono soldi nella legge di Stabilità per la sanità il deputato di Sala d’Ercole ribatte così: “Vedremo se ci saranno o meno”.
La manovra finanziaria non è stata ancora esitata in giunta regionale, però una buona parte di questa è racchiusa in altri provvedimenti che a breve approderanno al parlamento siciliano, come il Collegato ter. Tuttavia è certo che “Ci sarà un occhio di riguardo per gli enti locali e finalmente per i sindaci”.
Lo stallo sembra essere superato per l’assunzione con un contratto a tempo indeterminato degli oltre 4000 Asu impiegati dagli enti locali dell’Isola. “C’è stato un grande lavoro di squadra non solo fra gli assessori Falcone e Albano, ma soprattutto fra i dipartimenti dell’assessorato all’Economia e quello al Lavoro. Ci sono tutte le condizioni per arrivare alla stabilizzazione dei precari. Si stanno facendo i conteggi e il calcolo delle ore settimanali, per comprendere quanto ci possiamo permettere in termini di copertura finanziaria e mettere fine al precariato pubblico siciliano”.
Una sfida che il presidente della Regione vuole portare a compimento entro la fine del suo mandato. Più tortuoso è invece il percorso per la reintroduzione delle Province che passa prima di tutto dall’abolizione da parte di Roma della legge Delrio, anche se Pace si dimostra molto fiducioso. “Vogliamo condividere qualche merito insieme al presidente Schifani, per il lavoro portato avanti dall’assessore agli enti locali Andrea Messina e dal presidente della I commissione Ignazio Abbate, che sono esponenti del nostro partito. Per noi si può andare a votare anche in primavera”.
Attesa in aula anche la proposta del capogruppo di Fratelli d’Italia, Giorgio Assenza, sul condono edilizio. “Va analizzata e merita un approfondimento sereno. L’ho detto in tempi non sospetti, la Regione su questo tema molto delicato non può girarsi dall’altra parte ma deve prendersi le sue responsabilità. Allo stesso tempo non può essere bigotta rispetto a questo tema, bensì deve stare al fianco anche delle istituzioni locali: i sindaci. Come Democrazia cristiana ci prendiamo tutta la responsabilità alla luce del sole. Ciò che è accaduto in alcune realtà non deve più ripetersi. Occorre normare una volta per tutte” .
Proprio nella settimana che ha visto la polemica a distanza tra la Dc di Cuffaro e Raffaele Lombardo rientrato a pieno titolo nell’agone politico, il capogruppo all’Ars dei cuffariani rimette le distanze al loro posto e chiarisce che, nella punteggiatura della politica, molto spesso la forma è sostanza.