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Vi ricordate il progetto della mini Rambla pedonale in via Emerico Amari? Quella annunciata dal Comune di Palermo il 17 aprile 2019? Già allora – e non facciamo gli indovini di professione – avevamo ampiamente previsto che quell’ipotesi progettuale (sicuramente interessante per riqualificare una delle zone più martoriate della città dai cantieri dell’Anello Ferroviario) non sarebbe andata facilmente in porto.
E non perché siamo dei “nemici della contentezza”, ma perché da molti anni conosciamo e raccontiamo le lungaggini politico-burocratiche cui ci ha abituato questa città. «Non lasciatevi incantare dai rendering in alto: questo è ciò che potrebbe essere e che invece non sarà. E non illudetevi di chiamarla “rambla“, perché con Barcellona non avrà nulla a che vedere…». Così iniziava il nostro racconto dell’ennesima opera annunciata dalla Giunta Comunale, rimasta sulla carta.
E i fatti – ahinoi – ci hanno dato ragione. All’epoca addirittura l’assessore al Decoro Urbano Fabio Giambrone trionfalmente annunciava: «I lavori partiranno immediatamente, anche grazie alla collaborazione con la Camera di Commercio che ha redatto un progetto di massima», e ipotizzava di concludere i lavori “entro luglio”. (Senza specificare l’anno). È trascorso un anno e mezzo da allora: siamo quasi alla fine di luglio 2020 e di quel progetto nemmeno l’ombra.
A raccontare come stanno oggi le cose, l’attivissima consigliera del gruppo Oso Giulia Argiroffi. Dal 2019, insieme a Ugo Forello ha fatto richiesta di accesso agli atti: «Era il 17 aprile dell’anno scorso, quando in pompa magna il sindaco Orlando, affiancato dagli assessori al Decoro e alla Mobilità, Giambrone e Catania, avevano dichiarato che i lavori di riqualificazione di via Emerico Amari sarebbero “partiti immediatamente” e che ”entro luglio del 2019 sarebbe stata inaugurata” la “Rambla”. Felici all’idea di un progetto per Palermo, trascorso senza alcun segno di quelli annunciati sia l’immediato inizio dei lavori che l’inaugurazione di luglio, a settembre 2019 abbiamo chiesto di ricevere il progetto di massima redatto dalla Camera di Commercio, come dichiarato dall’Amministrazione, nei suoi 3 massimi rappresentanti, il 17 aprile 2019. Non abbiamo ricevuto nulla e abbiamo denunciato il mancato riscontro a ottobre. Abbiamo variamente sollecitato… ma ancora nulla”.
“A giugno 2020 – prosegue la consigliera comunale di Oso – abbiamo inoltrato nuova richiesta con la precisazione che avremmo fatto ricorso al TAR in assenza perpetrata di riscontro e finalmente abbiamo ottenuto la documentazione scritta di quanto la storia ha già decretato: questa Amministrazione fa pompose promesse propagandistiche, nella beffarda consapevolezza che niente di quello che si promette sarà. Non è mai esistito alcun progetto esecutivo, né alcun progetto definitivo per la Rambla di via Amari e la Camera di Commercio non ha mai redatto quel progetto di massima (che tra l’altro per legge non esiste neanche più…) di cui ai proclami del 17 aprile 2019″.
“Il sindaco Orlando – attaccano dal gruppo Oso – ha raccontato una menzogna, sapendo di mentire. E c’è anche la beffa: ci sono 1.098 giorni di ritardo nella consegna dei lavori del mezzo Anello Ferroviario di cui la menzogna della Rambla si chiedono i consiglieri – si proponeva a compensazione? Ci sono 30 attività fallite e famiglie prigioniere, illuse per anni da impegni presi e non mantenuti. È evidente che a Palermo niente funzioni, e questa affermazione è talmente grande da risultare quasi depredata di senso, invece purtroppo rispecchia la realtà. Banalmente. La presa per i fondelli però, rende la tristissima realtà di Palermo oltremodo insostenibile. Sindaco, lo hai detto ai tuoi assessori, quelli che lei ha scelto e messo dove esercitano: “Se non siete capaci, andate via”. Che vadano via, perché non solo sono incapaci ma offendono i palermitani, ma un attimo prima, vada via lei, che non solo non è capace di fare il suo lavoro (compreso scegliere gli assessori) ma offende i cittadini».
Il durissimo affondo si basa sul carteggio protocollato lo scorso 2 luglio 2020 dall’assessore Giambrone in cui si legge testualmente: «Allo stato attuale non sono stati redatti elaborati progettuali definitivi ed esecutivi e, di conseguenza, non vi è un cronoprogramma relativo all’intervento»; e ancora: «quest’Amministrazione, allo stato attuale, non è in possesso del progetto di massima redatto dalla Camera di Commercio».
Sembrerebbe un clamoroso autogol. Con buona pace dei residenti di via Amari e del comitato “Amari cantieri” che da anni denunciano ritardi nelle opere e mancati aiuti economici.
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