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Prendere a cuore la questione del Policlinico universitario, questo il fulcro della conferenza stampa indetta dal rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri, che ha voluto lanciare a tutti i candidati alla presidenza della Regione quest’appello.
“Il Policlinico universitario ancora oggi purtroppo viene considerato come un ospedale di provincia: la mancanza di attenzione in questi anni e le mancate azioni di governo hanno danneggiato la struttura. Se non riceveremo le dovute risposte nei prossimi mesi inizieremo un’azione di protesta”, afferma il rettore.
Midiri lamenta anche la sparizione del Policlinico dai temi della campagna elettorale: “Non c’è infatti un elemento chiaro e preciso, nei discorsi dei candidati, che riguardi la storia dei policlinici universitari, nella fattispecie quello di Palermo“.
A pagarne le conseguenze sono chiaramente gli studenti, per cui la mancanza di investimenti rischia di danneggiare la formazione necessaria, dando responsabilità anche alla gestione della pandemia: “La revisione dei posti letto e e dei reparti ospedalieri ha modificato in peggio l’attività degli specializzandi. Allo stesso modo ci sono altri soggetti cui il Policlinico deve garantire una formazione adeguata, come tecnici e operatori sanitari, che si sono trovati a lavorare in situazioni disastrose”.
Un altro punto critico è la presenza quasi ininterrotta, negli ultimi quindici anni, di un commissario straordinario nel ruolo di reggente: “Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Nonostante l’impegno indiscutibile profuso dal Commissario, l’Azienda, solo per citare alcune criticità, è da mesi priva di un Direttore amministrativo, priva di un Provveditore, in ritardo, anche per le mancate risposte della struttura commissariale regionale, sulla consegna di strutture sanitarie fondamentali quali l’area di emergenza, sale operatorie, ambulatori e sulla attuazione della programmazione triennale delle assunzioni, in difficoltà nella attuazione di tanti percorsi sanitari che, fondamentali anche per la formazione, vengono perseguiti e raggiunti con grande sacrificio dal personale docente, sanitario, amministrativo“.
Necessario è anche l’aggiornamento della struttura: “La nostra idea è di portare a nuova vita il vecchio Policlinico sotto una logica di campus universitario e crearegli accanto una struttura ospedaliera, senza le risposte adeguate siamo ancora ben lontani. Grave è la mancata redistribuzione dei fondi congelati dalla Regione per il progetto, poi tramontato, del Policivico. Stiamo parlando di 300 milioni fermi da oltre dieci anni e in attesa di essere divisi tra Policlinico e Civico: io vorrei arrivare alla fine del mandato avendo fatto qualcosa per studenti e pazienti, creando le condizioni per curarsi in Sicilia”.
Alla conferenza il preside della scuola di Medicina, Marcello Ciaccio, ha affiancato il rettore. Secondo lui la cosa peggiore che possa succedere è l’allargarsi del divario con le altre Università: “Se non garantiamo un’innovazione tecnologica di livello al Policlinico rischiamo di rimanere indietro e di non formare medici di qualità. In quanto a formazione e ricerca non siamo secondi a nessuno, ma serve un supporto adeguato delle forze politiche e in questi anni è mancato. I posti letto nei reparti erano ridimensionati, le 38 ore settimanali non erano garantite, in alcuni settori ai ragazzi non è stato concesso svolgere attività assistenziale: lo so che è successo anche negli altri ospedali italiani, ma i primi a rimetterci sono i futuri medici”.