Si fa sempre più complicata la situazione dei tanti (troppi) beni che il Comune di Taormina non mette a regime e dai quali non arrivano risorse fresche per le casse di Palazzo dei Giurati. Le stime ufficiali dicono che i beni del Comune valgono 289 milioni di euro ma è un patrimonio dentro il quale ci sono storie di edifici in abbandono da parecchio tempi, altre strutture che potrebbero essere date in affitto ma restano chiuse e nel complesso il tempo e l’incuria diventano poi un nemico sempre più difficile da combattere a fronte dei pochi margini di azione che può avere per sistemare i suoi beni un ente che ha dichiarato lo scorso luglio il dissesto finanziario.
L’ente ha dato disponibilità alla vendita per 16 immobili ma le procedure non sono state poi avviate in nessun caso e neanche per darli, in alternativa, in gestione e provare a ricavarne un canone di locazione.
Alle porte del 2022, il caso più spinoso è quello del Capalc, il cui valore ufficiale rischia di “sbriciolarsi” da 22 milioni a neanche 5, ma l’ex scuola convitto albergo è solo l’esempio più eclatante di un lungo elenco di immobili per i quali non si trova una soluzione che li valorizzi.
Rimane, infatti, inserita nel piano delle alienazioni ma nei fatti poi ferma ad una dichiarazione di intenti la vendita di quattro sottosuoli siti in delle zone come piazza Sant’Antonio, Salita Acropoli, Via Roma, del valore di 142 mila euro, 287 mila euro, 145 mila euro, 197 mila euro. Stessa cosa per un’area in Via dei Saraceni definita “ex Varisellaz” per Un milione 364 mila euro che il Comune ha reso disponibile alla vendita per destinazione turistico-alberghiera. E poi ci sono otto alloggi popolari siti in centro (due in via San Pancrazio) e nelle frazioni (6 a Trappitello), tutti con un valore tra i 24 mila euro e i 26 mila euro ciascuno.
Il Comune aveva reso, inoltre, disponibile alla vendita anche due terreni a Trappitello, in via Francavilla e in via Santa Filomena del valore di 19 mila 250 euro e 2 mila 500 euro. Si tratta, a conti fatti, di beni che avrebbero un valore sul mercato di 11 milioni e 657 mila euro, che addirittura si eleverebbe a 25 milioni nell’eventualità di una nuova destinazione urbanistica. Ma nella realtà è tutto in stand-by, gli immobili restano inutilizzati e neanche prossimi all’effettiva vendita e nel frattempo si deprezzano.
Le uniche buone notizie del patrimonio comunale al momento sono quelle di Casa Grandmont, che verrà ristrutturata con un finanziamento già concesso dalla Regione nel 2019 e i lavori che dovrebbero scattare nel 2022, e poi l’ex sede del Parlamento siciliano, Palazzo Corvaja, per il quale la Regione ha stanziato Un milione di euro, con il cantiere che dovrebbe essere avviato da qui a breve. Si spera, inoltre, che nei prossimi mesi possano arrivare i fondi per ristrutturare l’ex Circolo del Forestiero, dove anche in questo caso il Comune ha chiesto un finanziamento alla Regione per rifunzionalizzare il bene e utilizzarlo come centro culturale.
La gestione del patrimonio di Palazzo dei Giurati, nel complesso, è un vulnus che avvolge da almeno un ventennio il Comune di Taormina e ha ormai attraversato, senza una svolta, tutte le varie Amministrazioni che si sono alternate alla guida della città.