Continuiamo il nostro viaggio attraverso le allegorie platoniche per scoprire quanto ancora oggi parlino alla nostra epoca. Dopo aver esplorato il mito della caverna, ci addentriamo in un’altra potente metafora proposta da Platone: il mito della biga alata.
L’idea che l’anima umana sia divisa tra tendenze contrastanti e debba trovare un equilibrio per elevarsi è più attuale che mai. Se il mito della caverna ci ha mostrato una società immersa in illusioni e false certezze, la biga alata ci porta nel cuore di un altro conflitto: quello tra il desiderio e la ragione, tra le passioni sfrenate e la disciplina interiore.

Viviamo in un’epoca dominata da stimoli incessanti, in cui il nostro equilibrio interiore è messo costantemente alla prova. La tecnologia, il consumismo, la ricerca ossessiva di gratificazioni immediate ci pongono davanti a una sfida antica: riusciremo a governare le nostre pulsioni e dirigere la nostra vita verso un fine più alto, o saremo trascinati nel vortice dei desideri senza controllo?
Il mito della biga alata: il viaggio dell’anima tra cielo e terra
Platone, nel Fedro, descrive l’anima umana come una biga trainata da due cavalli, guidata da un auriga. Ogni elemento della metafora rappresenta una parte fondamentale della nostra psiche:
L’auriga, la mente razionale, il principio guida che cerca di mantenere il controllo. Il cavallo bianco, nobile e disciplinato, simbolo dell’impulso verso il bene, la conoscenza e la verità. E infine il cavallo nero, ribelle e indisciplinato, che rappresenta le passioni, i desideri corporei e le tentazioni materiali.
L’auriga ha il compito di mantenere l’equilibrio tra i due cavalli: deve guidarli con saggezza, evitando che il cavallo nero prenda il sopravvento e trascini la biga verso il basso, allontanandola dal mondo delle idee e dalla vera conoscenza. Se l’auriga riesce a domare entrambi i cavalli, la biga si eleva verso il cielo, verso la comprensione più alta dell’esistenza. Se invece il cavallo nero prevale, l’anima è trascinata giù, verso il caos e la perdita di sé.
Questa rappresentazione del conflitto interiore è straordinariamente moderna: anche oggi, ognuno di noi è chiamato a bilanciare le proprie inclinazioni per trovare un senso autentico nella vita.
La biga alata nel XXI secolo: desiderio senza freni e perdita di controllo
Se guardiamo al mondo contemporaneo, vediamo una società che stimola incessantemente il cavallo nero. I social media, la pubblicità, la cultura del consumo spingono continuamente verso la gratificazione immediata, l’emozione effimera, il bisogno di apparire piuttosto che di essere.
Viviamo in un’epoca di:
–Sovrastimolazione digitale: notifiche, video brevi, contenuti progettati per catturare e trattenere la nostra attenzione il più a lungo possibile.
–Consumismo compulsivo: siamo circondati da prodotti, offerte e inviti a comprare sempre di più, in una ricerca senza fine di soddisfazione materiale.
–Dipendenza da approvazione sociale: i social network alimentano il bisogno di validazione, trasformando l’autostima in una questione di “like” e commenti.
In questo scenario, il cavallo nero sembra inevitabilmente prendere il sopravvento. L’auriga fatica a mantenere il controllo, perché tutto intorno a noi sembra spingerci verso un’esistenza frammentata e dispersa. La capacità di autodisciplina, di riflessione profonda e di orientamento verso obiettivi più alti diventa sempre più difficile da coltivare.
Ma se Platone ci mostra il rischio di una vita dominata dal caos, ci offre anche una via d’uscita: il rafforzamento dell’auriga, della nostra parte razionale.
Allegoria nel cinema e nella letteratura: la biga alata
L’allegoria della Biga Alata è un altro dei concetti più affascinanti che Platone presenta nella sua Repubblica. Essa rappresenta la lotta interiore dell’anima umana tra le sue diverse parti: la razionalità, la volontà e il desiderio. L’allegoria della biga alata è una potente metafora che esplora l’interazione tra i diversi aspetti dell’anima e il difficile compito di governarli per raggiungere una vita equilibrata e virtuosa.
Negli anni, questo simbolo è stato ripreso in vari contesti culturali, diventando un punto di riferimento anche nella letteratura e nel cinema.
“Il viaggio dell’eroe” nei miti e nella letteratura
L’allegoria della Biga Alata è stata reinterpretata in numerosi miti, romanzi e opere letterarie. Un esempio chiave lo si trova nel Viaggio dell’Eroe, un archetipo narrativo sviluppato da Joseph Campbell. In molti racconti eroici, il protagonista affronta una sorta di conflitto tra il desiderio di potere, ricchezza o vendetta (che possono essere visti come il cavallo ribelle) e il dovere verso la giustizia, la morale o il bene superiore (rappresentato dal cavallo buono). Il viaggio dell’eroe è, in questo senso, una metafora di come l’individuo debba affrontare e padroneggiare i suoi impulsi interiori per raggiungere la maturità e il successo.

In particolare, Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien mostra il protagonista Frodo Baggins mentre affronta la sua lotta interiore tra il desiderio di distruggere l’anello e la tentazione del potere che esso rappresenta.
Come Platone insegna nella sua allegoria, Frodo è costretto a essere il conducente della sua anima, controllando sia il desiderio di potere che l’impulso di abbandonare la missione.
Il cinema e la biga alata

Nel cinema, l’allegoria della Biga Alata ha trovato molteplici applicazioni, specialmente nei film che trattano temi di lotta interiore e di crescita personale. Un esempio importante è Il Gladiatore (2000), diretto da Ridley Scott.
Il protagonista, Massimo Decimo Meridio, è un uomo che deve affrontare un conflitto tra il desiderio di vendetta (un cavallo ribelle) e il suo desiderio di giustizia (il cavallo buono). Nel corso del film, Massimo cerca di mantenere il controllo sulle sue emozioni per perseguire una causa più alta, in un parallelo con l’idea platonica del condurre il carro verso una vita retta.
Un altro esempio è Inception (2010) di Christopher Nolan, dove il protagonista Dom Cobb affronta una lotta tra il desiderio di ricongiungersi con la sua famiglia e il senso di colpa che lo tormenta. La sua battaglia interna, rappresentata dai sogni che esplora e manipola, richiama fortemente il conflitto tra le diverse forze dentro l’anima, così come descritto nella biga alata di Platone.
“Il conflitto delle passioni” in psicologia
L’allegoria della Biga Alata ha avuto un grande impatto anche nel campo della psicologia, dove viene utilizzata per spiegare il conflitto tra istinto e ragione nell’essere umano.

Freud, ad esempio, nella sua teoria della psiche, identifica forze contrastanti: l’Id, che corrisponde ai desideri primordiali e agli impulsi, e l’Ego, che cerca di mediare tra questi desideri e le richieste della realtà esterna. La lotta tra questi “cavalli” all’interno della psiche umana è simile al conflitto descritto da Platone, dove la razionalità cerca di governare le pulsioni istintive.
Inoltre, il concetto di autogoverno psichico suggerito dall’allegoria è ripreso anche nelle moderne teorie di auto-regolazione, che affermano l’importanza di gestire emozioni e impulsi per ottenere il benessere psicologico.
L’allegoria della Biga Alata continua a essere una delle metafore più potenti per comprendere la condizione umana. La sua applicazione attraversa secoli e discipline, dal pensiero filosofico alle opere letterarie, al cinema, alla psicologia.
Cosa significa oggi “guidare la biga” con saggezza?
Significa sviluppare autodisciplina: imparare a resistere agli impulsi immediati, allenando la capacità di concentrazione e la gestione del tempo. Significa coltivare la conoscenza: investire nella formazione, nella lettura, nell’approfondimento critico per contrastare la superficialità dell’informazione digitale. Significa riconoscere il valore della lentezza: in un mondo che corre veloce, recuperare il senso del tempo, della riflessione e della crescita interiore.
Trovare un equilibrio tra piacere e virtù: non si tratta di reprimere i desideri, ma di integrarli in un percorso di vita consapevole e significativo.
Platone ci invita a non lasciare che la nostra vita sia governata solo dalle emozioni e dagli impulsi. L’equilibrio tra desiderio e ragione è la chiave per vivere pienamente, senza essere travolti dalla frenesia del mondo moderno.
Se uscire dalla caverna significava aprire gli occhi sulla verità; domare la biga significa imparare a governare noi stessi. Se vogliamo elevarci, dobbiamo essere consapevoli delle forze che ci guidano e trovare la nostra direzione nel caos contemporaneo.