Un gruppo di 123 persone, tra studenti e insegnanti del liceo Rinaldini di Ancona, accompagnato da una guida, è stato minacciato durante la visita nella casa museo del beato Giuseppe Puglisi, nel quartiere Brancaccio a Palermo.
Alcuni ragazzi si sono rivolti in tono minaccioso, mostrando anche dei coltellini, a una parte dei visitatori che aveva già terminato il giro e attendevano gli ultimi allievi e insegnanti per andare via. Sia gli adulti sia gli studenti si sono molto impauriti e sono scappati raggiungendo i pullman che sostavano in via dei Picciotti.
“Vorrei conoscere i motivi che vi spingono a ostacolare chi tenta di educare i vostri figli al rispetto reciproco, ai valori della cultura e della convivenza civile parliamone, spieghiamoci e ricordate: chi usa la violenza non è un uomo, si degrada da solo al rango di animale” sono le parole con cui don Pino Puglisi si era rivolto direttamente ai mafiosi nel corso di una delle sue ultime omelie, con voce ferma.

“Anche noi oggi – dice il presidente del Centro di Accoglienza ‘Padre Nostro’, Maurizio Artale – riteniamo di dover usare la stessa fermezza per evitare che episodi simili siano derubricati a ragazzate. In circa 10 anni si è registrata una triste sequela di atti vandalici, puntualmente denunciati nella ferma convinzione che l’esercizio della capacità riparativa delle ferite del territorio abbia un valore simbolico, oltre che materiale, e che possa rappresentare la goccia che scava la pietra”.
LE REAZIONI

“Esprimo ferma condanna per i vili e ingiustificabili atti intimidatori subiti dagli studenti e dagli insegnanti del liceo “Rinaldini” di Ancona nel corso di una visita al centro “Padre Nostro” di Brancaccio, dove ha operato il Beato padre Pino Puglisi. Un episodio che ricorda quanto sia importante potenziare la rete di azioni di prevenzione sociale a supporto di realtà come quella del centro “Padre Nostro” che operano sui territori per cancellare e superare le sacche di resistenza alla legalità ancora presenti sul territorio. Agli studenti e al liceo di Ancona rivolgo la solidarietà a nome di tutta la città e ringrazio il prefetto Mariani che si è subito attivato per individuare i responsabili di questo gesto vigliacco”. Lo dichiara il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.


“Non ci rassegneremo mai al fatto che ci siano nella nostra città ragazzi, appena adolescenti, che sentono il bisogno di insultare e minacciare con coltellini in mano, un gruppo di studenti con i loro insegnanti provenienti da Ancona, in visita alla Casa Museo del Beato Padre Pino Puglisi. Non solo per il grave gesto compiuto nei confronti di questi ragazzi, ma anche per il rispetto che questi luoghi meritano”. Ad affermarlo è Federica Badami segretaria generale Cisl Palermo Trapani, dopo aver appreso dell’episodio avvenuto davanti la Casa Museo dedicata a Padre Pino Puglisi a Brancaccio a Palermo, denunciato dal Centro Padre Nostro.
“Riteniamo fondamentale che iniziative sulla memoria dei nostri eroi antimafia e sulla legalità vengano organizzate con maggiore frequenza in tutti i quartieri più a rischio, come è Brancaccio, e non solo in occasione degli anniversari. Bisogna inculcare in questi giovani il concetto di rispetto e memoria allo stesso tempo. Le istituzioni scolastiche fanno il possibile, ma forse sarebbe il caso di creare una vera e propria rete sociale con le istituzioni, parti sociali, associazioni, che in ogni quartiere possa far sentire la presenza dello Stato, della società civile, perché non bisogna lasciare mai solo chi pensa che la violenza e la prevaricazione siano la strada per relazionarsi con gli altri. La Cisl vuole come sempre fare la sua parte contro questa deriva sociale”, conclude Badami.