Passante ferroviario di Palermo: le segreterie provinciali di Cgil, Fillea, Fiom e Filt ribadiscono il no al recesso del contratto annunciato dalla Sis. La Cgil e il il coordinamento delle sue tre categorie, edili, metalmeccanici e settore trasporti, chiedono che l’opera venga interamente completata, per consegnare una grande infrastruttura alla città e favorire nuovi sbocchi occupazionali.
“L’opera rischia di fermarsi e di restare incompleta. Il recesso del contratto sarebbe deleterio per la città. Così come sarebbe disastrosa l’ipotesi di una consegna parziale dell’opera, che rimanendo incompleta non sarebbe fruibile – dichiarano Enzo Campo, segretario generale della Cgil Palermo, Francesco Piastra, segretario generale Fillea Cgil Palermo, Francesco Foti, segretario provinciale Fiom Cgil Palermo e Salvatore Ferrito, responsabile Filt Cgil Palermo per il comparto ferrovie – Il completamento di tutte le opere previste (passante, anello, tram e nuove linee del tram, 2° appalto per la chiusura dell’anello ferroviario e doppio binario per il collegamento in 45 minuti da Cefalù a Punta Raisi) è necessario per definire il sistema intermodale dei trasporti di Palermo. Sono opere programmate per essere interconnesse, che cambierebbero l’immagine della città. Un percorso virtuoso che consentirebbe anche a Rfi di rendere moderni i mezzi e potenziare l’occupazione. L’investimento sui trasporti può segnare una svolta nella politica industriale di Palermo, con la riattivazione di un tessuto imprenditoriale, una crescita in termini di infrastrutture e il raddoppio dei posti di lavoro”.
Al cantiere del Passante ferroviario e dell’Anello ferroviario attualmente lavorano 600 operai tra edili e metalmeccanici. Ci sono i 250 edili della Sis, altri 100 edili dell’indotto e più di 200 metalmeccanici tra Eds Infrastrutture, Soitec, Bombardier e Telco. Se i lavori dell’anello ferroviario andassero a regime, gli attuali 40 operai tornerebbero a 120 unità.
Un altro cantiere che stenta è il raddoppio della tratta ferroviaria Ogliastrillo-Castelbuono: l’opera consentirebbe il collegamento di Cefalù con Palermo, l’interconnessione prima alla zona urbana e poi con l’aeroporto e con Trapani. A regime, potrebbero essere assunti altri 500 lavoratori. Il mancato collegamento da Palermo centrale a Punta Raisi comporterebbe anche una modifica del contratto di servizio appena firmato.
“Si creerebbe un processo virtuoso per Sis e Rfi, che consentirebbe di dare lavoro per qualche anno a un migliaio di persone tra edili, metalmeccanici, autisti e addetti al trasporto auto-ferro-tranviero. Il mancato completamento delle opere – concludono Cgil Palermo, Fillea, Filt e Fiom – spezza la possibilità di avere un sistema di trasporto urbano connesso al tram e al treno. Non possiamo aspettare altri 50 anni per avere il sistema di trasporti integrato a Palermo”.
Intanto da Bruxelles arrivano buone notizie per quello che è un troncone di interesse comunitario. Per la linea ferroviaria Palermo centrale-Notarbartolo, infatti, l’Unione Europea ha stanziato 29,6 milioni di euro. La tratta fa parte del corridoio europeo Berlino-Roma-Palermo, inserito nella lista delle grandi reti di trasporto comune (Ten-T).
Le risorse, provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), serviranno a finanziare in particolare la costruzione di tunnel e stazioni. “Questo progetto promuove la mobilità pulita in Sicilia – sottolinea il commissario per la Politica regionale Corina Cretu – tutti godranno di una migliore qualità dell’aria e i tempi di percorrenza diminuiranno”. I lavori dovrebbero essere completati entro la fine del 2019.