Il prestito d’onore per gli studenti universitari necessita chiarimenti. Con queste motivazioni la V Commissione Cultura, Formazione e Lavoro, presieduta da Fabrizio Ferrara, ha espresso il proprio parere negativo sullo schema di decreto che individua le modalità attuative della norma approvata nel corso dell’ultima Finanziaria regionale.
Diversi deputati, da Marianna Caronia (Noi Moderati) a Valentina Chinnici (Partito Democratico), avevano sollevato delle perplessità, considerando la delicatezza del tema e la giovane platea racchiusa. Il parere negativo ha così raccolto all’unanimità tutti i membri riuniti oggi tra i banchi della Commissione. Quest’ultima, infatti, ha ritenuto più opportuno prevedere delle adeguate misure informative per gli interventi, affinché l’adesione a questo strumento finanziario sia consapevole per tutti i ragazzi siciliani. In tal senso l’Irfis, in collaborazione con Ersu, dovrà impegnarsi a chiarire le condizioni e soprattutto i rischi del prestito. Alla decisione, fa appunto sapere la V Commissione, presa in accordo con l’assessore all’Istruzione Mimmo Turano, seguirà adesso un ciclo di audizioni, per incontrare le rappresentanze studentesche.
Un aspetto è certamente da sottolineare. Il parere negativo spiana la strada a dei correttivi e non blocca o cestina la misura. La posizione assunta dalla Commissione, infatti, si muove sulla consapevolezza che le somme sono state già assegnate all’Irfis, restando in attesa di essere erogate.
Cosa prevede la norma
Il prestito d’onore per gli studenti universitari, nonostante le tante differenze, si ispira ad un sistema già ben consolidato e rodato, l’esperienza inglese del “The Education – Student Loans – Regulations 1990“. L’obiettivo è quello di contrastare la diaspora degli studenti siciliani e convincere sempre più ragazzi a restare nell’Isola per costruire e realizzare un futuro nella propria terra d’origine. Sono sempre di più gli studenti che preferiscono lasciare la Sicilia per cercare nuovo opportunità fuori dai confini regionali. Su circa centocinquantamila universitari, circa il 20%, negli ultimi dieci anni, avrebbe preferito iscriversi in altri Atenei italiani o stranieri.
Come si può apprendere dal testo, il prestito “erogabile fino ad un massimo di € 10.000,00 verrà concesso dagli istituti bancari e di credito che aderiranno a tale iniziativa. A fronte degli interessi sul prestito, la Regione Siciliana concede un contributo a fondo perduto agli studenti per il periodo di preammortamento pari alla durata del corso di studi, nonché la garanzia parziale sui prestiti suddetti, attraverso l’Irfis-FinSicilia S.p.a.“.
Tre i requisiti: essere iscritti al primo anno delle Università, degli Istituti universitari, nonché degli Istituti superiori di grado universitario che rilascino corrispondenti titoli accademici, con sede in Sicilia; l’iscrizione agli anni successivi al primo ai corsi universitari e conseguimento di almeno il 50% dei Cfu previsti per ciascun anno accademico; il possesso di un Isee inferiore a ventimila euro alla data di presentazione della domanda.
Gli interessi sul prestito, si legge, “verranno corrisposti, durante il preammortamento, direttamente dalla Regione Siciliana agli istituti di credito aderenti alla misura attraverso Irfis-FinSicilia S.p.A., su richiesta degli stessi istituti, sino ad un massimo euro 250,00 annui per richiedente“. Le risorse finanziarie saranno destinate per la copertura degli oneri e per la costituzione di un fondo di garanzia sino alla misura massima del 30% della somma finanziata dagli istituti bancari e di credito ad ogni richiedente, a tutela del rischio di prima perdita successivo al decorso del preammortamento. Il prestito, come si apprende, verrà restituito “con rate mensili a partire dalla data di conclusione del preammortamento, secondo le modalità stabilite con successivi accordi con gli istituti bancari e di credito. In presenza di una occupazione lavorativa, con prelievo diretto sul pagamento del relativo salario” mentre “eventuali periodi di esperienza lavorativa retribuita, ed associati alla frequenza dei corsi universitari, potranno essere utilizzati per l’addebito anticipato delle rate mensili ai fini del rimborso anche parziale del prestito” (CLICCA QUI).