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La nota

Ponte sullo Stretto, l’Ordine degli Ingegneri: “Subito il Comitato tecnico per le opere complementari”

martedì 9 Maggio 2023

Il Comitato è stato istituito nel 2004 per poi finire nel cassetto, quando il governo Monti mise la parola fine sul progetta del Ponte sullo Stretto. Adesso che il governo Meloni ha inserito la costruzione dell’opera tra le priorità, è l’Ordine degli ingegneri di Messina, attraverso una nota, a chiedere che il Comitato tecnico interistituzionale per le opere connesse al Ponte torni a riunirsi (e con urgenza). La richiesta è stata inviata al sindaco Basile ed a tutti gli Enti ed alle istituzioni coinvolte non solo nella costruzione ma in tutte quelle opere infrastrutturali che sono necessarie per non trasformarlo in una cattedrale nel deserto.

Già il 18 aprile l’Ordine degli Ingegneri di Messina è stato audito in Commissione Ambiente e Trasporti della Camera dei Deputati sul decreto Ponte in fase di conversione in legge.

Lo diciamo da anni – ribadisce il presidente Santi Trovato – perché il Ponte diventi effettivamente un’opera strategica ed indispensabile non solo per annullare i tempi di attesa di attraversamento dello Stretto (che sarebbe comunque poca cosa!), è necessario che l’intera Rete Infrastrutturale del Mezzogiorno venga adeguata agli standard europei. Pertanto, alla luce della prevista adozione, da parte delle “Regioni di Sicilia e Calabria, entro 60 giorni dall’approvazione del progetto definitivo di un Piano Integrato condiviso, finalizzato ad adeguare il sistema del trasporto pubblico nello stretto alle nuove esigenze di mobilità derivante dalla realizzazione del collegamento stabile, riteniamo necessario proporre al sindaco del Comune di Messina e della Città Metropolitana, di riconvocare con ragionevole tempismo il Comitato Tecnico Interistituzionale per le opere connesse al Ponte già istituito nel 2004”.

Il Ponte rappresenta l’anello finale che consentirebbe il completamento del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo delle Reti di Trasporto intercontinentale, pertanto l’intera rete Infrastrutturale Meridionale non potrà e non dovrà rappresentare il “tallone d’Achille” del trasporto continentale.

Perché non sia un investimento fine a se stesso, la realizzazione del Ponte dovrà portare con sé la modernizzazione delle reti ferroviarie e stradali meridionale”.

La Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo ha fissato un termine entro il quale occorrerà concretizzare tutti gli impegni relativi al completamento del Corridoio 9: entro il 2030 tutti gli Stati interessati dal Corridoio Helsinki-La Valletta dovranno garantire “Ferrovie completamente elettrificate”, garantendo una velocità di circolazione di treni merci almeno a 100 km/h. Entro quella data dovranno essere eliminate strozzature e colli di bottiglia presenti nella rete. Attualmente è proprio lo Stretto la principale strozzatura del corridoio 9.

Serve quindi un serio impegno dello Stato italiano – si legge nel documento dell’Ordine degli ingegneri di Messina – per non vanificare gli impegni finanziari (Pnrr, Fondi europei, partecipazione di Fondi Pubblici e/o privati) che l’Europa riconoscerà: dalla Struttura burocratica-autorizzativa alla Politica, dal Governo alle categorie produttive e professionali, a tutti insomma si richiede un surplus di impegno affinché si raggiungano gli obiettivi fissati”.

L’Ordine degli ingegneri ricorda che il Report di Ance nazionale fotografa impietosamente una situazione di drammatica arretratezza delle reti stradali e ferroviarie del Mezzogiorno:

  • 90 km di rete ferrovia tra Messina e Palermo a binario unico, e che tali resteranno in quanto ad oggi privo di copertura finanziaria il doppio binario in quel tratto;
  • 49 km di Ferrovie al sud per 1000 Kmq di superficie, a fronte di 63 km al nord sempre su 1000 kmq;
  • 18 km di rete autostradale al sud per 1000 kmq di superfice, a fronte di 30 km al nord sempre su 1000 kmq.

“Proprio per queste considerazioni siamo convinti che al di là degli aspetti prettamente ingegneristici di sfida scientifica e costruttiva il Ponte potrà e dovrà rappresentare l’ Opera – Chiave quale far ripartire il potenziamento e l’ammodernamento dell’ossatura trasportistica meridionale”.

Nel progetto “definitivo” sono ancora da perfezionare almeno tre parti sostanziali dell’intero intervento infrastrutturale che attualmente hanno un livello di elaborazione assimilabile a studio di fattibilità. Ci si riferisce a:

-) la nuova Stazione di Messina, ricollocata nell’area di Gazzi (lato Sud della città a circa 20 km. dall’impalcato), con quel che consegue per i collegamenti ferroviari di attraversamento della città;

-) la imprecisata “Fascia Bolano”, di collegamento con la futura linea ad AV/AC Napoli-Reggio Calabria – Lato Calabria;

-) la variante stradale della città universitaria dell’Annunziata a Messina, in collegamento con la nuova viabilità di accesso al Ponte prevista dallo svincolo Curcuraci. Ed ancora l’interferenza prevista lungo la Via S.Cecilia della galleria ferroviaria con la Via La Farina , in rapporto all’attuale sistema viario cittadino, dovrà essere accompagnata da uno studio comprensivo dell’ analisi del sovraccarico che i flussi del traffico di collegamento alle aree di cantiere determineranno sulla viabilità corrente, esteso anche ai nuovi insediamenti residenziali previsti in alcuni villaggi collinari (Faro Sup., Curcuraci, Sperone).

Parimenti da affrontare le urgenti tematiche inerenti le previsioni urbanistiche poste in discussione dalla realizzazione del Ponte, ricordando tra l’altro che fino a qualche mese addietro sono state rilasciate autorizzazioni e concessioni edilizie su aree interessate dall’Opera.

Ed è con l’obiettivo di dare un contributo fattivo alle iniziative succedutesi specie negli ultimi 20 anni, che l’Ordine degli Ingegneri di Messina sin dal 2004 ha svolto un ruolo attivo e propositivo all’interno del Comitato Tecnico Interistituzionale per le opere connesse al Ponte costituito sin dal gennaio 2004 dal Comune di Messina e dall’allora Provincia Regionale di Messina”

Fin dall’insediamento del Comitato erano stai posti come PRIORITARI, 3 Obiettivi di lavoro, condivisi dai rappresentanti istituzionali (Comune di Messina, ex Provincia Reg. di Messina, Università di Messina, Camera di Commercio di Messina, Autorità Portuale di Messina, Soprintendenza ai Beni Culturali e Genio Civile di Messina, Sindacati confederali, Sicindustria, Ance, Ordini professionali degli Ingegneri e degli Architetti, delegazione  Club Service cittadini):

1-Dotare la Città di uno strumento, appunto il Comitato Interistituzionale, capace di fornire un Modello di Sviluppo territoriale e urbano, moderno ed integrato con la sponda Calabra, che andasse ben oltre l’individuazione delle cosiddette “Misure Compensative”, che noi chiameremo Opere complementari al Ponte,

2-Affrontare e risolvere le complesse problematiche connesse alla Fase di Cantierizzazione.

3- Approfondire le problematiche territoriali attraverso la redazione di un Programma Quadro di sviluppo urbano-territoriale dell’Area dello Stretto che servisse ad orientare le esigenze e le iniziative degli Enti Locali interessati, sulla sponda siciliana e calabrese, in un ambito complessivo di Area Vasta; il collegamento stabile “esigerà” che le varie tematiche inerenti conurbazione dell’Area dello Stretto venga affrontata con visione unitaria sia sotto il profilo dell’assetto del territorio che dell’ integrazione dei servizi.

Nel Piano Integrato del trasporto locale condiviso dalle Regioni di Sicilia e Calabria dovrebbe poter trovare adeguato “spazio” un Elenco di Opere Complementari e “non compensative” che è condizione inderogabile perché la realizzazione del Ponte sullo Stretto possa avere una ricaduta positiva sulla Città: tali Opere, strettamente Connesse all’utilizzo del Ponte dovrebbero poter godere anche di copertura finanziaria certa previa approvazione da parte del Governo di un programma pluriennale di attuazione del Progetto Ponte, che preveda l’inizio della costruzione del manufatto congiuntamente alla realizzazione delle opere connesse/o complementari.

Il Comitato Tecnico Interistituzionale avrebbe proprio il ruolo di affrontare con voce unica non solo le strategie territoriali ed occupazionali connesse al Ponte, ma anche potrebbe avere la funzione di monitoraggio e conseguente informazione alla Città sul livello di approfondimento delle varie problematiche che interesseranno il Territorio cittadino. Gli scenari che si apriranno da qui ai prossimi anni, in coincidenza dell’inizio dei lavori della più grande opera d’ingegneria civile mai progettata vedrà coinvolto tutto il mondo scientifico e tecnico anche nell’elaborazione di nuovi modelli di Organizzazione dei Cantieri, che devono tener conto di realtà urbane e metropolitane assai complesse, di fatto ancora divise fisicamente ed amministrativamente.

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