Riceviamo e pubblichiamo una nota dello SNALS, firmata dal Coordinatore provinciale Giovanni Madonia Ferraro, che entra in polemica con il Rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari.
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Nella giornata di ieri, 26 maggio, è apparsa sulla homepage della nostra Università un comunicato dal titolo “Dopo 159 giorni continua il silenzio assordante sulla nomina del Direttore Generale dell’A.O.U.P. Policlinico Giaccone”: dal Rettore Micari all’Assessore Razza.
Lo stupore di leggere bollettini politici di tale genere sul sito ufficiale dell’Università degli Studi di Palermo non ci ha abbandonato per lungo tempo. Al netto della libertà di opinione di ogni cittadino italiano e dei suoi diritti costituzionali, ci chiediamo perché, ancora una volta, il Rettore pro tempore abbia deciso di pubblicare un documento dal così chiaro carattere politico, se non partitico. Forse allo scopo di cercare uno scontro diretto con l’attuale Governo regionale nella persona dell’Assessore Razza?
Dopo però sono riaffiorati tutti i brutti ricordi di una campagna elettorale per le regionali del 2017 (tre anni fa!) che ha visto il Rettore pro tempore della nostra Università scendere in campo nelle fila del PD, trascinando il nostro Ateneo nell’agone politico e facendogli inevitabilmente perdere quell’autonomia da ogni orientamento politico sancita dallo Statuto, salvo poi arrivare terzo e uscire sconfitto dalla maggioranza che esprime l’attuale Assessore Regionale alla Salute. Ci chiediamo a questo punto se mai il Rettore pro tempore riuscirà ad elaborare questo lutto. Sembra infatti che, ad oggi, il Rettore pro tempore non abbia ancora metabolizzato la sconfitta e rimanga immerso in sogni di gloria “regionale” che lo hanno spinto, forse nel tentativo di riprodurre gli assetti organizzativi regionali all’interno dell’Università, a dotarsi di un ufficio di gabinetto, sulla scia di quanto avviene all’interno degli Assessorati e della Presidenza della Regione Siciliana.
Non riusciamo ad immaginare il sito del Ministero per l’Università volto ad ospitare dispute partitiche o rivendicazioni politiche di alcun genere. Ed invero non immaginiamo nemmeno il sito del Comune di Palermo pubblicare polemiche del genere. Invitiamo dunque il Rettore pro tempore a rimuovere dalla prima pagina del sito della nostra Università questo comunicato e ad astenersi nel futuro da iniziative di parte del genere. Forse, però, per il Rettore pro tempore quello che davvero conta è ottenere in qualsiasi occasione la ribalta mediatica.
Ricordiamo al Rettore pro tempore che l’Università contiene nella sua origine, nel suo nome, nella sua storia, il senso dell’interesse generale, delle articolazioni del sapere, della pluralità, dell’universale. Non è casuale che le Università abbiano sempre ospitato il pensiero critico e siano state e siano ancora baluardi di democrazia nel Mondo.
Al contrario il partito, qualsiasi esso sia, bene che vada si rivolge alla parte, volge la sua attenzione al parziale, nei peggiori casi agli interessi di bottega, al singolo, al dettaglio, che, come ricorda il detto, è luogo che nasconde.
Il Policlinico di Palermo resta così schiacciato da guerre di posizione e schermaglie dal chiaro retrogusto partitico di cui purtroppo non si vede la fine. A noi non importa sapere chi, in questa querelle, abbia ragione e chi torto. Una cosa, però, è certa e sotto gli occhi di tutti: il Policlinico di Palermo continua, a tutt’oggi, a rimanere senza una guida, con gravi conseguenze per lo svolgimento delle attività assistenziali e per tutti i suoi lavoratori.
La domanda che resterà sullo sfondo, e ahinoi senza risposta, è se invece di un candidato alle regionali sconfitto avessimo avuto un Rettore normale. Non lo sapremo mai. Quello che possiamo fare è apprendere dall’esperienza e guardare bene ai candidati a Rettore “matriosca”, quegli aspiranti che in realtà nascondono il precedente, con tutta la sua pesante ed ingombrante eredità di parte. Abbiamo imparato ad aprire gli occhi e guardare oltre le maschere, come ci ha insegnato il nostro grandissimo conterraneo Pirandello: “Ciascuno si racconcia la maschera come può — la maschera esteriore. Perché dentro poi c’è l’altra, che spesso non s’accorda con quella di fuori. E niente è vero!”.