Si è svolto nelle scorse ore presso i locali del Parco Fluviale dell’Alcantara, a seguito di un sopralluogo nei punti cardini del fiume tendente a verificare eventuali anomalie nel sistema di prelievo delle acque, un tavolo tecnico cui hanno partecipato rappresentanti istituzionali del Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti, del Genio Civile di Catania e Messina e dell’Autorità di Bacino, oltre il Direttore ed i Tecnici del Parco.
Durante tale incontro, che ha fatto seguito ad una precedente riunione del 20 luglio scorso, sono state affrontate le complesse interazioni che hanno provocato lo squilibrio ambientale in atto, anche con l’ausilio delle cartografie all’uopo elaborate, prendendo in esame i vari aspetti tecnici, sociali ed economici, e si è convenuto sulla necessità di disporre di dati oggettivi, al fine di determinare le misure più idonee, a breve, medio e lungo termine.
Non è sfuggito ai rappresentanti delle varie istituzioni di prendete atto e sottolineare che la più importante ragione di tale grave crisi idrica è data dalla carenza di piogge nella stagione, causa della siccità già accusata negli ultimi tre anni.
La rappresentanza dell’Autorità di Bacino si è resa disponibile ad elaborare in tempi brevissimi i dati in possesso relativi alla siccità, e quindi alle condizioni che stanno determinando la desertificazione, in modo che si possa pervenire a formulare azioni, anche a breve termine, in grado di contrastare il fenomeno.
L’attenzione resta molto alta, e gli Enti stanno dimostrando di voler lavorare in sinergia, ognuno per le proprie competenze. A breve si terrà quindi un’altra riunione di verifica dalla quale emergeranno le scelte strategiche per contrastare questo fenomeno e tutelare il fiume Alcantara nella sua straordinaria unicità e bellezza.
Il presidente del Parco Fluviale, Renato Fichera, ha sottolineato “il grande impegno assunto dal Parco nel controllo a tappeto lungo tutto il fiume dei prelievi che restano in fase di continuo monitoraggio e verifica, da parte del Corpo Forestale, della Polizia Metropolitana e dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri di Gaggi, per appurare eventuali abusi”.
Resta, a questo punto, l’attuale dilemma dei pozzi di prelievo che fiancheggiano l’asta fluviale che, intercettando le falde acquifere sotto terra, asportano il liquido. Ciò dovrebbe trovare soluzione con l’approvazione della riperimetrazione territoriale del Parco che al momento è in attesa dell’approvazione dell’Assessorato Territorio ed Ambiente.