Piove sul bagnato in casa Palermo. Dopo la sconfitta di Carrara, arriva la seconda sconfitta consecutiva. Il Catanzaro espugna il Barbera 1-2, contro una squadra in piena confusione e priva di fantasia.
Cori contro la società, De Sanctis, Dionisi e la squadra sono stati la vera costante nei novanta minuti di gioco.
I risultati insoddisfacenti e lo stop di Diakitè impongono al tecnico toscano importanti rivoluzioni sull’undici titolare. La compagine rosanero si schiera in campo con un inedito 4-4-2, con Nedelcearu e Lund sulla line della retroguardia e Di Mariano e Di Francesco ai lati dei due centrocampisti, Segre e Ranocchia. Chiavi dell’attacco affidate al tandem Le Douaron-Henry.
Le scelte non pagano e i rosanero faticano a trovare le giuste misure nei primi minuti di gioco. Il Catanzaro ne approfitta e dopo una fase iniziale di contenimento le maglie giallorosse sfuggono via squarciando i reparti come burro. La spinta asfissiante e l’assedio in area generano i primi frutti già al quarto minuto e, invitato da Cassandro, Biasci non perde lucidità davanti lo specchio della porta: 0-1. Il numero 28 si conferma “bestia nera” dei siciliani, dopo i due centri, uno all’andata e uno al ritorno nella passata stagione.
Rabbia e delusione pervadono il Barbera. A piovere non è solo la grandine, ma anche cori e contestazioni. In un clima più incandescente che mai, il Palermo prova a cambiare inerzia e si espone maggiormente, sfruttando la fluidità del 4-4-2 in un 3-4-3, sfruttando una posizione più avanzata di Di Mariano e Di Francesco. Oltrepassato la sogli del decimo minuto il club di viale del Fante prova a ricomporre i pezzi, ma le timide reazioni non bastano. Il primo a provarci è Di Francesco al sedicesimo, che di testa spedisce alto sopra la traversa, seguito poco dopo dal tiro al limite di Di Mariano fuori misura. Appena oltrepassata la soglia del trentesimo giunge la chance più ghiotta. Questa volta è Le Douaron a chiamare in causa l’ex Pigliacelli, reattivo e attento sul secondo palo.
Al trentatreesimo la crescita di termini di intensità della manovra rosanero viene premiata. Dagli sviluppi di un calcio d’angolo il francese numero 21 spizzica per l’imbucata di Nikolaou che ristabilisce il pari: 1-1. Gli uomini di Dionisi tornano sui loro passi, alzano le barricate sul 4-4-2, abbassano i ritmi e si trascinano al termine del primo tempo.
Al rientro dagli spogliatoi il Palermo scende in campo con maggiore grinta e schiacciando per la maggior parte del tempo il Catanzaro all’interno della propria area, disinnescando con qualche difficoltà l’avanzata dei calabresi. Il match si fa sempre più fisico e agonisticamente acceso. L’occasione più importante passa dai piedi di Ranocchia, con un tiro dal limite di poco defilato sulla destra di Pigliacelli. Le statistiche premiano i padroni di casa, nonostante i tentativi dell’undici di Caserta di gestire il palleggio.
I primi cambi si concretizzano a pochi passi dal settantesimo. Due fischiatissimi Henry e Le Douaron vengono ufficialmente bocciati dagli spalti del Barbera, lasciando il posto a Brunori e Insigne. La spaccatura tra le fazioni è inconfutabile, con l’italo-brasiliano accolto dagli applausi del proprio pubblico e osannato, due minuti dopo, per la fiammata che sarebbe valsa il raddoppio. Proseguono i cambi con gli ingressi di Gomes e Baniya per Ranocchia e Nikolaou. La panchina non incide e la stanchezza prende il sopravvento. All’ottantaduesimo un Palermo eccessivamente scoperto ottiene la beffa e nel momento meno prevedibile del match Pompetti, isolato e privo di qualsiasi marcatura, punisce con facilità i rosa con un tiro a giro da fuori area: 1-2.