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La vigilia

Palermo-Venezia tra remake e rivincita: per ribaltare i pronostici spazio ai “dimenticati”?

lunedì 20 Maggio 2024

Circa nove mesi. Equivale quasi a un parto, il lungo periodo di attesa per ammirare un Palermo concentrato, cinico e impenetrabile. Nel momento più importante della stagione, proprio subito dopo aver salutato la regular season, i rosanero non hanno disatteso i tifosi, superando persino le aspettative. Sono stati così dimenticati in un soffio i due match in campionato contro i doriani: quello di andata, perso di misura, disputato a novembre e inizio della prima crisi, e quello di ritorno, esordio di Mignani e impresso per l’amaro pareggio, contornato da insormontabili paure. L’entusiasmo della piazza è cresciuto a dismisura, al punto tale di riunire, come non succedeva da tempo, l’intera curva nord. Come anticipato sui social, infatti, contro il Venezia sarà esposta un’unica grande coreografia. Lo spettacolo, sarà quindi non solo in campo, ma anche tra gli spalti.

Nella gara secca, valida per staccare il biglietto della semifinale dei playoff, il club di viale del Fante è apparso irriconoscibile, capace persino di costruire e imbastire chiarissime occasioni da gol tali da mandare in tilt la formazione blucerchiata. Senza considerare l’ipotesi pareggio, comunque vantaggiosa, ma che avrebbe condotto ai supplementari, i rosa sono dunque tornati a vincere al Barbera dopo tre mesi. Nonostante i motivi per festeggiare siano molteplici, in realtà le lancette dell’orologio girano molto velocemente e tra poche ore si tornerà sul manto erboso di viale del Fante. L’ospite d’eccezione questa volta è la compagine di Pohjanpalo e co.

Con un riposo di dieci giorni, i lagunari sbarcheranno in Sicilia nell’intento di ripetere l’assedio portato a compimento nel corso della trentesima giornata e magari di vendicare un vecchio conto in sospeso da anni. Palermo-Venezia, infatti, non è una semifinale inedita. Già nel 2018 i due club si erano incrociati. Il destino allora sorrise ai rosanero. Forti del quarto posto, i palermitani prima pareggiarono 1-1, con le reti di La Gumina e Marsura, mentre centrarono l’allungo decisivo tra le mura domestiche, dove a decretare la sentenza fu l’autogol di Domizzi. L’epilogo, poi, è noto, con le rocambolesche finali con il Frosinone.

Come anticipato nella conferenza prepartita da Mignani, il Palermo sarà chiamato a dover dare ancora di più, nonostante i soli due giorni di preparazione. Dunque non resta che analizzare i segreti che hanno condotto allo sfavillate successo sulla Sampdoria, alla vigilia rosa più in forma del campionato. Il tecnico ligure sembra finalmente aver acceso la lampadina nella testa dei suoi uomini, che ormai in un mese e mezzo hanno assimilato insegnamenti, dettami e movimenti.

Da riconoscere certamente sono le scelte coraggiose del mister. Si parte intanto dall’undici titolare. Graves ha sostituito a pieni voti Nedelcearu. Del danese si è parlato molto poco, ma l’invalicabilità della catena di destra è anche merito della sua prestazione rocciosa, oltre che di un incontenibile Diakité e di un Insigne ancora alla ricerca di sé stesso, ma con una maggiore sicurezza, nonostante la lucidità sotto porta sia da migliorare. Se la locomotiva a centrocampo composta da Ranocchia e Segre non fa più notizia, sorprende la posizione di Brunori. Spesso tacciato di egoismo, il capitano mai come in questa occasione si è prestato per la squadra, arretrando di qualche passo e lasciando il controllo dell’area a un combattivo Soleri, “prezzemolino” in ogni affondo rosanero.

Tra le righe, Palermo-Sampdoria è anche la rivalsa dei “dimenticati. In prima linea troviamo Marconi. Attaccamento alla maglia, dedizione, anima e cuore, soprattutto nelle grandi occasioni, del resto l’hanno sempre contraddistinto da chiunque altro. Il classe ’89 ha così riposto nel cassetto tutti i limiti tecnici che quest’anno l’hanno condizionato e relegato in panchina, con un cronometro ben al di sotto dei settecento minuti e due cartellini rossi in campionato, uno in occasione del pareggio del Como e l’altro del ribaltone del Brescia. Entrambi con un peso notevole e che avrebbero permesso di aggiungere ulteriori cinque punti che, conti alla mano, sarebbero valsi il quinto posto. Certamente non sarà stata una delle sue annate più felici, ma il difensore ha dimostrato ancora una volta di essere “l’uomo playoff” e sembra pronto a ripetere quanto sfoggiato appena due anni fa in Lega pro.

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