I genitori del paranoide mettono in atto gli stessi comportamenti patogeni che ha assunto il figlio: proiettano, scindono in tutto buono o cattivo, negano, sono anaffettivi, superficiali, inaffidabili,poco rassicuranti, umilianti, minimizzanti, polemici, petulanti, narcisisti, egotisti, etc.. La mia paziente, dopo anni di martirio e silenzio, anche perché si fidava della parola data dal marito: “Non dipende da te, è solo lo stress, è momentaneo”, andò a chiedere aiuto ai familiari di lui: “Potete aiutarmi a convincerlo ad andare da uno specialista dei disturbi della sessualità e da uno psicologo, per favore?”. Per tutta risposta, anzi che comprenderla, empatizzare, rispettarla ancora di più per l’enorme sacrificio fatto per il figlio, le hanno risposto seccamente: “Ah, ma allora il problema è tuo! Allora il problema sei tu.”. Nient’altro, solo questo e la sua richiesta si è persa nell’etere, nel vuoto narcisistico dei paranoici.
È un fatto: la signora nonriusciva a lasciare il marito o a sbloccare la situazione utilizzando le strategie comuni: broncio per giorni, terribile sfogata, privarlo delle sue premure a tempo indeterminato. Evidentemente condizionata dalle sue paure e dall’angoscia del crollo, si è assoggettata, tout court, ingannando la mente che avrebbe potuto accettare la mancanza di sesso, di intimità, di affettività, di sentimenti, di contatto (da parte di lui). Tutto questo ha causato l’aggravarsi di una sintomatologia psicosomatica, sempre più invalidante, sempre più distruttiva. Pensiero inconscio: Non sei tu il mostro, lo sono io e merito di essere trattata peggio di un cane. Almeno a lui qualche carezza e parola d’amore è destinata.
C’è da dire che la paziente, che chiamerò Ruth, prima di ricorrere all’aiuto -che già sapeva non avrebbe assolutamente ricevuto- era soggetta a costanti e inopportune battute vessanti sulla sua fertilità discutibile, essendo già 38enne. “Sei una pera troppo matura, caduta dall’albero”, “Parliamoci chiaro, se non vi spicciate ad avere figli, tu non potrai averne più”, “Ah, ma tu sei vecchia, ti stai facendo vecchia, hai raggiunto il limite per avere figli”, etc. La sua, quindi, può essere letta come una comunicazione: non sono io ad avere problemi, è vostro figlio a essere impotente e inappetente sessualmente. Ciò che ha ottenuto è che tali profferte ectopiche cessassero. Almeno questo. Certamente, è ovvio che una famiglia sana dovrebbe, invece, dimostrare empatia e davvero rivelarsi utile, anzi che minimizzare o negare la notizia, come se non fosse mai stata rivelata. Certo, è per tutti più semplice pensare che quando mancano figli, la colpa sia della fertilità della donna. Tuttavia, vi assicuro che dove c’è sesso frequente non ci possono non essere probabilità di rimanere gravide. Se si fa sesso una volta al mese o non si fa affatto, come nel caso di Ruth, costretta nei panni di “frigida”, quando non lo è affatto, ma è condizionata dalla sua mentalità e dalle paure personali oltre che dai sentimenti che prova, non si può mica proliferare per virtù dello spirito santo.
Occorre dirlo, le donne portano nei geni paure ancestrali, accumulate nella storia, come quella di non potercela fare da sole, senza un compagno, perché convinte di non potere godere della medesima libertà e perché, in effetti, andrebbero incontro a diversi pericoli, come la violenza sessuale. Un’altra paura delle donne è quella di mettersi in gioco in età troppo matura, già caduta dall’albero, in una società che vuole donne fertili e giovani e in cui gli uomini, se così possiamo definirli, non sono cavalieri se non di un destriero arido, superficiale, incapace di prendersi responsabilità, di donarsi incondizionatamente e con l’agape che porta al benessere reciproco. La loro rozzezza e mancanza o carenza di educazione è tale da rivelarsi dei fuochi di paglia, pericolosi per donne sensibili ed emotive che agognano al rapporto stabile e sicuro.
I genitori paranoici sono anche molto narcisisti. Ovviamente la forma della personalità varia a seconda sempre della composizione e quantità degli ingredienti.Il loro narcisismo spiccato li porta a un eccessivo bisogno di essere idolatrati, ammirati. Tutto quello che fanno, le loro premure, i gesti apparentemente nobili, hanno come fine solo quello di venire idealizzati, divinizzati. Se ciò non accade o cessa di accadere, infatti, si verificano dei forti cambiamenti nella loro condotta, che risulta povera e ridotta al minimo sindacabile.Il figlio è il benvenuto per dimostrare settimanalmente e nel momento del bisogno la propria dedizione assoluta, l’ammirazione, ma senza né lamentele, né richieste, né bisogni, né “ciuciuliate” eccessive e, per i genitori paranoici, inutili o inascoltabili o indegne di interesse. Ho altro da fare che pensare a te: il videogioco, l’alcool, etc.
Potete immaginare, dunque, cosa accade al bambino piccolo, quando piange perché si è fatto male. Può essere rinchiuso in una stanza per non sentirlo piangere, ignorato semplicemente, trascurato fino a che non capisce che non c’è nessuno per rassicurarlo e accudirlo, umiliato, offeso e ridicolizzatofino a quando non lo fa più, ingoia ogni rospo, senza più condividere il dolore con altri, imparando che non si può e non si deve condividere, che tutto si deve vivere da soli.
Da un punto di vista psicodinamico, ciò non significa che il paranoico fugge ogni relazione. Al contrario, ne ha bisogno e la ricerca ma sempre con le antenne rizzate perché, ormai, collega l’intimità e il bisogno dell’altro ad antiche delusioni.