Discutere del Ponte sullo Stretto di Messina è “sacrosanto“, ma inquinare il confronto “con affermazioni più o meno gravemente inesatte” costituisce “un vulnus che invalida in partenza il dibattito”.
Ad affermarlo è il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Fabio Florindo, commentando alcune dichiarazioni del co-portavoce di Avs, Angelo Bonelli che dice che il ponte è uno sperpero.
“Bonelli asserisce che ‘l’Ingv ha lanciato un allarme: non è stato ascoltato’. Non è precisato su cosa l’Ingv avrebbe lanciato tale allarme, ma si può presumere che Bonelli si riferisca alla pericolosità sismica dello Stretto di Messina“, afferma Florindo.
“Premesso che l’Ingv è un ente di ricerca, e come tale in genere si astiene dal partecipare a dibattiti pubblici come quello in corso sul Ponte, e che per segnalare eventuali criticità fa riferimento solo ed esclusivamente al Dipartimento della Protezione Civile, spiace rilevare che l’affermazione di Bonelli è destituita di qualunque fondamento. Né il presidente dell’Ingv, il Dott. Fabio Florindo, né i suoi ricercatori hanno fatto alcuna affermazione di questo tono”, continua Florindo.
“Parimenti, laddove Bonelli afferma che gli esperti Ispra ‘hanno detto che il pilone di Cannitello insiste su una faglia: non sono stati ascoltati’, asserisce una cosa gravemente inesatta. I colleghi Ispra, autori della banca-dati di faglie attive denominata Ithaca, hanno solo censito quella faglia, in quanto mappata in una carta geologica pubblicata 42 anni fa, senza aggiungere alcuna valutazione di merito. Ricercatori Ingv hanno studiato sul terreno quella faglia – e ne hanno analizzato il ruolo – sia nel quadro del Progetto Definitivo del Ponte, elaborato nel 2010 (non ‘trenta anni fa’, come asserisce lo stesso Bonelli), sia nel 2024 per rispondere alla richiesta di integrazione n. 83 della commissione Via-Vas del Ministero dell’Ambiente“.