Chiuso il capitolo sull’approvazione del bilancio consuntivo 2022, il Comune di Palermo è chiamato ad affrontare e risolvere un’altra questione. Sebbene dopo mesi complicati siano stati scacciati gli spettri del dissesto finanziario, entro novembre si dovrà decidere cosa fare dei 35 milioni di euro avanzati dal rendiconto. Le tempistiche a disposizione sono strette e non consentono all’amministrazione comunale di concedersi alcuna battuta d’arresto sul tema. Tuttavia, l’atmosfera di Palazzo delle Aquile potrebbe non aiutare le rapide decisioni da prendere: i venti del rimpasto, infatti, soffiano forti tra i corridoi.
Adesso le somme a disposizione non devono rimanere impresse solo sulla carta, ma impegnate efficacemente in progetti concreti. Lo sanno bene anche i consiglieri comunali che hanno chiesto ed ottenuto un tavolo condiviso tra maggioranza ed opposizione per individuare le opere pubbliche più urgenti.
Questa riunione condivisa è stata possibile in virtù di reciproche concessioni tra consiglio e giunta comunale. Quest’ultima ha invitato il consiglio ad approvare in tempi molto brevi il rendiconto, ma in cambio ha accettato di organizzare una seduta comune per fissare le linee generali sull’impiego dei fondi rimasti. A tal proposito, la consigliera Giulia Argiroffi (Oso) spiega: “Il sindaco in aula, quando ha presentato il documento in cui abbiamo chiesto di mettere nero su bianco le condizioni, aveva individuato già quali erano le destinazioni di questi denari. Alcune cose sono condivisibili. Il fatto di condividere il percorso per noi era fondamentale”.
I lavori da eseguire a Palermo sicuramente non mancano, c’è solo l’imbarazzo della scelta. I fondi disponibili non sono certamente sufficienti per rendere la città l’emblema italiano della funzionalità dei servizi al cittadino, ma risultano comunque utili per compiere un passo avanti nello sviluppo urbano.
Su quali siano le impellenze per la città, la consigliera d’opposizione Giulia Argiroffi (Oso) afferma: “Una cosa che faremo assolutamente nostra è la sistemazione del sistema fognario in via Tiro a segno che non funziona completamente. E aggiunge: “Un’altra cosa che è emersa con urgenza nell’ultima settimana è l’emergenza crack, diventata un’impellenza improcrastinabile”.
Ogni gruppo consiliare attende il tavolo condiviso per poter affermare i propri progetti sull’impiego del denaro disponibile. L’auspicio rimane comunque quello di evitare forti contrasti che possano provocare rallentamenti decisionali. L’imperativo deve rimanere quello di non fare spirare le tempistiche per l’utilizzo dell’avanzo di bilancio. L’aria che tira a Palazzo delle Aquile non è certamente delle migliori.
Questa situazione potrebbe avere dei riflessi sul processo decisionale del consiglio comunale?
Giulia Argiroffi nega questa possibilità, ritenendo che il rimpasto “è soltanto una misurazione di forza tra i partiti. Non credo – prosegue – che ci possano essere, da una modalità simile di gestione del potere delle cose favorevoli per la città, se non casualmente. Il rimpasto è più legato agli equilibri di partito che non agli interessi della città”.