Carmelo Greco, componente della Direzione regionale del Pd Sicilia ed esponente dell’area Left Wing, in risposta alle dichiarazioni del segretario Barbagallo ha parlato di non legittimità del ruolo: “La legittimità di una leadership non si misura semplicemente nei numeri, ma nella qualità del consenso che la sostiene, nella sua diffusione territoriale, nella profondità del legame con la comunità politica che si pretende di rappresentare”.
“Quando in un terzo dei circoli Barbagallo non supera il 20% dei consensi, e in un quarto non raggiunge nemmeno cinque voti, non siamo di fronte a una vittoria: siamo davanti a un segnale d’allarme – aggiunge Greco -. È l’indicatore di una frattura profonda tra la leadership del partito e la sua base, tra chi guida e chi dovrebbe sentirsi parte di un progetto comune. Parlare di successo, in queste condizioni, è politicamente miope”.
Greco poi chiede il passo indietro: “E a questo punto, al di là di ciò che dirà la Commissione nazionale di garanzia, resta una verità politica che nessun verbale potrà cancellare. Se Barbagallo vuole davvero bene al Partito democratico siciliano, se crede ancora che un partito sia una comunità e non un comitato elettorale personale, allora è il momento di farsi da parte. Non per sconfitta, ma per responsabilità. Perché guidare un partito significa innanzitutto unire, non contarsi su territori frammentati. Perché chi perde la fiducia della propria base non può continuare a parlare in suo nome. Anche la conferenza stampa di oggi con l’assenza quasi totale del gruppo parlamentare dà la cifra di un partito dilaniato e poco credibile verso gli alleati e la società siciliana che sono costretti a constatare Barbagallo e Valentina Chinnici ormai sono sinonimo di divisione. E perché un passo indietro, oggi, potrebbe essere il primo passo vero verso un Pd che torni ad ascoltare, includere, credere”.