L’emergenza cimiteri a Palermo comincia a intravedere una fine. Al 29 marzo, infatti, ai Rotoli risultavano 839 salme in attesa di sepoltura. Nel dettaglio, si tratta di 608 da inumare e 231 da collocare in uno dei loculi trentennali. Oggi, invece, ne saranno sistemate altre 25. Quindi, il numero complessivo scenderà a 814.
Se si pensa che solo nove giorni fa le famiglie che aspettavano di poter dare degna sepoltura ad un proprio congiunto erano 990 (176 in più rispetto ad oggi), si fa presto a dire che il commissariamento fortemente voluto dalla giunta Lagalla sta dando i suoi frutti.
I 42 operai Reset e i 10 dipendenti comunali coinvolti lavorano contemporaneamente su spurghi, estumulazioni, inumazioni, tumulazioni. E il Comune ha anche dato la possibilità di richiedere la cremazione, a spese dell’amministrazione, avendo sottoscritto un accordo con il gestore del tempio crematorio di Misterbianco, nel Catanese. La fiducia nel nuovo corso, però, aumenta. Tanto che le richieste ad oggi sono state soltanto 12.
Priorità dell’assessore ai Servizi cimiteriali, Totò Orlando, è “uscire quanto prima dall’emergenza”, per poi concentrarsi sul decoro generale dei Rotoli: “Per prima cosa, dobbiamo svuotare i due capannoni abusivi, perché privi di ogni autorizzazione necessaria – ci tiene a precisare – che si trovano lungo i viali del cimitero. In passato hanno contenuto anche 900 bare, che nel corso degli anni hanno rilasciato percolato sull’asfalto. Che dovrà, quindi, essere ripristinato. Intanto, possiamo dire con certezza che in questi mesi siamo riusciti a togliere dai depositi ben 500 bare”. Più di un terzo delle salme che erano rimaste senza sepoltura dal 2020.
Con una media che continua ad attestarsi sulle 20 bare al giorno, la promessa fatta da Lagalla di riuscire a smaltire l’arretrato di anni entro il prossimo 2 novembre potrebbe essere mantenuta: “Dobbiamo continuare a lavorare a testa bassa”, sottolinea Orlando.