«Tutte le vite sono interessanti, quello che varia è il modo di raccontarle perché spesso è proprio la loro narrazione a renderle più o meno interessanti» (Piermaria Cecchini)
Ciao Piermaria, benvenuto e grazie per aver accettato il nostro invito. Se volessi presentarti ai nostri lettori cosa racconteresti di te quale artista? ci racconti del tuo lavoro?
Io sono un favolaio, racconto storie. Sono un sognatore con i piedi piantati per terra. Amo il mio lavoro e cerco di farlo al meglio, se poi questo fa di me un artista non lo so, non sta a me dirlo. Quello che facciamo ci definisce ma poi sono gli altri a dargli un nome.
Chi è invece Piermaria Cecchini nella sua quotidianità?
Sono sempre lo stesso con l’unica differenza che non ho obblighi lavorativi. Mi piace vedere amici, leggere, cucinare, dedicarmi alla mia cagnolina Merci, viaggiare, vedere film e naturalmente scrivere.
Qual è la tua formazione professionale? Ci racconti il percorso che ti ha portato a svolgere quello che fai oggi?
Se mai leggerete il libro troverete già lì una risposta ma per quelli pigri che non lo faranno posso dire che tutto è cominciato come un gioco, un bel gioco che mi faceva stare bene. Sul palco mi sentivo a casa e dato il mio istinto da favolaio mi piaceva raccontare storie e vedere il pubblico in silenzio che ascoltava e seguiva le mie trame narrative era per me fonte di immensa gioia. Ho cominciato giovanissimo a 12 anni, poi per una serie di circostanze mai casuali mi sono ritrovato a studiare per anni drammaturgia, recitazione, regia, e scrittura creativa. Un giorno poi mi sono ritrovato sul palcoscenico e non ne sono più sceso. Oltre 40 anni di mestiere e molto lavoro svolto. Per brevità dirò solo alcune e più recenti cose che ho fatto. In teatro, oltre alla prosa (quella con la P maiuscola), molte commedie brillanti, cabaret e musical che adoro. Attualmente in scena con “Una vita abbastanza”, tratto dall’omonimo libro. In televisione diverse apparizioni in trasmissioni di successo, come ospite fisso da “Carramba che sorpresa” con Raffaella Carrà a “Stasera Lino” con Lino Banfi su Rai 1. Comico fisso a “La sai l’ultima” con Pippo Franco su Canale 5 e poi “Yogurt” su Italia 1 etc… Tante le fiction da “Il bello delle Donne” a “Caterina e le sue figlie” sulle reti Mediaset, “Maresciallo Rocca” su Rai 1, per citarne alcuni. E poi il cinema “Abbronzatissimi”, “I Mitici”, “Colpi di Fulmine”, “Il figlio di maciste”, etc. Attualmente in sala in “Tolo Tolo”, “Si vive una sola volta” e “Burraco Fatale”. Per gli amanti della birra, sono da qualche anno il baffo della Birra Moretti.
Come nasce la tua passione per la scrittura? Ci racconti come hai iniziato e quando hai capito che amavi scrivere?
Io nasco come scrittore. A 10 anni scrivevo già dei piccoli componimenti. A 12 poi il mio incontro con la poesia. Ho scritto tantissime poesie ,quasi tutte dedicate alle ragazze che mi piacevano ma ahimè non ho mai avuto il coraggio di dargliele. A venti anni poi ho cominciato a scrivere atti unici per il teatro e poi commedie, drammi sceneggiature, insomma un garage pieno di scatoloni di cose scritte.
Ci parli del tuo ultimo libro, “Una vita abbastanza”? Come nasce, qual è il messaggio che vuoi che arrivi al lettore, quale la storia che ci racconti senza ovviamente fare spoiler?
Scrivo all’inizio del libro: “Non so perché vi racconto la mia vita. Forse perché una vita vale sempre la pena di essere vissuta e raccontarla la rende una splendida favola dove ognuno di noi è il protagonista. Non ho mai creduto alle vite di serie A e a quelle di serie B. Qualcuna ha avuto solo la fortuna di essere più conosciuta delle altre e di essere diventata famosa. Io amo la vita e questa storia è per tutti quelli che la amano come me e anche per quelli che hanno smesso di farlo. Che sciocchi! La vita è una cosa così seria che va presa con un sorriso”. Penso di aver risposto.
Chi sono i destinatari che hai immaginato mentre lo scrivevi?
Anche in questo caso risponderò con una frase del mio libro: “Se avessi avuto dei figli, questa sarebbe stata la favola che gli avrei raccontato. Mi consola il fatto che ogni volta che leggerete anche una sola riga di questo romanzo io non mi sentirò mai solo.”
Una domanda difficile: perché i nostri lettori dovrebbero comprare “Una vita abbastanza”? Prova a incuriosirli perché vadano in libreria o nei portali online per acquistarlo.
Scegliere di leggere il mio libro significa prepararsi a fare un viaggio sul palcoscenico della vita, di una vita abbastanza, che ci appartiene, che ci ha formato, che ci ha fatto e ci fa sorridere e commuovere. Un viaggio in un tempo ed in uno spazio che è comune a tutti ed è quello dell’infanzia e della gioventù e come per magia accorgersi, leggendo, che il protagonista della storia che racconto non sono io e che non c’è nessuno in platea ma siamo tutti su questo meraviglioso palcoscenico a raccontare la storia della nostra vita.
C’è qualcuno che vuoi ringraziare che ti ha aiutato a realizzare questa opera letteraria? Se sì, chi sono queste persone e perché le ringrazi pubblicamente?
Sicuramente il mio editore, Antonio Vella, e la sua casa editrice “Luoghinteriori”, per aver sposato il mio progetto letterario, Alberto Moioli che ha scritto la presentazione, Guido Landucci per la splendida foto di copertina, Doroty e Merci (le mie fedeli compagne canine), Pia Barletta per i preziosi consigli, Alice Forasiepi editor del libro, tutti i miei amici (che sono tanti) tra cui Rosetta e Manuela Galvagno, che hanno visto nascere il primo capitolo del libro su una spiaggia della Calabria e mi hanno spronato a continuare.
Nella tua attività letteraria hai pubblicato altri libri o romanzi. Ci racconti quali sono, di cosa trattano e quale l’ispirazione che li ha generati?
Ho scritto tantissimo, pubblicato pochissimo per rispetto della Scrittura. Ho pubblicato anni fa un dramma sacro dal titolo “A sud di Dio” sulla vita ed il martirio dei santi Valentino e Ilario, patroni della città di Viterbo, che è stato rappresentato con grande successo e partecipazione di pubblico nel duomo di Viterbo.
«Nei tempi andati la vita degli scrittori era più interessante di quello che scrivevano. Al giorno d’oggi né le loro vite né quello che scrivono è interessante.» (Charles Bukowski, “Pulp. Una storia del XX secolo”, Giangiacomo Feltrinelli Ed., 1995, Milano, p. 52). Ha ragione Bukowski a scrivere queste cose a proposito degli scrittori contemporanei? Cosa ne pensi in merito?
Credo che la sua frase fosse soprattutto provocatoria. Dal mio punto di vista tutte le vite sono interessanti, quello che varia è il modo di raccontarle perché spesso è proprio la loro narrazione a renderle più o meno interessanti.
Chi sono i tuoi modelli, i tuoi autori preferiti, gli scrittori che hai amato leggere e che leggi ancora oggi?
Io sono cresciuto, avendone poi ispirazione, con Pavese, Calvino, Verga, Alighieri, Marquez, Hesse, Fromm, Yourcenar, Sepulveda, Allende, Boudelaire, Rimbaud, Wilde, Neruda, Kafka, Joice, Proust, Asimov, Benni, Baricco, Rostand, Cervantes, etc.… per quanto riguarda la narrazione. Per il teatro su tutti, Shakespeare, Pinter, Pirandello, Cechov… autori che ho letto e rileggo tuttora.
Gli autori e i libri che secondo te andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno tre libri e tre autori da leggere nei prossimi mesi dicendoci il motivo del tuo consiglio.
Consiglierei “Fuochi” della Yourcenar, l’immortale “Cent’anni di solitudine” di Marquez, e con infinita umiltà (non si accettano paragoni) “Una vita abbastanza” di Cecchini.
E tre film da vedere assolutamente? Perché proprio questi?
Sicuramente “C’era una volta in America” di Sergio Leone, poi “Nuovo cinema paradiso” di Tornatore ed “Una vita difficile” di Dino Risi. Ho scelto 3 registi e maestri italiani a dimostrazione che il cinema, quello vero, avrà in sé sempre qualcosa di italiano.
Quali sono i tuoi prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti che vuoi condividere con i nostri lettori?
Sto promuovendo il libro, scrivendo il secondo volume della trilogia, riparto con la regia del film “Se tu mi vuoi bene” Magic Effect produzione, interrotto per il Covid, sto scrivendo una nuova commedia “Femmine”, tutta al femminile e sul piano dell’insegnamento a breve riaprirò la mia scuola di recitazione a Viterbo e sarò docente a Firenze nella prestigiosa Universal Film Academy.
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Come vuoi concludere questa chiacchierata e cosa vuoi dire ai nostri lettori?
Intanto grazie a chi ha avuto la pazienza di leggermi, e grazie a Roberta ed Andrea per avermi dato l’opportunità di raccontarmi. Per concludere, il desiderio è che leggiate il mio libro nella speranza che vi strappi un sorriso, ricordando di non rinunciare mai ai propri sogni perché l’unico rischio dei sogni è che si avverino. Buona vita a tutti e… solo cose belle.
Piermaria Cecchini
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Roberta Cannata
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Andrea Giostra
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