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Politiche, i NOMI a Messina: le sfide, gli incastri, le new entry (e pochi paracadutati)

martedì 23 Agosto 2022

Forse per via delle correnti dello Stretto ma, per fortuna, non ci sono stati molti paracadutati nei collegi di Messina, rispetto agli altri dell’isola. Dei parlamentari uscenti non si ripresentano Carmelo Lo Monte (detto highlander per il numero di legislature ), il dem Pietro Navarra (non per sua scelta ma perché escluso dalle liste Pd targate Letta-Barbagallo-Provenzano), e l’ex 5stelle Alessio Villarosa.

Ai nastri di partenza quindi troviamo chi riprova per il bis (o tris) e le new entry. Rispetto a chi cerca conferma ci sono stati alcuni cambi di partito. Infine nel centrodestra le liste sono state fatte ipotizzando anche incastri ed intrecci che potrebbero portare altri messinesi in Parlamento attraverso scorrimenti.

Iniziamo dai collegi uninominali per la Camera. La sfida a Messina è intrigante perché, rispetto allo schema classico, anche a “tre punte” (centrodestra, centrosinistra, M5S) vede l’irruzione in campo di Cateno De Luca con i suoi candidati e non certo “per fare da comparse”. Per l’uninominale di Messina (più comuni zona jonica e e alcuni della zona tirrenica) si sfideranno la deputata uscente di Forza Italia Matilde Siracusano, che nel 2018 perse la contesa a favore di Ciccio D’Uva, il consigliere comunale Pd Felice Calabrò, la senatrice uscente pentastellata Grazia D’Angelo (che è anche terza nel plurinominale) e Francesco Gallo, vicesindaco della giunta Basile e già assessore con Cateno De Luca. Il terzo polo schiera l’ex assessore comunale Liliana Modica, renziana di ferro, coordinatrice cittadina di Italia Viva. Sul fronte uninominale Camera Barcellona-Enna i messinesi in campo per l’uninominale sono il capogruppo Ars di Forza Italia Tommaso Calderone (che corre anche per le regionali), la sindaca di San Teodoro Valentina Costantino (Sud chiama Nord) e Mario Coppolino (Italexit). Gli altri competitor per il collegio non sono messinesi (il collegio infatti comprende anche il territorio di Enna) e sono il dem Giuseppe Arena (ex sindaco di Centuripe) il medico di Emergency Fabrizio Provenzano (Terzo Polo) e Katya Baglio (M5S) di Barrafranca.

Passiamo al collegio uninominale Senato. In questo caso la sfida è rosa ed  è tra un’altra deputata uscente Ella Bucalo, FdI che punta a Palazzo Madama, la consigliera comunale Pd Antonella Russo (che è anche quarta nel plurinominale Senato), l’assessore comunale Dafne Musolino (Sud chiama Nord), che con De Luca corre sia al plurinominale che in altri collegi dell’isola, la sottosegretaria alla Pubblica istruzione del M5S Barbara Floridia (che è anche capolista al plurinominale, inserita nel listino dei 15 voluto da Conte). In campo nel collegio Senato ci sono anche Emiliano Lazzaro Papina (Terzo Polo), Dolores Dessì (Unione Popolare), Giuseppe Sottile (Italexit), Maria Fiore (Forza Nuova), Romano Ioppolo (Italia Sovrana a Popolare), Valentina Valenti (Europeisti noi di centro).

Passiamo adesso ai collegi plurinominali sia per Camera che per Senato. Diciamo subito che in alcuni casi i messinesi sono stati scalzati e messi in posizioni non comode. E’ il caso del Pd che dopo aver escluso l’uscente Pietro Navarra, ha messo capolista Stefania Marino (consigliera comunale di Enna). I messinesi Giacomo D’Arrigo (ex presidente dell’Agenzia Nazionale Giovani) e Laura Giuffrida sono a seguire. Allo stesso modo al plurinominale del Senato la messinese Antonella Russo è quarta (capolista Pd è Antonio Nicita, siracusano di nascita ma trapiantato da decenni a Roma, figura di primo piano nella segreteria di Letta). Il Pd  non ha messo capolista messinesi nè a Camera nè al Senato, riducendo di molto la possibilità di avere una rappresentanza dem in Parlamento.

Restando al Senato Sicilia Orientale guida la lista della Lega il messinese Nino Germanà, deputato uscente al quale viene quindi riconosciuto un ruolo di peso, capolista. Gli altri grandi partiti infatti hanno puntato su capolista di altre realtà della Sicilia Orientale (Prestigiacomo, Musumeci, Nicita).  C’è capolista Cateno De Luca con Sud chiama Nord, seguito da Dafne Musolino. Sempre al Senato altra capolista è la messinese Alessandra Minniti (Verdi-Sinistra Italiana) e, come detto Barbara Floridia per i 5stelle che corre anche all’uninominale.

Alla Camera invece, collegio 1 a guidare la lista di Forza Italia è Bernardette Grasso ( deputata Ars, ex assessore regionale e sindaco di Rocca di Caprileone). Capolista per il M5S è la parlamentare uscente Angela Raffa (tra le più votate alle parlamentarie siciliane), e al quarto posto (dopo Grazia D’Angelo) c’è il consigliere di circoscrizione Alessandro Geraci. Altro capolista è Francesco D’Uva, Impegno Civico. Nel 2018 l’allora pentastellato vinse la sifda del collegio uninominale. In campo c’è anche il sindaco di Furci Matteo Francilia, secondo della Lega dopo Valeria Sudano (che è anche all’uninominale di Catania). In Fratelli d’Italia c’è uno degli esponenti storici, Francesco Rizzo, terzo in lista ma dopo Carolina Varchi che è schierata anche in altre posizioni in Sicilia. Tra i messinesi in corsa ritroviamo Valentina Costantino (capolista Sud chiama Nord), Palmira Mancuso guida la lista +Europa, mentre l’ex deputato Marcello Greco è con Noi Moderati (e corre anche alle Regionali), Francesco Mucciardi (capolista Unione Popolare), Rosaria Moschella (Terzo Polo).

Ma nella composizione delle liste si guarda con attenzione anche agli incastri che possono liberare “caselle” e quindi spazi.

Forza Italia ha composto le liste cambiando “l’ordine dei fattori” proprio pensando a questi incastri. La messinese Matilde Siracusano ad esempio è al collegio uninominale a Messina ma è anche capolista a Catania. Qualora vincesse l’uninominale potrebbe dar spazio al secondo, il giornalista milanese voluto da Berlusconi a Catania, Paolo Emilio Russo che però è anche capolista nel collegio 3 (Rgausa), e in questo caso potrebbe dar spazio ad una fedelissima di Miccichè uscente, la senatrice Urania Papatheu. Allo stesso modo Matteo Francilia “tifa” per Valeria Sudano a Catania. Chi punta tutto solo sui suoi uomini è Cateno De Luca che sa che la doppia sfida, regionali e Politiche può essere fonte di sorprese e dare più disturbo di quanto oggi si possa pensare.

Tutti ai nastri di partenza quindi, la parola passa agli elettori. Partendo da alcune premesse. I posti, con il taglio dei parlamentari sono stati ridotti ed anche Messina avrà una rappresentanza minore (da aggiungere al fatto che alcuni capolista non sono neanche messinesi quindi le speranze si riducono al lumicino). I collegi plurinominali si assegnano con il proporzionale e non è detto che scatti automaticamente il seggio, dipende da quanti voti prende la lista. Infine, alle Politiche non è consentito il voto disgiunto, pertanto il voto espresso all’uninominale va automaticamente al plurinominale.

 

 

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