Morì a Palermo nel 1625. E a Palermo venne sepolta nella chiesa di San Giorgio dei Genovesi. Nel tempo però della tomba di Sofonisba Anguissola, celebre ritrattista ammirata anche da Michelangelo, si sono perse le tracce.
Il mito della pittrice cremonese viene riletto domani, martedì 16 novembre, in un convegno promosso a Palermo dalla Fondazione Federico II e dall’Istituto Cervantes, che si svolge’ proprio nella Chiesa di San Giorgio dei Genovesi. L’iniziativa mira a ricomporre il patrimonio artistico che su Sofonisba condividono Palermo e la Spagna dove la pittrice venne accolta dallo stesso sovrano Filippo II. Di lei, che segnò il percorso di un’affermazione femminile in tempi difficili, parleranno Leticia Ruiz Gomez, direttore delle Collezioni Reali del Patrimonio nazionale di Spagna; il direttore dell’Istituto Cervantes, Beatriz Hernanz Angulo, la direttrice della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso.
“Sofonisba – dice Patrizia Monterosso – fu una delle voci che contribuì, certamente, a far diventare le donne protagoniste nell’arte e nella storia. La Fondazione è attenta all’obiettivo della valorizzazione, a partire da quel patrimonio artistico e ideale che artisti eccezionali come Sofonisba, hanno lasciato alla nostra isola“. Imbrigliata in un universo maschile, Sofonisba non fu la prima donna a dipingere. Ma con la sua forte personalità si ritagliò margini importanti di autonomia che la resero famosa in Italia e in Spagna.