Il consiglio comunale di Palermo è riuscito ad approvare il bilancio entro la data di scadenza che era fissata al 31 dicembre. Le opposizioni, però, dopo un dibattito durato alcuni giorni, si sono astenute. Tra i più critici, i componenti del Movimento 5 Stelle, guidati dal capogruppo Antonino Randazzo.
Eravamo consapevoli che era assolutamente necessario evitare il dissesto, che avrebbe bloccato per tantissimi anni la possibilità di investimenti. Ne eravamo talmente convinti che il M5S ad inizio 2020 si era impegnato approvando quel piano di equilibrio “Lacrime e sangue” che, però, ha permesso oggi all’amministrazione attiva di non dichiarare il dissesto e potere provare nel 2023 a ragionare su come investire su questa città. Non abbiamo votato contro, ma ci siamo astenuti perché nonostante fosse importante non siamo totalmente convinti di questo bilancio. È una fotocopia del precedente. È imperniato su quello dell’amministrazione Orlando. Quindi, la nostra decisione è un rinvio al futuro, sperando che il governo Meloni fornisca le risorse necessarie per salvare Palermo e portare la città in una nuova dimensione al 2024.
Dei 15 milioni di avanzo, non tutti verranno impegnati per investimenti o manutenzioni. Ci sono oltre 3 milioni di euro rimasti “in sospeso”.
Parliamo di fondi che devono essere utilizzati entro il 31 dicembre 2022. Quindi, abbiamo dialogato con gli uffici e le aziende partecipate, chiedendo loro quali risorse potevano riuscire a spendere entro l’anno. L’unica che aveva questa possibilità nell’immediato era la Rap. Avremmo potuto utilizzare anche le altre risorse ma non abbiamo avuto le necessarie garanzie dell’utilizzo entro l’anno. Avremmo preso in giro i cittadini palermitani.
Quali sono le priorità del Movimento 5 Stelle per questo mandato?
Alcune emergenze non sono state risolte. L’amministrazione Lagalla è da poco tempo in carica. Quindi, non posso addebitare loro la responsabilità, però restano alcune questioni importanti, come la viabilità. La ristrutturazione del ponte Corleone, lo svincolo Perpignano, il ponte sull’Oreto. Poi, c’è la questione cimiteriale. Il M5S ha chiesto in consiglio comunale di cancellare il cimitero di Ciaculli. Chiederemo all’amministrazione di immaginare quell’area come parco agricolo, dedicato al mandarino tardivo famoso in tutto il mondo. Abbiamo chiesto di ampliare i cimiteri esistenti, una soluzione all’emergenza senza utilizzo di ulteriore suolo pubblico, cosa assolutamente non necessaria.
E le priorità del consigliere Randazzo?
Nel 2021 abbiamo individuato alcune risorse, che sarebbero andate perse e che riguardano i fondi ex Gescal. Si tratta di circa 50 milioni di euro, che la Regione aveva stanziato al Comune di Palermo per tre quartieri, Sperone, Zen e Borgonuovo. Dopo 20 anni, finalmente siamo riusciti a sbloccarli in consiglio comunale. Sono una trentina di progetti. La nostra preoccupazione è che questi fondi non vengano utilizzati per questi tre quartieri, perché c’era stata la richiesta da parte della maggioranza di spostarli su altri obiettivi. Il nostro impegno, la nostra lotta politica sarà per spingere sia la Regione Siciliana che il Comune a portare avanti e realizzare questi progetti, che prevedono ad esempio centri polifunzionali e la scuola materna allo Zen, una piscina comunale allo Sperone, aree verdi come quella di Piazza Grandi o la sistemazione di alcune piazze a Borgonuovo.
Un altro aspetto che stiamo curando che quello dell’asilo Brancaccio, voluto fortemente da Padre Pino Puglisi. Era stato finanziato, ma siamo in scadenza di queste somme e dovremo restituirle. Con la legge di bilancio alla camera, purtroppo, non siamo riusciti a ottenere una proroga, ma proveremo a farlo nel decreto milleproroghe, che a breve sarà discusso in aula a Roma. In ogni caso, se dal governo non verranno confermate queste risorse, chiederemo all’amministrazione di individuare delle risorse comunali.
Potrebbe anche essere l’occasione, nel prossimo bilancio, se non arrivano fondi extra-comunali, di individuare altre risorse per sbloccare la situazione della viabilità a Sferracavallo, oltre che per l’asilo di Brancaccio. Vogliamo e dobbiamo dare risposte concrete alle periferie.