La storia del vaiolo ci insegna che prendere materiale infetto in cui si trova un virus (anche se solo con una struttura simile ma non identica) può determinare una risposta da parte del sistema immune in grado di proteggere dalla malattia e soprattutto dalle sue gravi conseguenze.
L’inglese Jenner pur di proteggere dal vaiolo, malattia spesso mortale ma ancora più spesso deturpante, prelevando l’agente infettivo dalle pustole di un paziente infetto non poteva evitare la possibilità di contagio da altre malattie infettive di cui poteva essere affetto il donatore del materiale biologico. Oggi i controlli sul sangue permettono di escludere tutte le malattie infettive trasmissibili e infondere sangue e suoi prodotti in modo sicuro. Anche nel campo dei vaccini l’evoluzione tecnologica ha permesso di sviluppare negli anni tecniche per stimolare il sistema immune in modo totalmente sicuro.
I vaccini possono essere costituiti da microrganismi uccisi o attenuati. Attenuato sta per un ceppo virale (e non solo) in grado di dare una malattia con sintomi lievi e senza le possibili conseguenze tipiche della malattia scatenata dall’agente infettivo circolante. E’ possibile utilizzare anche parti di virus (cosiddetti antigeni perché resi riconoscibili dagli anticorpi prodotti dalle plasmacellule presenti nel sangue) o addirittura tossine inattivate (l’esempio classico è il tossoide tetanico che deriva dalla inattivazione della tossina tetanica prodotta da un batterio detto clostridium tetani). Si tratta sempre di proteine e l’ingegneria genetica permette ormai di riprodurle in laboratorio senza bisogno del virus nativo.
Ovviamente, un ruolo importante lo ha svolto e lo svolge l’industria farmaceutica che viene etichettata troppo spesso come “il demonio” da parte di molte persone che pensano che dietro il guadagno si annidi sempre ed in ogni modo la truffa. In realtà senza l’industria farmaceutica non si sarebbe potuta allungare la vita della popolazione e sconfiggere o combattere efficacemente moltissime malattie. Dietro il guadagno ci possono e ci devono essere anche principi etici che sono stati applicati alla ricerca clinica con una metodologia estremamente rigorosa e con norme regolamentate dalle agenzie regolatorie (che danno l’autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci e dei dispositivi medici) dei vari paesi.
Nel campo della sperimentazione clinica dei farmaci le regole sono normate in modo esaustivo a livello europeo e recepite obbligatoriamente dai vari paesi. Queste regole mettono alla prova le sperimentazioni cliniche, molto costose perché il sistema dei controlli è estremamente rigoroso ed effettuato sempre da agenzie esterne all’industria farmaceutica. Esiste anche un ramo della bioetica, quella speciale, che riguarda in particolare le sperimentazioni cliniche. Esistono anche i comitati etici che devono esprimere pareri vincolanti che spesso possono fare bloccare una sperimentazione clinica in tutto il paese e spesso a livello internazionale. Il sistema non è perfetto ma certamente è sottoposto ad una continua verifica e miglioramenti.
Il fatto che ci siano stati e ci possono essere casi di corruzione o di contraffazione non possono e non devono farci fare di tutta l’erba un fascio. La spinta economica promuove la ricerca di qualità perché alla lunga il risultato avrebbe risultati catastrofici proprio per la stessa industria come nei casi che si sono verificati in passato.
Ma torniamo ai vaccini; questi generalmente contengono anche acqua sterile o anche piccole quantità di un adiuvante per migliorare la risposta del sistema immunitario, un conservante, o un antibiotico per prevenire la contaminazione del vaccino da parte di batteri, qualche stabilizzante per evitare che le le proprietà del vaccino si alterino durante la conservazione.
Di seguito riporto i vari tipi di vaccini:
Vaccini vivi attenuati che riguardano: morbillo, rosolia, parotite, varicella, febbre gialla e tubercolosi. Agenti infettivi resi innocui e inoculati per stimolare il sistema immune che venendo a contatto col vero agente infettivo lo rendono inoffensivo con elevata probabilità. L’alternativa consisterebbe di mettere un soggetto sano a contatto con uno malato come proposto recentemente (vi immaginate l’effetto sarebbe nel caso della tubercolosi di infettare il paziente sano e farlo diventare tubercolotico). Non lo consiglio, sarebbe da stupidi autolesionisti (o peggio criminale nei confronti di altri, bambini in particolare)!
Vaccini inattivati, quelli per: epatite A, poliomielite e antinfluenzale split (con virus frammentati). In questo caso si utilizzano agenti infettivi uccisi tramite esposizione al calore oppure con sostanze chimiche.
Vaccini ad antigeni purificati, quelli per pertosse, antimeningococco e l’antinfluenzale a sub-unità (con solo proteine – antigeni – della superfice virale). Tecniche sofisticate permettono di ottenere una purificazione delle varie componenti degli agenti infettivi. Vaccini ad anatossine, quelli del tetano e della difterite in cui si utilizzano molecole prodotte dall’agente infettivo tossiche in vivo ma inattivate in vitro e, in definitiva, in grado esclusivamente di attivare le difese immunitarie dell’organismo contro la tossina che provoca la malattia e le conseguenze nefaste.
Vaccini a Dna ricombinante, quelli per epatite B e il meningococco B. Vengono prodotti attraverso la clonazione che permette di produrre una grande quantità di un determinato antigene.
La vaccinazione è un intervento preventivo quindi va somministrato per evitare epidemie e, nei singoli, la malattia ed il relativo contagio.
Fatta questa premessa e visto che la vaccinazione è una terapia preventiva che riguarda la popolazione è necessario raggiungere una determinata percentuale di vaccinati per non permettere all’agente infettivo di circolare creando nuovi casi con una crescita spesso logaritmica (epidemia).
Per alcuni vaccini è necessario fare dei richiami, ovvero delle somministrazioni ripetute più volte a distanza di tempo. A volte i vaccini non coprono per tutta la durata della vita di un individuo ma naturalmente campagne vaccinali su larga scala impediscono la circolazione dell’agente infettivo quindi proteggendo tutti anche quelli che non sono in grado di rispondere efficacemente al contatto col germe (cosiddetta immunità di gregge, termine coniato da Topley e Wilson, in un lavoro del 1923, che probabilmente risente della metafora platonica del Buon pastore nei confronti del proprio gregge che peraltro è una di quelle che ha inciso molto nella tradizione cristiana).
Tuttavia, vaccinazioni contro morbillo e varicella possono essere efficaci anche dopo l’esposizione all’infezione (entro 72 ore dall’esposizione per il morbillo e sino a 5 giorni per la varicella). Ovviamente, si presuppone che qualcuno si accorga di essere venuto a contatto di un infetto avendo la capacità professionale di riconoscere la malattia. Non consigliabile pertanto!
Il virus influenzale merita una menzione a parte perché il virus cambia continuamente e la la composizione del vaccino antinfluenzale dipende da una previsione (fatta dall’OMS) dei ceppi che potrebbero circolare con maggiore probabilità nella stagione invernale successiva. Quindi, l’efficacia nel mondo reale della vaccinazione anti-influenzale può non essere elevata. Revisioni sistematiche della letteratura scientifica (pubblicazioni che fanno la summa degli studi con lo stesso obiettivo) mettono in dubbio il valore reale della vaccinazione antinfluenzale nella popolazione generale indicandone l’efficacia nelle popolazioni a più elevato rischio (anziani, operatori sanitari etc.).
In definitiva, a favore o contro i vaccini? Certamente non può essere un problema ideologico ma scientifico e se la scienza non è democratica bisogna ricordare a tutti, compresi noi professionisti e scienziati, che la scienza non è né monocratica né monolitica. Per questo motivo, nuovi lavori scientifici e il ragionamento critico, imbevuto abbondantemente di conoscenza del metodo epidemiologico clinico, possono fare cambiare alcune convinzioni che peraltro non necessariamente debbono riguardare tutti i vaccini nel loro complesso. Al contrario i distinguo sono spesso necessari ma sempre solo dopo una attenta valutazione critica della letteratura scientifica con un occhio al mondo reale: roba sempre da esperti e non da cialtroni!
Tombola critica
Abbiamo fatto d’ogni erba un fascio
diciamocelo pure
Abbiamo approfittato della Pentecoste per appendere le uova di pasqua di San Bartolomeo all’albero di natale del Quattordici luglio
La cosa non è piaciuta
Le uova erano troppo rosse
La colomba è scappata
Abbiamo fatto d’ogni erba un fascio
diciamocelo pure
mischiando i giorni con gli anni i desideri coi rimpianti il latte col caffè
Nel mese di Maria che è dicono il più bello abbiamo piazzato il Venerdì tredici e la Superdomenica dei Cammelli il giorno della morte di Luigi XVI l’Anno del terrore l’Ora del pastorello e cinque minuti di sosta ristoro
E senza buone ragioni senza belle magioni senza allegre prigioni ci abbiamo aggiunto la settimana lunga delle quaranta ore e quella dei quattro giovedì
Senza contare, se non vi dispiace,
un minuto di buona confusione
Un minuto di grida di gioia di canzoni di risate e di rumori e lunghe notti per dormire d’inverno con qualche ora in più per sognare che è estate e lunghi giorni per far l’amore e fiumi per fare il bagno e gran sole per asciugarci
Abbiamo dilapidato il nostro tempo
diciamocelo pure
ma era un tempo così schifoso
Abbiamo spostato in avanti le lancette dell’orologio
strappato le foglie morte dal calendario
Però alle porte non abbiam suonato
diciamocelo pure
Ci siamo limitati a scivolare sulla rampa di scale
e a sussurrare di giardini pensili
mentre per voi era già questione di fortezze volanti
ci mettete meno voi a radere una città che un barbiere di paese a radere il suo paese la domenica mattina
Rovine garantite in ventiquattro ore
anche il tintore ci resta
Come potete pretendere che ci vestiamo a lutto.
Jacques Prévert, Agosto 1940, Jurançon
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