“I siciliani semu amanti di stranii”. Sì, il provincialismo è uno dei mali che ci affligge di più: siamo convinti che chiunque provenga al di là dello Stretto sia migliore di noi, incensiamo (sic!) gli estranei piuttosto che valorizzare le nostre potenzialità. Però, ciò non può giustificare la presenza nella giunta guidata da Nello Musumeci, dell’assessore all’Energia e Rifiuti, Alberto Pierobon. Certo, non era facile trovare un siciliano pronto ad assumersi cotanta responsabilità, dopo la fuga dal suddetto assessorato di Vincenzo Figuccia.
Fu il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa, a fare il nome di Pierobon che è arrivato in Sicilia preceduto dalla fama di tecnico di prima grandezza. E’ dal mese di febbraio del 2018 che l’uomo venuto da lontano è alla guida dell’assessorato e, purtroppo, la Sicilia continua ad essere sommersa dai rifiuti. Il disegno di legge che dovrebbe riformare, cambiare radicalmente, l’attuale sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti, va e viene dalla commissione Ambiente dell’Ars. Per esempio, non si capisce se i tanto contestati termovalorizzatori saranno inseriti nel Piano regionale dei rifiuti. Finora non c’è stato alcun miglioramento di un servizio che continua ad essere sospettato di fare gola a mafiosi, speculatori e faccendieri, come il faccendiere Arata che voleva realizzare un impianto per l’estrazione del gas dai rifiuti, a Calatafimi, in società con Vito Nicastri. Quest’ultimo, considerato prestanome di Matteo Messina Denaro, ha deciso di collaborare con i magistrati, inguaiando alcuni funzionari dell’assessorato guidato da Pierobon.
Non so e neanche mi interessa sapere se l’assessore sia indagato o meno. Di mariuoli ne ho già conosciuti parecchi. Quel che mi rode è che abbiamo un assessore che non è riuscito a cambiare una virgola e che rimane al suo posto. Per la verità, Pierobon non è il primo assessore “stranio” che la Sicilia sperimenta. Prima di lui, ci sono stati Luca Bianchi e Alessandro Baccei, anch’essi imposti dall’alto. Nulla di personale nei confronti di Alberto Pierobon, un signore dai modi gentili, magari anche un grande esperto di rifiuti, ma la sua presenza in Sicilia è stata fallimentare.