“Migliorare la gestione delle malattie croniche e di prevenirne l’evoluzione e le complicanze attraverso l’applicazione di un piano di presa in carico e di follow up proattivo, precoce e personalizzato, programmato sul medio-lungo termine”.
Il Ministero della Salute ha elaborato una nuova versione del Piano Cronicità, dopo una prima bozza presentata in estate e un confronto con le Regioni.
Il Piano rappresenta una svolta cruciale nella gestione sanitaria italiana, mirata a rispondere alla crescente diffusione delle patologie croniche. L’attuazione del Piano è essenziale per garantire percorsi di cura adeguati e sostenibili, migliorando la qualità di vita dei pazienti e ottimizzando le risorse del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Le malattie croniche
Le malattie croniche colpiscono circa il 40% degli italiani e rappresentano il principale assorbitore delle risorse sanitarie, con una stima tra il 70% e l’80% dei costi totali. La distribuzione di queste patologie evidenzia un’Italia a due velocità, dove le regioni del Nord vantano una migliore organizzazione e risultati rispetto al Sud, evidenziando forti disparità nell’accesso alle cure e nei servizi offerti.
La Sicilia
La Trinacria è una delle regioni più penalizzate dalle disparità territoriali e si trova ad affrontare sfide uniche nell’applicazione del Piano. Con una popolazione di oltre 5 milioni di abitanti e un alto tasso di invecchiamento, l’Isola registra una prevalenza significativa di malattie croniche come diabete, obesità, patologie cardiovascolari e malattie respiratorie. Tuttavia, il quadro infrastrutturale e organizzativo è ancora lontano dagli standard richiesti.
Secondo i dati più recenti, la Sicilia non sta sfruttando pienamente i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destinati al potenziamento della rete sanitaria territoriale. L’implementazione del Decreto Ministeriale 77 (DM77), che stabilisce i nuovi standard organizzativi per l’assistenza territoriale, procede a rilento, ritardando la creazione di Case e Ospedali di Comunità e l’ampliamento dei servizi sul territorio, nonostante la scadenza sia fissata per giugno 2026.
La carenza di una rete territoriale capillare comporta una dipendenza eccessiva dagli ospedali, con tassi elevati di ricoveri evitabili. Questo approccio reattivo non solo aumenta i costi, ma compromette anche la qualità delle cure, aggravando la pressione su un sistema sanitario già in difficoltà, soprattutto per la mancanza di personale e posti letto. A questo si aggiunge l’accesso limitato alla tecnologia, poiché buona parte delle infrastrutture digitali devono essere ancora potenziate per sfruttare appieno strumenti come la telemedicina e il monitoraggio remoto.
Il Piano Cronicità e le novità
Il Piano promuove un cambio di paradigma verso una sanità d’iniziativa, che identifica precocemente i bisogni dei pazienti e attiva interventi mirati prima che le condizioni si aggravino, cercando di superare le disuguaglianze territoriali attraverso modelli organizzativi integrati, che promuovano la continuità assistenziale e la prevenzione.
Nella bozza sono stati inseriti, in merito alla continuità assistenziale, alcuni modelli organizzativi innovativi, come il Chronic Care Model (CCM), per migliorare la gestione delle malattie croniche attraverso la creazione di team multidisciplinari per la gestione di patologie come il diabete e le malattie respiratorie e, nonostante l’arretratezza nel settore, il progetto “Salute digitale Sicilia”, con un fascicolo sanitario elettronico accessibile in tempo reale da medici e pazienti.
In merito alla prevenzione, per ridurre l’incidenza delle malattie croniche promuovendo stili di vita sani, sono citati progetti come campagne per l’attività fisica e iniziative scolastiche per combattere l’obesità. In quest’ambito la vera novità riguarda l’attenzione a patologie specifiche come:
- l’obesità: con iniziative scolastiche e monitoraggio del peso tramite app digitali;
- l’epilessia: con monitoraggio delle crisi tramite dispositivi indossabili;
- l’endometriosi: con la creazione di centri di riferimento per diagnosi e trattamenti specializzati.
L’attuazione, sogno o realtà?
Il successo del Piano cronicità dipende dalla capacità delle regioni di superare le carenze strutturali e sfruttare le opportunità offerte dai finanziamenti nazionali ed europei. La costruzione di una rete territoriale efficiente, il rafforzamento della sanità digitale e l’integrazione sociosanitaria sono essenziali per una gestione ottimale delle malattie croniche.
In Sicilia, tuttavia, il rischio di spreco o cattivo utilizzo delle risorse è concreto senza un impegno politico forte e una gestione trasparente dei fondi. In un contesto di crescenti disuguaglianze, è fondamentale che il Piano non rimanga solo un progetto, ma diventi un’azione concreta per migliorare la qualità della vita dei pazienti siciliani.