E se a Palermo dovesse piovere? Lo scenario appare quantomeno distopico visto il periodo di vacche magre che sta attraversando la regione sul fronte idrico. Una sorta di “what if” in puro stile Marvel, immaginando un futuro che si spera sia quanto più vicino alla realtà.
La domanda va comunque posta, soprattutto alla luce di quanto avvenuto lunedì pomeriggio nell’entroterra siciliano, con l’area dell’Ennese finita presto sott’acqua a causa di un improvviso e violento temporale estivo. Palermo, di certo, non è una città che ha brillato sul fronte idrogeologico. Abbiamo ancora tutti negli occhi le immagini di viale Regione Siciliana trasformata in un lago dopo l’alluvione del 2020, oppure il fiume di acqua e fango che è sceso da Monte Gallo nel 2021 e che si è abbattuto sul quartiere di Partanna. La prevenzione va fatta proprio in questo periodo, ovvero prima dell’arrivo delle piogge autunnali. E’ chiaro che vanno messe in atto una serie di attività, dalla pulizia delle caditoie al miglioramento delle reti di smaltimento delle acque meteoriche. La domanda quindi è una: cosa stanno facendo gli addetti ai lavori per prepararsi all’arrivo della tanto agognata pioggia?
La pulizia delle caditoie e gli interventi organici
L’acqua è un bene comune che coinvolge tanti enti. Dal Comune alla Regione passando per gli uffici del Dissesto Idrogeologico e per gli eventuali commissari. Una matassa di burocrazia che non sempre porta a risultati concreti. Alcuni interventi attendono da anni di essere conclusi, leggasi il collettore Nord Occidentale o quello Sud Orientale. Altri, come ad esempio quello relativo all’area marinara di Mondello, sono lontani dall’avere luce. Ma non tutto quello che riguarda la gestione della pioggia è da ricollegare a opere macroscopiche. Anzi, buona parte della prevenzione degli allagamenti passa da cose più piccole, come ad esempio dalla pulizia delle caditoie.
Operazione, quest’ultima, che spetta al Comune di Palermo. “Noi abbiamo fatto una serie di cose – sottolinea l’assessore ai Lavori Pubblici Salvatore Orlando -. Abbiamo sempre questa diatriba aperta fra Regione, PAI e Comune. Sicuramente, la manutenzione ordinaria è a carico del Comune. Nell’avanzo di Amministrazione abbiamo destinato una serie di progetti per la pulizia delle caditoie. Stiamo chiedendo i fondi. Abbiamo lavorato sul canale Mortillaro, all’altezza di via Amorelli con un intervento da 3,5 milioni di euro. Lavoreremo sicuramente sul canale Boccadifalco e su un tratto del Celona. Abbiamo comunque dato un metodo. Abbiamo istituito un ufficio per il Dissesto Idrogeologico. C’è un dirigente che segue gli ambiti di competenza“.
La riunione con il subcommissario
Strategia ufficializzata e chiarita anche dal sindaco Roberto Lagalla, dopo la riunione avuta con il Subcommissario per la Depurazione in Sicilia, Toto Cordaro. “Si tratta di interventi che valgono circa 60 milioni di euro, dei quali circa 48 assegnati nei mesi scorsi attraverso i Fondi di Sviluppo e coesione (Fsc), dopo l’accordo tra il presidente della Regione Siciliana Schifani e il Presidente del Consiglio Meloni, e 13 milioni già disponibili. Per i canali di gronda e le vasche di laminazione si aggiungono ulteriori 15 milioni e mezzo di risorse Fsc, assegnati al commissario per il Dissesto idrogeologico. Assolte, nei prossimi 18 mesi, le procedure di gara, è previsto che le opere vengano avviate nell’aprile del 2026 e che si possano concludere ad agosto 2028“.
“Grazie all’interlocuzione tra le istituzioni, dopo anni di immobilismo, si avviano azioni concrete per ridurre il rischio idraulico, che ha creato ingenti danni ai cittadini e alle attività commerciali delle borgate di Partanna e Mondello. Una battaglia che da anni abbiamo portato avanti a tutela degli abitanti e delle attività commerciali delle aree interessate dagli allagamenti – sottolinea il presidente della VI Commissione Ottavio Zacco -. Un piano di investimenti pari a 60 milioni di euro, destinati alla realizzazione dell’impianto di depurazione di Fondo Verde e al ripristino del collettore nord-occidentale, grazie alla realizzazione di canali di gronda e vasche di laminazione. Esprimo altrettanto apprezzamento per le opere che riqualificheranno monte Pellegrino e collegheranno il santuario con la borgata marinara di Mondello”.
I problemi su borgate marinare e periferie
Nei momenti di pioggia intensa infatti, a pagare il conto dei disagi e degli allagamenti sono soprattutto le aree marinare e quelle periferiche. I problemi sono tanti. Dalla mancanza di un sistema misto per gestire acque reflue e meteoriche, all’arretratezza di alcuni impianti, passando anche per dei cantieri eterni mai portati a termine e molto spesso finiti nelle diatribe burocratiche. In generale, ad occuparsi della gestione del servizio idrico in città è Amap, società Partecipata diretto dal presidente Alessandro Di Martino.
“Noi abbiamo competenza sulla manutenzione delle caditoie. I nostri operai osservano con particolare attenzione le aree più sensibili, cercando così di tenerle pulite il più possibile. Poi abbiamo un programma di intervento con cui giriamo in tutti i quartieri“. Fra le aree maggiormente a rischio c’è il quartiere di Mondello, nota borgata marinara della settima circoscrizione. “In quelle aree ci sono problemi infrastrutturali che vanno avanti da decenni – sottolinea Di Martino -. A Mondello ci sono difficoltà legate agli allagamenti, dovuti alla mancanza di strutture che regolamentino effettivamente il tema delle acque meteoriche. Succede quindi che, quando arrivano le precipitazione, la pioggia si inserisce nelle caditoie, normalmente programmate per contenere il refluo urbano. Quando a questa voce si aggiunge questo quantitativo d’acqua si generano gli allagamenti“.
La pioggia: un problema da gestire a monte
Il problema, secondo il presidente di Amap, è da valutare nel suo complesso. “Quello della gestione delle acque meteoriche è un sistema da regolamentare a monte. La pioggia non deve arrivare con questa portata in città. A monte ci sono i cosiddetti bacini di raccolta che oggi non sono manutenuti. Questi impianti spingono fuori queste acque meteoriche e per dilavamento arrivano in città, provocando disagi a Mondello, a Borgo Nuovo, nei sottopassi e in tante altre aree della città“. La manutenzione dei canali di bacino è della Regione, la quale è chiamata anche ad occuparsi in alcuni casi della riqualificazione dei canali di maltempo.
“Nella zona di Mondello ci sono attività che sta portando avanti il commissario per la Depurazione, con particolare riguardo al depuratore di Fondo Verde. All’interno del tavolo avviato con il commissario e il Comune proprio per analizzare le tematiche che ben presto ci possano essere su Mondello, ovvero i probabili allagamenti, devono arrivare altri soggetti. Fra questi il commissario per il Dissesto Idrogeologico, il quale ha in capo le attività sul Ferro di Cavallo e sui canali di gronda attorno al monte, la cui mancanza è stata evidenziata da uno studio condotto da Amap con il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Palermo“.
La carenza di infrastrutture e i cantieri infiniti
Ai problemi annosi del famoso depuratore di Fondo Verde, ci sono altre interventi strutturali che vanno attenzionati. “C’è anche il tema legato al collettore Nord-Occidentale. Manca l’ultimo chilometro per andare a scaricare le acque piovane direttamente a mare. Negli anni è stato portato avanti, ma non è stata completata l’opera a causa degli stop dettati dai movimenti ambientalisti. Secondo loro questo impianto avrebbe creato problemi all’area protetta. Chiudere il cerchio su questo impianto rientra fra le competenze del commissario per la Depurazione. Con tutti questi interventi si dovrebbe risolvere il problema di Mondello“.
Ma Mondello non è il solo quartiere soggetto ad allagamenti. Anche aree lontane dal mare, leggasi Ciaculli e Borgo Nuovo, sono soggette a fenomeni simili. Una lista in cui rientra anche l’altro lato costiero del capoluogo siciliano, ovvero la Costa Sud. “Per tutte le altre aree è necessario veicolare le acque meteoriche. Sarebbe stato utile avere un sistema misto. Invece perora abbiamo un’unica struttura che dovrebbe sostenere entrambe le cose ma non è possibile. Sull’area Sud ci sono diversi interventi. Lì c’è un lavoro commissariale sull’area destra del fiume Oreto. Poi ci sono dei lavori del Comune sul collettore Sud. Anche lì il problema è che l’area è sprovvista ancora di un sistema di defluizione delle acque meteoriche sufficiente e quindi si creano allagamenti“, conclude De Martino.