Ugo Forello studia da sindaco. Un outsider che potrebbe diventare il primo cittadino a cinque stelle della quinta città d’Italia.
Dopo la nomination travagliata uscita da comunarie anonime e sofferte, inserite in un contenitore di veleni, in cui non è mancato neanche l’esposto da parte degli indagati per il caso delle firme false nei suoi confronti, Forello ha cominciato la sua pedalata in silenzio. Tra riunioni e incontri, puntando a definire un’immagine che ancora tarda a venire fuori e che non sia la sola e semplice etichetta dell’uomo che viene dalle associazioni, ed è di passaggio nella velenosissima lotta di primavera tra Orlando, Ferrandelli e quel che resta del centro destra.
Forello sa che non basterebbe. Al telefono ai giornalisti risponde con cortesia tra un impegno e l’altro, ma non si scopre. L’obiettivo a breve termine è quello di ricompattare all’interno, per come è ancora possibile, essere di buona interlocuzione con il gruppo dei deputati regionali, Cancelleri e Trizzino in testa, che guardano favorevolmente alla sua candidatura, senza spellarsi le mani e uscire in tempo utile di fronte alla città senza etichette, ma al tempo stesso con una linea precisa.
Forello comprende che la Palermo dei laboratori ha poco tempo per scegliere e preferisce pochi contenuti, ma spiegati bene. «Le prossime elezioni saranno per cuori forti: ci saranno cittadini che dovranno scegliere di votare o per chi ci ha governato negli ultimi 30 anni e per il futuro. Siamo gli umici che possono cambiare le cose in questa regione e in Comuni come Palermo». Le parole del vice presidente della Camera Luigi Di Maio in una iniziativa del meet up di Santa Caterina Villermosa, non lasciano spazi a molti dubbi.
Le puntate in Sicilia del M5s sono tutte per vincere. Non per partecipare. Se Grillo scenderà in campo in prima persona il valore aggiunto sarà notevole anche a Palermo. Adesso inoltre che la possibilità di abbinare le elezioni politiche a quelle amministrative si fa concreta, e comunque non è esclusa (non ci sono date ufficiali per nessuno dei due appuntamenti, ma la sovrapposizione potrebbe avvenire), Il Movimento 5 stelle a Palermo fa ancora più paura.
Ferrandelli in primis è tra quelli che punta a una competizione interna, un testa a testa con l’elettorato grillino palermitano per un posto al ballottaggio. Sa di poterci riuscire, ma una coincidenza così vistosa di date, con un effetto a cascata, spariglierebbe tutti i giochi. Orlando punta tutto sul primo turno, consapevole del fatto che dopo Roma e Torino, la sindrome di perdere a secondo turno potrebbe ripetersi anche a Palermo. E non ama correre rischi.
Un aiuto in questo potrebbe averlo dal governo regionale nel caso in cui Crocetta anticipasse tutti scegliendo una data non sovrapponibile. Una piccola cambiale che il governatore siciliano non mancherebbe di scambiare con il Pd romano. Pro domo Orlando. Chi l’avrebbe mai detto.