Il giudice della sezione penale del tribunale di Termini Imerese, Sandro Potestio, ha condannato a un anno e sette mesi, senza sospensione condizionale, l’uomo responsabile dell’aggressione alla dottoressa E.C., avvenuta il 26 febbraio 2020 nella guardia medica di Polizzi Generosa.
La sentenza è stata pronunciata oggi. Nel corso dell’aggressione, era stato coinvolto anche il padre della professionista, che si trovava nella saletta di riposo dell’ambulatorio per garantirle maggiore sicurezza alla figlia durante il turno. L’uomo era stato minacciato, spinto violentemente e aveva riportato la frattura di due costole dopo la caduta.
L’Ordine dei medici di Palermo, assistito dall’avvocato Mauro Torti, si era costituito parte civile. Su eccezione presentata dalla difesa dell’Omceo e di E.C., è stata respinta la richiesta dell’imputato di accedere al beneficio della messa alla prova, in considerazione della gravità dei fatti e dell’assenza di qualsiasi segnale di pentimento o risarcimento nei confronti della vittima. L’imputato aveva anche presentato una querela per omissione di atti d’ufficio contro la dottoressa, poi archiviata per manifesta infondatezza.

Il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, Toti Amato, esprime grande soddisfazione per l’esito del processo ma richiama la necessità di agire con urgenza: “Questa sentenza – ha detto – è un risultato importante perché afferma con chiarezza che chi aggredisce un medico non resterà impunito”.
L’aggressione ha stravolto la vita della dottoressa, spingendola a dimettersi per paura di nuove minacce e lavorare altrove. “Se non fosse stato per il sostegno dell’Ordine dei medici – ha spiegato E.C. – e dei suoi legali, Mauro Torti e Corrado Nicolaci, del mio sindacato Fimmg, oltre al legale di mio padre, Daniel Russo, il peso di questa vicenda sarebbe stato insostenibile. Per circa otto mesi ho lasciato il lavoro come guardia medica, dedicandomi ad attività di ufficio durante l’emergenza Covid, ma grazie a loro sono riuscita a riprendere la mia attività, anche se in un altro presidio”.