Il 30 gennaio 2024 si sono concluse le audizioni presso la Commissione istruzione del Senato. Nel corso di quest’ultime è emersa la critica ai test per l’accesso a Medicina ed era nettamente prevalso il rifiuto del modello simil-francese che prevede l’accesso libero per poi applicare il numero chiuso dopo una scrematura che avverrebbe dopo sei mesi di studi universitari.
Lo stesso 30 gennaio i Senatori del Pd Zambito, Camusso, Furlan, Rando e Verducci hanno presentato il disegno di legge che riguardava proprio il numero chiuso a Medicina. Ddl che prevede di rivedere i meccanismi di accesso ai corsi sanitari, incentivare la mobilità tra sedi degli iscritti anche con borse di studi e prevedere nell’ultimo anno di scuola secondaria di secondo grado dei corsi di orientamento con stage presso un ospedale.
Inoltre non prevede alcun test in quanto li ritiene inaffidabili, costosi, discriminanti e causa di grave frustrazione morale e materiale.
“I giovani per troppi anni sono stati usati come cavie su cui sperimentare svariati tipi di test per applicare il numero chiuso voluto, a ogni costo, dai potentati accademico-corporativi della Medicina. Test che comunque non possono accertare la “predisposizione” di un giovane a diventare un buon medico, ma servono ‘solo’ a produrre una discriminazione per ceto, avvantaggiando chi può permettersi di frequentare costosi corsi per apprendere la ‘tecnica’ dei test e/o pagare costosi ricorsi e/o frequentare costosi corsi di laurea all’estero”, prevederebbe il ddl.
Nonostante queste convinzioni i senatori hanno inventato una soluzione al problema degli accessi a Medicina di gran lunga peggiore, la selezione si dovrebbe realizzare attraverso il superamento di tutte le materie entro un anno, per potere poi essere inseriti sulla base dei voti presi in una lista nazionale da ‘tagliare’ nella misura prevista dal numero chiuso. Tutto questo produrrebbe un investimento enorme in termini umani ed economici e una competizione esasperata, perfino maggiori di quello sperimentato in maniera fallimentare per decenni in Francia. Per poi, come in Francia, ritrovarsi con il 70-80% di giovani ai quali si impedirà comunque di proseguire gli studi di Medicina e che avranno sprecato un anno di vita, con gli ‘annessi’ problemi anche psicologici.
Quanto accaduto in Francia è stato descritto da anni dall’Andu (Associazione Nazionale Docenti Universitari) e, nelle recenti audizioni al Senato, anche dai rappresentanti degli studenti, dalla funzionaria dell’Ambasciata francese in Italia e da altri auditi.
I Senatori del Pd non hanno voluto sentire ragione, hanno ‘arricchito’ la loro dannosa proposta con due proposte, la previsione di corsi di orientamento con stage negli ospedali e la pretesa di ‘produrre’ un numero di medici per raggiungere un obiettivo per il 2028 quando è noto a tutti che per formare un medico occorrono 10-11 anni.
Per quanto riguarda l’erogazione di borse di studio sorge ancora una volta la discriminazione per ceto, ovvero chi non ha bisogno di una borsa potrà scegliere liberamente la sede in cui studiare e lavorare. “Il numero chiuso è incostituzionale, rappresenta un’inutile violenza contro i giovani ed ha prodotto, come in Francia, una gravissima carenza di medici”.