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Durante la “Pan·de·mì·a” il modo di relazionarsi è cambiato. Video, parole, telefonate e piccoli gesti sono serviti per sentirsi più vicini. L’isolamento è divenuto anche un momento di riflessione sugli affetti ed effetti, sulla vita e sulla società post lockdown.
Ed è da qui che l’arte riparte a Palermo. “/pan·de·mì·a/ – Si fore vis sanus, ablue saepe manus” racconta quello che tutti abbiamo vissuto e non solo, con 15 artisti internazionali:
Filippo Berta, Colectivo Democracia, Mario Consiglio, Joseba Eskubi, Francesco Lauretta, Urs Lüthi, Sandro Mele, Diego Moreno, Luca Pancrazzi, Luigi Presicce, Calixto Rámirez, Antonio Riello, Caterina Silva, Francesco Simeti e Fabio Sgroi.
Il progetto artistico curato da Adalberto Abbate e Maria Luisa Montaperto, non è una mostra che nasce per essere ammiccante col periodo, ma un incipit.
Sacrosanctum
Si offre come un primo segnale di vita in attesa di una vera e propria riapertura.
Un’ iniziativa per avvicinare le persone ai luoghi dell’arte tramite quello che abbiamo vissuto sottolineando l’importanza del proprio ruolo all’interno della società.
Artisti internazionali hanno contribuito alla riapertura dei monumenti siciliani perché credono a questa rivoluzione dell’arte, non puntato alla fama o al successo, ma sul significato di creare memoria storica, donando il proprio tempo ed il proprio lavoro anche ad altri Paesi.
Questo evidenzia quanto siano importanti gli artisti, parte portante della società, quella che crea riflessione non collegata all’azione politica o alle azioni di potere. Quella parte che spesso esprime liberi pensieri in cui ognuno può identificarsi. Una categoria professionale non considerata, invisibile, ma costantemente presente nella vita di tutti.
/pan·de·mì·a/ – Si fore vis sanus, ablue saepe manus (se vuoi essere sano lavati spesso le mani).
Questa semplice ma imprescindibile norma sanitaria è un gesto collegato anche all’aver preso una decisione.
Frame su frame di vissuto e di memoria, che ci uniscono nell’esperienza personale, ma di ampiezza globale, danzano, con un ritmo ipnotico nella solitudine di un fato che ci ricorda quanto siamo vulnerabili. Clip che raccontano momenti di isolamento che hanno accomunato un po’ tutti, piccoli reportage che hanno trasmesso visivamente anche le decisioni che hanno inciso sul nostro futuro.
Alcuni artisti hanno realizzato veri e propri progetti o hanno utilizzato questo tempo per montare dei lavori precedenti con una nuova chiave di lettura e un nuovo significato.
Ad esempio il video di Calixto Rámirez mostra l’ambivalenza della solitudine in compagnia rappresentato da due persone durante un convivio, ma distanziati, dove il tavolo è un elemento divisorio ma anche un punto di appoggio di una colazione intima.
Altro esempio è la giostra di Antonio Riello che, rappresentando la giostra dell’economia che accelera in una corsa continua senza mai una fine, ma che, all’improvviso, si distrugge nel percorrerla, denunciando la noncuranza dell’uomo che pensa solo al denaro.
Modalità di accesso
Per godere di un lavoro inedito e di un monumento di rara bellezza, si consiglia la prenotazione tramite mail a info@amicimuseisiciliani.it. Per motivi di sicurezza, sono previste otto repliche della durata di 30 minuti, a partire dalle ore 20, per un massimo di venti visitatori a gruppo.