A meno di un mese dal Natale, il centro storico di Palermo si prepara a un nuovo assalto, forse il più intenso degli ultimi anni, da parte di cittadini e turisti. Quello che dovrebbe essere il cuore pulsante e il simbolo della città rischia di soffocare sotto il peso di un turismo di massa poco regolamentato e di una movida ormai fuori controllo. Gli spazi stretti e affollati faticano a reggere questa pressione quotidiana, trasformando il centro in un luogo di disordine anziché di bellezza e cultura. Per molti palermitani, la situazione è diventata insostenibile: ciò che un tempo era motivo di vanto oggi è una questione critica che non può più essere ignorata.
Proprio qualche settimana fa il sindaco Roberto Lagalla, che, nel corso della Borsa del Turismo Extralberghiero organizzata da Confesercenti Sicilia, ha ammesso gli errori del passato. “Non avere sapientemente filtrato le licenze commerciali ha trasformato il centro storico in un villaggio gastronomico, spesso lontano dalla tradizione locale, attirando una movida che interferisce con la qualità della presenza turistica”, ha dichiarato. Una presa di posizione tardiva, forse, ma che fotografa una realtà sotto gli occhi di tutti.
Un centro storico che sta perdendo sé stesso
Passeggiando tra i vicoli storici, l’impressione è chiara: il centro di Palermo non è più una culla da proteggere, ma una zona di consumo rapido, dove ristoranti, pub e locali notturni hanno preso il sopravvento su botteghe artigiane e spazi culturali. I residenti faticano a riconoscere il volto della loro città, mentre i turisti trovano sempre più difficile distinguere Palermo da altre destinazioni afflitte dagli stessi problemi di omologazione.
Non si tratta solo di affollamento, ma di una crisi d’identità. Un centro storico sovraccarico di attività non regolamentate rischia di compromettere la qualità della vita di chi ci abita e l’appeal culturale per chi arriva.
Le soluzioni in campo: basteranno?
L’amministrazione comunale ha annunciato alcune misure per affrontare il problema, ma i risultati saranno visibili solo nel tempo. “Abbiamo avviato un bando per incentivare nuove imprese nella zona tra i Quattro Canti e la Stazione Centrale. Abbiamo già fatto delle riunioni con l’associazioni di categoria e con la commissione,” ha spiegato l’assessore alle Attività Produttive Giuliano Forzinetti, “e stiamo applicando la Legge Franceschini per vietare nuove discoteche e regolare le aperture di attività commerciali non compatibili”.
Già in un nostro recente articolo (CLICCA QUI), avevamo evidenziato quello che ad oggi è ancora un problema irrisolto, a cominciare dal tema della sicurezza che ha visto negli ultimi mesi degenerare la situazione in quel tratto di strada troppo a lungo dimenticato.
La strategia prevede anche il decentramento di alcune funzioni: creare nuovi poli di attrazione al di fuori del centro storico, per alleggerire la pressione su quest’area critica. Ma il sindaco stesso ammette che non si tratta di una soluzione immediata: “Non può essere un progetto da esaurirsi in una sola legislatura. Per adesso ci stiamo concentrando solo sul centro storico, dove c’è un sovraccarico non indifferente”.
Natale, un banco di prova per la città
Con le festività natalizie alle porte, Palermo si prepara all’assalto delle sue vie storiche. Luminarie e mercatini attireranno migliaia di visitatori, aumentando il rischio di congestione e disagi. In questo contesto, l’efficacia dei provvedimenti promessi sarà messa alla prova.
Ma per molti palermitani la domanda resta: è troppo tardi per salvare il centro storico? Le promesse di decentramento e regolamentazione suonano come déjà-vu, mentre l’urgenza di agire si fa sempre più pressante. La città può ancora riprendersi la sua anima? Oppure l’identità di Palermo è destinata a scomparire, soffocata tra locali tutti uguali e flussi turistici mal gestiti?
Le prossime settimane diranno se le misure annunciate saranno davvero il primo passo verso un cambiamento, ma per queste festività sembra già troppo tardi: il centro storico si prepara a subire l’ennesima invasione. Sarà un Natale all’insegna del consumo più che della cultura, dove la tradizione rischia ancora una volta di restare sullo sfondo. Palermo, deve e può ritrovare il suo equilibrio, perché il tempo degli alibi è scaduto e quello delle scelte non è più rimandabile.