Tra le somme stanziate dalla manovra ter del governo Schifani c’è davvero poco per l’agricoltura. Eppure, la Sicilia sta vivendo la più grave siccità degli ultimi 50 anni ed è l’unica regione d’Italia e tra le poche d’Europa in zona rossa per carenza di risorse idriche, in compagnia di Marocco ed Algeria.
La Democrazia cristiana cerca di correre ai ripari con un emendamento ad hoc su proposta del gruppo parlamentare, ovvero il rimpinguamento di un capitolo di spesa, di 15 milioni di euro ripartiti tra i Consorzi di bonifica, già esistente nella precedente manovra bis, ai quali si aggiungono ulteriori 10 milioni di euro per un totale complessivo di 25 milioni di euro. Si tratta dell’esonero del pagamento ruoli per irrigazione di soccorso. Gli imprenditori agricoltori che svolgono la propria attività all’interno dei comprensori dei Consorzi di bonifica sono esonerati, per l’anno 2024, dal pagamento del canone irriguo, attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto destinati direttamente agli agricoltori che, limitatamente a questa annata siccitosa, hanno realizzato o stanno realizzando piccoli interventi per superare la siccità.
“Dato che c’è poca acqua, evitiamo di far pagare il canone per l’irrigazione ai Consorzi di bonifica, sarebbe un segnale di vicinanza alla categoria. Vogliamo sostenere gli agricoltori che hanno sopportato una serie di spese per portare avanti l’irrigazione dei campi, nonostante la scarsità di risorsa idrica, erogando dei contributi a chi, per esempio, ha fatto piccoli laghetti collinari, chi sta facendo delle perforazioni per fare dei pozzi, chi ha comprato moto pompa. Insomma, vogliamo andare in contro a chi ha sostenuto questi autofinanziamenti”, ha spiegato il capogruppo della Dc all’Ars Carmelo Pace, commentando le variazioni di bilancio.
Nella precedente manovra, su proposta del gruppo parlamentare dei democristiani, è stato inserito un articolo riguardante la sospensione dei ruoli degli agricoltori per l’irrigazione. Gli agricoltori, quando irrigano, sono tenuti a pagare anticipatamente un canone, ovvero il pagamento di un bollettino il cui importo è proporzionale ad una determinata quantità di acqua che devono utilizzare ai fini irrigui. L’idea è stata quella di sospendere il canone fino al 31 ottobre. Quindi “attualmente i Consorzi stanno dando quella poca acqua di cui dispongono agli agricoltori senza farsi pagare”.
Ma allo scoccare del tempo, il parlamento siciliano dovrà trovare un modo per aiutare gli imprenditori del comparto: o stanziando dei soldi oppure, se non si provvede entro quella data, saranno fatte delle bollette nei confronti di chi ha irrigato. Quindi in quest’ultima ipotesi si potrà parlare di mera dilazione e non di aiuti veri e propri. Inoltre, è già passata la deroga alla regolarità contributiva (il Durc) per le aziende agricole fino al 31 ottobre, data concordata con il governo nazionale. Una delle misure contenute nel pacchetto agricoltura, per effetto di un emendamento del collega Abbate.
Dunque, cosa prevede questa manovra da 200 milioni di euro per fronteggiare la carenza idrica e quindi l’emergenza siccità?
Al netto del fatto che a settembre potrebbe approdare in aula un’altra “manovrina”, attualmente ci sono solo 10 milioni di euro, destinati alla Protezione civile guidata da Salvo Cocina per la cabina di regia, ma per quanto riguarda l’idropotabile. Per l’agricoltura non c’è nulla o quasi nulla, se non quelle risorse per il pagamento dei debiti e dei pignoramenti dei conti a carico di due Consorzi di Bonifica, quelli di Palermo e Enna.
“C’è ancora troppo poco per l’agricoltura rispetto alle necessità del territorio. Qualche emendamento si farà in aula e sono certo che il governo regionale e l’Ars faranno sintesi rispetto a un tema molto importante, come quello dell’agricoltura. Da una sospensione vogliamo passare ad un esonero per l’anno 2024, attraverso i 15 milioni di euro del pagamento del canone irriguo in base all’acqua che consumano”.
Gli emendamenti proposti ed esaminati con il dipartimento regionale dell’Agricoltura – guidato da Dario Cartabellotta – già godono di una copertura finanziaria.
L’individuazione di possibili interventi strutturali non sono più rinviabili. Le priorità sono tante: salvaguardare gli allevamenti zootecnici, le produzioni delle aziende agricole e garantire sufficienti volumi d’acqua per l’irrigazione delle colture.