Tra le misure che potrebbero far parte del pacchetto della prossima legge di Bilancio alcune potrebbero riguardare le pensioni. Se il Governo non trovasse una soluzione entro dicembre, quando scadranno Quota 102, Ape sociale e Opzione donna tornerebbe in vigore il regime previsto dalla legge Fornero. L’ipotesi sulla quale starebbe lavorando il Tesoro è una finestra per l’uscita anticipata (per esempio a 62 o 63 anni con un congruo numero minimo di anni di contributi) con incentivi per chi decide di restare con un aumento in busta paga che potrebbe essere anche del 10%.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera: “Un lavoratore che abbia maturato i requisiti potrebbe scegliere di restare sulla base di incentivi ben precisi: se continua a lavorare, il dipendente e il datore smettono di versare i contributi e una parte di quelle somme entrerebbe in busta paga come aumento netto di stipendio (per esempio, di circa il 10%)“.
“L’azienda potrebbe godere di un calo del costo lordo del lavoro, il dipendente di una busta paga più alta. Poi il pensionamento avverrebbe sulla base dei contributi accumulati fino al momento in cui il lavoratore ha scelto questa opzione, senza contare l’anzianità degli ultimi anni di lavoro incentivato“. Questo sistema comunque prevederebbe in ogni caso una penalizzazione per chi deciderebbe di andare in pensione prima dei 67 anni rispetto alla totalità dell’assegno previsto.