Alberto Pierobon è arrivato in Sicilia per fare l’assessore regionale ai Rifiuti dovendo lottare non poco contro qualche pregiudizio che gli sussurravano all’indirizzo dei siciliani, gattopardi e conservatori, male abituati e poco volenterosi in materia di raccolta differenziata. Si è chiuso in un silenzio mediatico più o meno discutibile, lavorando ugualmente a testa bassa per portare avanti il piano dei rifiuti e il ddl di riordino della governance.
Nei prossimi giorni insieme al governatore siciliano Nello Musumeci presenterà alla stampa il testo di legge approvato dalla giunta: “C’è un deficit impiantistico – ha spiegato l’assessore – dovuto alla visione discarico-centrica sbilanciata anche a favore del privato. L’unica scelta, in questo momento, è spingere tantissimo sulla raccolta differenziata e sui relativi meccanismi gestionali. Quello che mi stupisce è che in Sicilia abbiamo questa così grande quantità di rifiuti indifferenziati, quando ci sono flussi assolutamente valorizzabili come carta, allumini e polimeri plastici. Oggi in Sicilia siamo sopra il 27 per cento di differenziata e il problema sono le grandi città. E’ lì che dovremo lavorare, in maniera selettiva, con le amministrazioni comunali”.
Rispetto al ruolo centrale degli enti locali ha aggiunto: “Secondo la mia visione personale, che si deve incrociare con quella degli amministratori locali, non bisogna fare progetti fotocopia da spalmare in maniera omogenea. Ci vogliono, quindi, soluzioni diversificate, caso per caso, quartiere per quartiere. Penserei anche a sistemi tecnologici h24. Se andate a guardare in Alto Adige, dove ancora lavoro, trovate che questo sistema funziona. Si raggiungono livelli di differenziata di oltre il 75 per cento e il cittadino ha una riduzione della Tari”.
Sul deficit impiantistico, Pierobon non nasconde il quadro delle difficoltà: “Prima di tutto con gli impianti di compostaggio. Per adesso, i temovalorizzatori sono una parola tabù e si vedrà in seguito, alla fine del processo. Per prima cosa – sottolinea Pierobon – basta con questa vergogna dei cumuli di rifiuti per strada. Mi stupisco di come non ci sia indignazione vera. E’ ora di finirla. Non abbiamo neanche i requisiti minimi sanitari. Non solo nei rifiuti, ma anche nella depurazione. E’ una cosa intollerabile per tutti”.
Le Amministrazioni locali sono molte critiche e poco collaborative. Al centro delle critiche soprattutto l’ordinanza di due settimane fa che prevede che entro fine giugno vengano attivati i piani per aumentare la raccolta differenziata e puntare al 65% previsto dalla legge, entro fine luglio ogni sindaco deve trovare una ditta e un sito fuori dall’Isola in cui smaltire i rifiuti indifferenziati, dal primo ottobre potrà essere smaltito in discarica solo il 70% delle attuali quantità. Una scelta peraltro indifferibile perché le discariche sono ormai al limite della saturazione.
Una cosa è certa per quanto riguarda i Comuni siciliani, fino a oggi nè il sindaco dei siciliani Rosario Crocetta, nè il nuovo inquilino di Palazzo d’Orleans Nello Musumeci sono riusciti a farsi ascoltare sulla maggior parte delle questione che costituiscono il contenzioso con la Regione. Difficile che il torto e la ragione stiano solo da una parte sola.